CAPITALIA - IMPARA L'ARPE E METTI MATTEO DA PARTE: CRESCE IL MALUMORE DI GERONZI SUL DIRETTORE GENERALE.

Fabio Dal Boni per Finanza & Mercati


L'ultimo segnale è stato raccolto durante una cerimonia la settimana scorsa al teatro Eliseo di Roma: il presidente Cesare Geronzi seduto in prima fila, il suo giovane direttore generale Matteo Arpe, in tutt'altra parte. Tra di loro decine di dirigenti, ma soprattutto un muro d'incomprensioni e malumori che sarebbe diventato sempre più tangibile. E non per questioni di posti a teatro. Si parla di una frattura al vertice di Capitalia che potrebbe persino sfociare in un divorzio. I segnali, provenienti questa volta dal mondo finanziario, sono forti anche se ufficialmente verranno classificati come illazioni giornalistiche.

L'istituto ha già vissuto conflitti in sala comando. Nel giugno 2001, ai rumor (smentiti) seguì di lì a poco l'uscita dell'amministratore delegato Carlo Salvatori (ora presidente Unicredit) in rotta con Geronzi e Giorgio Brambilla, quest'ultimo entrato nel '97 come condirettore generale e oggi amministratore delegato. La scossa portò a Roma Matteo Arpe. L'ex enfant prodige di Mediobanca dimostrò subito il suo talento con il rilancio della controllata Mediocredito Centrale, di cui è diventato amministratore delegato.



Ma, si dice a Roma e a Milano, il suo carattere è talmente scostante che alcuni dirigenti del gruppo giurano di averlo letto nelle parole di Geronzi, quando nell'incontro natalizio ha precisato: «Devono andare avanti i giovani, ma saremo sempre noi, con i capelli bianchi, a risolvere le situazioni più scabrose». E che molti hanno riletto nel caso Cirio-Cragnotti, una situazione che dopo il default è stata più difficile da gestire e che è arrivata proprio mentre era in corso l'ispezione della Banca d'Italia che dovrebbe concludersi in primavera.

Sempre in aprile, con l'assemblea di bilancio, Brambilla potrebbe essere sostituito da Gianpiero Fiorani, il numero uno della Popolare di Lodi, magari nell'ambito di un ipotizzato matrimonio tra i due istituti. Ma anche questi sono rumor. E lo saranno, si può scommettere, fino a quando non prevarrà la «logica dei capelli bianchi» tanto cara a Geronzi.


Dagospia.com 5 Febbraio 2003