2008 ODISSEA A CEPPALONI - UDEUR NEL CICLONE: DEFEZIONI, GUAI GIUDIZIARI, ARRESTI. IL PARITO DI MASTELLA PERDE I PEZZI. A RISCHIO IL POTERE ANCHE IN CAMPANIA E CALABRIA - LA LISTA DI INDAGATI E ARRESTATI.

Francesco Bonazzi e Marco Lillo per"L'Espresso"


Con lui volevano sfondare a Nord, che per l'Udeur è l'Abruzzo, ma alla fine anche il plenipotenziario locale Rocco Salini ha sbattuto la porta e ha abbandonato la casa-partito di Ceppaloni. "Non è più accettabile questa gestione padronale che non rispetta le regole e le persone", ha tuonato il 28 gennaio, quattro giorni dopo la caduta del governo Prodi. Per capire lo psicodramma dell'Udeur, falcidiato dalle inchieste giudiziarie e colpito da un'incessante emorragia di assessori, tocca proprio iniziare dal settantaseienne Salini.

Uno che nella sua biografia politica custodisce l'intero Dna del partito: militanza ultratrentennale nella Dc; presidenza della Regione Abruzzo mollata nel 1992 per una condanna a un anno e quattro mesi (falso e abuso d'ufficio); balzo in Forza Italia, che lo fa eleggere al Senato nel 1996 e nel 2001; approdo all'Udeur nel 2005 con un bel pacchetto di tessere. E oggi, mentre Mastella cerca disperatamente qualcuno che lo riporti in Parlamento, Salini ovviamente è già a posto: ha traslocato nella Dc di Giuseppe Pizza, alleata con il Pdl berlusconiano. E ora si gode lo spettacolo degli 'Ultimi giorni di Ceppaloni'.

Che l'Udeur non fosse un vero partito era già chiaro dal risultato delle scorse elezioni politiche. Nel 2006, alla Camera, non raggiunse nemmeno l'1,4 per cento e si bloccò a 477 mila voti. Di questo gruzzoletto, ben 172 mila voti erano 'made in Campania' e altri 94 mila provenivano dalla Calabria. Insomma, queste due regioni rappresentano il 60 per cento dell'Udeur, il vero e unico granaio elettorale di Mastella. Un granaio sempre più bucato, però. In Calabria, tre consiglieri regionali su cinque sono fuorigioco: uno è agli arresti, uno è sospeso e un terzo ha cambiato casacca.

Qui i trascinatori dell'Udeur erano il reggino Pasquale Tripodi e il cosentino Franco La Rupa. Tripodi, grazie alle sue 11 mila 807 preferenze alle regionali, è riuscito a fare dell'Udeur il secondo partito della provincia di Reggio (dietro solo a Forza Italia), mentre La Rupa ha contribuito a portare l'Udeur all'8 per cento su scala regionale. Ma pur essendo rimasti fedeli a Mastella, difficilmente potranno dargli una mano nell'immediato futuro.

Tripodi, che faceva l'assessore regionale al Turismo e prima ancora alle Attività produttive, è stato appena arrestato dal Ros dei carabinieri per associazione a delinquere di stampo mafioso. I boss calabresi emigrati a Perugia dicevano che "Pasquale è un uomo nostro" e si fidavano di lui per avere le autorizzazioni sulle centrali elettriche e sui villaggi turistici. Quanto a La Rupa, risulta indagato per associazione mafiosa in due inchieste differenti (il pm ha chiesto per lui l'arresto, ma il gip lo ha salvato).

Eppure non ci voleva un mago per prevedere i loro guai giudiziari. Tripodi ha fatto il pieno di voti nei paesi della Piana di Gioia Tauro e poco dopo le elezioni un suo collaboratore è stato trovato in possesso di un arsenale: una bomba a mano funzionante, un fucile con matricola abrasa, tre pistole e due calzamaglie nere. Secondo il pm di Cosenza Domenico Fiordalisi, anche Franco La Rupa avrebbe stretto un patto con il boss del suo paese Tommaso Gentile che al telefono si vantava: "L'ho fatto eleggere io". E tramite un suo parente, La Rupa avrebbe creato una società di navigazione con il boss di Amantea per gestire i collegamenti con le Eolie.

Ora La Rupa è stato sospeso dal partito e ha dovuto lasciare la carica di capogruppo in Regione. Con un simile curriculum difficilmente sarà ricandidato. Così sembra che il capolista in Calabria sarà una persona legata alla famiglia Mastella: l'avvocato Fabrizio Criscuolo, socio del figlio Pellegrino e consulente del partito. Mentre al Senato sarà confermato probabilmente Giuseppe Morrone, ritenuto vicino alla massoneria e con interessi nelle cliniche di Cosenza. In passato è stato denunciato dai suoi soci per false comunicazioni e truffa. Un processo risolto alla vigilia della sentenza con un pagamento stragiudiziale.

