DAGO-BUSINESS - VALORI O ZAMBERLETTI ALLE FERROVIE DI STATO? VISCO A RISCHIO PHILIP MORRIS E QUEL CHICCO IN TESTA AI COMPENSI ENEL.

CHI SALE SUL TRENO?

Si parla di presidenti forti per le Ferrovie di Stato, per "aiutare" l'amministratore delegato in compiti e funzione complesse. I nomi che corrono sono quelli di Giancarlo Elia Valori, che ha appena lasciato la presidenza di Autostrade e di Giuseppe Zamberletti, l'ex ministro che guida l'Istituto Grandi Infrastrutture (il quale, per le sue indubbie capacità, è proposto dal ministro Lunardi anche per la presidenza della Società Stretto di Messina). Ma corrono anche i nomi Mario Lupo, presidente dell'associazione dei grandi costruttori AGI, di Roberto Radice, ex ministro dei Lavori pubblici nel primo governo Berlusconi, e quello - sponsorizzato da An - di Massimo Pini.


VISCO IN FUMO
Da Panorama

Brutte nuove per Vincenzo Visco dalla Corte costituzionale: il provvedimento con cui il 28 febbraio 1997, l'ex ministro delle Finanze licenziò in tronco l'allora direttore generale dei Monopoli, Ernesto Del Gizzo, è stato dichiarato illegittimo «per eccesso di delega». Quanto meno, ha osservato la sentenza n. 193 del 9 maggio, Visco doveva concedere la «messa a disposizione» a Del Gizzo, un dirigente di grande esperienza che si opponeva al rinnovo del contratto tra il Monopolio dei tabacchi e la Philip Morris. Ora Del Gizzo, 71 anni, pensionato, chiederà al Consiglio di Stato di annullare il licenziamento e di quantificare il danno economico patito.


TESTA, UN CHICCO IN TESTA AI COMPENSI.
Da Il Mondo

All'ordine del giorno dell'assemblea dell'Enel del 24 maggio, convocata per la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione, anche la determinazione del compenso dei nuovi amministratori. Punto di partenza per i soci: le decisioni prese il 15 maggio 1999 dall'assemblea che nominò il consiglio in scadenza: all'epoca l'assemblea fissò per il presidente Enel un compenso lordo annuo corrispondente a 206 mila euro (400 milioni in lire dell'epoca). In realtà, nel 2001 il compenso di Chicco Testa, presidente dell'Enel, è stato molto più elevato di quanto deliberato dagli azionisti: Testa ha percepito nel complesso circa 574 mila euro. L'importo comprende i 206 mila euro che rappresentano gli emolumenti ordinari del presidente e «altri compensi» per 19 mila euro. E gli altri euro? Sono stati ricevuti da Testa per gli incarichi di presidente in cinque società controllate dall'Enel: Elettroambiente (179 mila euro). Sei, Sfera e Conphoebus (circa 40 mila euro ciascuna), Dalmazia Trieste (35 mila euro). Testa ha inoltre incassato 13.500 euro come consigliere di Wind. Nel 1994 la magistratura aprì un'inchiesta contro Fabiano Fabiani, numero uno della Finmeccanica, perché ad alcuni presidenti e consiglieri di amministrazione di società controllate erano stati pagati compensi più elevati di quanto deliberato dall'assemblea. I maggiori compensi venivano motivati con consulenze. Rinviato a giudizio per abuso d'ufficio e falso in bilancio, Fabiani è stato assolto nel 1999 perché il fatto non sussiste.


Dagospia.com 24 Maggio 2002