AMERICA BIANCA, EMINEM NERO - SCARICATE IL NUOVO VIDEO DELLA PIU' TERRIBILE TESTA DI RAP IN CIRCOLAZIONE.

Arturo Zampaglione per La Repubblica


Presentato in anteprima mondiale sul sito Internet di Rolling Stone, l´ultimo video di Eminem - «White America» - alza il livello dello scontro rappistico-razziale, presentando la strage nella scuola di Columbine come il prodotto dell´ipocrisia, dell´avidità, delle contraddizioni dell´America «bianca». E come previsto (e come voluto) il video riaccende le polemiche che hanno sempre accompagnato la stellare carriera artistica del ventottenne Marshall Maters (il nome all´anagrafe del biondino di Detroit).

«Eminem questa volta ha superato la soglia della decenza», ripetono in coro i commentatori (bianchi) dei network televisivi, mentre Darrell Scott, il papà di una ragazza uccisa durante la sparatoria di Columbine, dichiara: «Eminem è peggio di Charles Manson. Ma Manson è all´ergastolo, Eminem è a piede libero».

Naturalmente tutte le accuse, le critiche, gli insulti non fanno altro che giovare alla popolarità del rapper e alle vendite del suo ultimo album. Dopo 12 settimane The Eminem Show è ancora al terzo posto della classifica di Entertainment weekly, superato solo da The Rising (Bruce Springsteen) e Nellyville (Nelly), che però sono appena entrati nella hit parade. Il suo cd ha già venduto 3 milioni di copie, ma è destinato - assicurano gli esperti - a eguagliare o superare gli 8 milioni di copie del precedente, "The Marshall Mathers".

Il nuovo video (che si può scaricare su www.rollinstone.com) è una sorta di cartone animato alla «Toy Story», in cui i personaggi sono esclusivamente bianchi. «White America - dice Eminem nella canzone - potrei essere uno dei tuoi figli, America bianca Eric assomiglia a questo qui»: il rapper si riferisce a Eric Harris, un diciottenne invasato di Denver, nel Colorado, che il 20 aprile 1999 si presentò nel liceo di Columbine armato come un rambo e, assieme al compagno Dylan Kelbold, cominciò a sparare all´impazzata - nel refettorio, nelle classi, nei corridoi - uccidendo 12 compagni e un professore, prima di suicidarsi.

Il video-provocazione di Eminem ironizza anche sulla retorica nazionalista, sui legami tra Casa Bianca e potere economico, sui poliziotti bianchi, sui bombardieri del Pentagono, sui produttori televisivi, sui linciaggi del Ku klux klan. In una scena si vede lui stesso che s´impicca di fronte a uno schermo di computer, in un´altra c´è una montagna di immondizia con tv, schermi e palmari che mostrano due labbra rosse. Abbondano le parolacce, i gesti osceni, le lettere «E» scritte al contrario e il solito riferimento all´odiatissima «mamma di Marshall». Cioè la sua.

«Eminem è un artista», ha detto la Interscope Records, la casa che ha contribuito alla produzione del video, cercando di placare le polemiche. «Eminem - ha proseguito la società in un comunicato - crea arte, ma non lo fa per permettere ai giornali e alle televisioni di sollecitare l´indignazione del pubblico, ma lo fa solo per i suoi fan». E i fan continuano a essere molti, moltissimi, sia nella comunità nera, che lo ha di fatto adottato, sia in quella dei bianchi, giovani e meno giovani.

La conferma? Il successo che sta avendo la tournée americana dell´Eminem Show, avviata a Buffalo a fine luglio e proseguita con decine di spettacoli in giro per gli Usa. L´esibizione del rapper dura appena settanta minuti, ma lo show è grandioso, pirotecnico e provocatorio con ruote panoramiche, riferimenti a drammi personali, spezzoni di spettacoli della Cnn e autopsicanalisi sul palco.



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    Dagospia.com 23 Agosto 2002