Anche in Campania c'è un clima da sopravvissuti. Il partito è quasi interamente sotto accusa per le vecchie e le nuove indagini della Procura di Santa Maria Capua a Vetere. E la scelta di lasciare il centrosinistra ha prodotto una diaspora, con tre consiglieri regionali su otto che hanno fatto le valigie. Se ne è andato un peso massimo come il sindaco di Benevento Fausto Pepe, indagato con i Mastella. E anche Vittorio Insigne, 13 mila voti alle regionali del 2005, ha abbandonato l'Udeur dopo la crisi di governo. Restano invece fedeli a Ceppaloni i grandi portatori di voti della provincia di Caserta Angelo Brancaccio e Nicola Ferraro, entrambi indagati e in passato sottoposti a provvedimento di arresto. E rimane nell'Udeur mister 20 mila preferenze, il beneventano Ferdinando Errico, anche lui inquisito nella mega inchiesta di Santa Maria.

In Sicilia, terzo bacino elettorale dell'Udeur, la scelta di pugnalare Prodi ha praticamente dimezzato i seguaci di Mastella. Il resto, lo ha fatto la legge elettorale 'ammazza-piccoli'. Nuccio Cusumano, quello del malore in Senato il giorno della sfiducia, è entrato nel Pd portandosi dietro una ventina di amministratori locali. Il gruppo catanese ha invece scelto in blocco il centrodestra, mentre non passa giorno senza che qualche assessore passi all'Udc di Totò Cuffaro o all'Mpa di Raffaele Lombardo. Anche dove l'Udeur conta poco o niente, però, è un continuo sbattere la porta. In Piemonte c'era un solo assessore regionale, Sergio Deorsola, che si è sospeso dal partito per rimanere nella giunta di centrosinistra.

In Lombardia il 'pezzo grosso' è l'assessore alla provincia di Milano Antonio Oliverio, al quale il presidente Penati ha confermato la poltrona per timore di regalare l'Udeur a Formigoni. In Basilicata, mezzo partito ha fondato una nuova formazione ('Popolari Uniti') e veleggia verso il Pd. In Puglia, l'assessore regionale e i due consiglieri dell'Udeur che sostengono Nichi Vendola hanno confermato il proprio appoggio al centrosinistra. Anche per loro, Ceppaloni è un posto sempre più lontano e inutile. n

TRA INDAGATI E ARRESTATI
Ecco l'elenco dei principali esponenti dell'Udeur che hanno guai con la giustizia:

Clemente Mastella segretario nazionale: indagato per concorso esterno in associazione a delinquere, abuso di ufficio, falso e concussione.



Sandra Lonardo presidente del consiglio regionale della Campania: indagata per concussione.

Luigi Nocera ex assessore all'Ambiente della Campania, segretario della provincia di Salerno: indagato per turbativa di gara e concussione Andrea Abbamonte ex assessore al personale della Campania: indagato per concussione.

Nicola Ferraro consigliere regionale in Campania: indagato per concussione.

Angelo Brancaccio consigliere regionale e numero due del partito in Campania: arrestato e tuttora indagato per estorsione e peculato.

Carlo Camilleri dirigente Udeur, consuocero dei Mastella: indagato per associazione a delinquere, turbativa di gare e concorsi, falso, corruzione e rivelazione di segreto.

Ferdinando Errico capogruppo al consiglio regionale della Campania: indagato per concussione.

Marco Verzaschi ex sottosegretario agli Interni: si è dimesso dopo aver ricevuto un'ordinanza di arresti domiciliari per corruzione e concussione in relazione al periodo nel quale era assessore della Sanità per Forza Italia, nel Lazio.

Pasquale Tripodi ex assessore al Turismo della Calabria: arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Franco La Rupa ex capogruppo alla Regione Calabria: indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Luigi Garofano: consigliere provinciale a Cosenza, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Bonaventura Lamacchia dirigente Udeur Calabria e vicesegretario organizzativo nazionale: ha patteggiato una condanna a due anni per bancarotta.

Ennio Morrone senatore e coordinatore in Calabria: è stato processato per truffa e false comunicazioni sociali; poco prima della sentenza, i denuncianti hanno ritirato la querela previo pagamento di una somma da parte del politico.

Salvatore Di Giacomo consigliere provinciale a Caltanissetta: arrestato e indagato per voto di scambio e turbativa d'asta (attualmente sospeso dal partito).


Dagospia 22 Febbraio 2008