RASSEGNATI STAMPA - SESSO PRE/O/SERVATIVO PER UMBERTO GALIMBERTI - RIFIUTI PLASTICI PER SANDRO VERONESI - MEGLIO IL VALTUR DEL BILLIONAIRE PER FIORELLO.
1 - Come scatenare le proprie voglie con un estraneo
Andrea Marcenaro per Il Foglio
Datevi una bella regolata e non illudetevi di avere il controllo della vostra vita emotiva. Non ce l'avete, da ieri è ufficiale, l'ha sancito Umberto Galimberti, il pensatore più vicino al Fondatore, metà Bartezzaghi e metà Alberoni, o metà Bartezzaghi e metà Derrida, a scelta, l'uomo che in amore le ha provate tutte, dalla pecorella al bicchiere, ma siccome non controlla la vita emotiva si è innamorato di una lampadina. Non corrisposto. "Si fa presto a dire amore - ci avverte Galimberti - ma quel che c'è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo". Bartezzaghi avrebbe detto, verticale, cinque lettere: brutto fallo seguito da corna. Ah, l'amore, l'amore. Dice Galimberti che "ci si ama on line perché da un luogo sicuro è possibile scatenare le proprie voglie con un estraneo misterioso". Ovvio, attenzione solo a non ficcarlo nella presa. "Ma come conciliare - si e ci chiede ancora Egli - bisogno di sicurezza e desiderio di avventura?". E qui è difficile. Derrida suggerirebbe pre/o/servativo. Bartezzaghi la farebbe più semplice, verticale, sette lettere, portarselo anche in trekking. Control.
2 - Sandro Veronesi riciclabile
Riccardo Chiaberge per il "Domenicale" del Sole 24 Ore
Per celebrare degnamente una grande gloria della scienza italiana, Giulio Natta, premio Nobel per la chimica 1963, il "Corriere della sera" ha chiamato in soccorso lo scrittore Sandro Veronesi, noto esperto di macromolecole. Poiché il nome di Natta è indissolubilmente legato al polipropilene (moplen) e dunque alla plastica, Veronesi si è lanciato in un appassionato panegirico di questo materiale: "La plastica - abbiamo appreso ieri dal suo elzeviro - è impermeabile, può essere stampata in qualsiasi forma, è leggera, infrangibile, elastica..." ma soprattutto "ha la capacità di mantenere le proprie caratteristiche intatte per decenni". Risultato? "A quarant'anni dal Nobel a Natta, stiamo letteralmente affogando nei rifiuti plastici". "La forza del passato". Fortuna che con i tagli alla ricerca gli scienziati italiani non possono più fare danni. Meno polimeri, più elzeviri. Grazie alla indistruttibilità della sua invenzione, la fama di Natta durerà almeno due secoli, quella di Veronesi, probabilmente, assai di meno. Il che ha anche i suoi vantaggi. I romanzi di Veronesi, stampati su carta riciclabile, non ingorgano le discariche, non inquinano le falde acquifere e bruciano magnificamente senza sprigionare nubi di diossina. Insomma, meriterebbe un Nobel anche lui. Non per la letteratura: per l'ecologia.
3 - Al Billionnaire anche i cani hanno la carta di credito
Da La Stampa
Si improvvisa capovillaggio, battitore per una casa d'aste a mezzanotte, in pantaloncini e infradito, è capace di trascinare alla tastiera l'amico Enrico Cremonesi e partire a ruota libera: canzoni, un po' di karaoke, imitazioni, scherzi con gli ospiti in attesa dei cornetti caldi. A sorpresa, Fiorello in vacanza ricomincia da dove è partito: animatore di villaggio turistico, mattatore funambolo, una specie di pifferaio magico che si diverte a tirarsi dietro tutti, non sottraendosi neanche, insieme alla timida e paziente moglie Susanna, al rito della foto ricordo. A tutte le ore, lo vedi in posa sulla riva del mare, davanti al bancone del bar, al ristorante. «Ne ho fatte 120 - scherza - me ne mancano solo trecento».
L'altra sera, tra il pubblico del villaggio Valtur in Sardegna dove fa l'ospite-anfitrione, c'era anche l'amico Fabrizio Frizzi ad applaudirlo. Lui, in teatro, cantava a squarciagola «Vagabondo» dei Nomadi in coppia con un ragazzo dell'animazione, Francesco «Ciccio» Fiducia, che aveva sei anni quando lo fece esibire ai tempi del karaoke.
Un giorno, ha pranzato in cucina insieme ai cuochi. A Ferragosto si è unito alla fanfara che girava per il villaggio. Pochi chilometri separano il family-village dai templi del lusso della Costa Smeralda, dai velieri in rada e dai locali notturni con i divani tappezzati di leopardo.
«Al Billionnaire anche i cani hanno la carta di credito e quando giri l'ombrellino del drink svieni nel vedere il conto», spara la frecciata Fiorello, che non vuole tagliare i ponti con il passato.
E la sera, quando prende il microfono per quell'ora di show dal vivo senza copione, si ricorda pure di ringraziare il suo manager che lo segue dai tempi duri della gavetta, quando bisognava pregare gli impresari di provincia per fargli fare una serata rassicurandoli che sarebbe diventato «il Pippo Baudo del 2000».
È una gran festa quando, a notte alta, con il rumorista Dario Bandiera che riproduce il suono della batteria ed altri strumenti, intona «Grazie Roma» e «Malafemmena».
Dagospia.com 19 Agosto 2003
Andrea Marcenaro per Il Foglio
Datevi una bella regolata e non illudetevi di avere il controllo della vostra vita emotiva. Non ce l'avete, da ieri è ufficiale, l'ha sancito Umberto Galimberti, il pensatore più vicino al Fondatore, metà Bartezzaghi e metà Alberoni, o metà Bartezzaghi e metà Derrida, a scelta, l'uomo che in amore le ha provate tutte, dalla pecorella al bicchiere, ma siccome non controlla la vita emotiva si è innamorato di una lampadina. Non corrisposto. "Si fa presto a dire amore - ci avverte Galimberti - ma quel che c'è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo". Bartezzaghi avrebbe detto, verticale, cinque lettere: brutto fallo seguito da corna. Ah, l'amore, l'amore. Dice Galimberti che "ci si ama on line perché da un luogo sicuro è possibile scatenare le proprie voglie con un estraneo misterioso". Ovvio, attenzione solo a non ficcarlo nella presa. "Ma come conciliare - si e ci chiede ancora Egli - bisogno di sicurezza e desiderio di avventura?". E qui è difficile. Derrida suggerirebbe pre/o/servativo. Bartezzaghi la farebbe più semplice, verticale, sette lettere, portarselo anche in trekking. Control.
2 - Sandro Veronesi riciclabile
Riccardo Chiaberge per il "Domenicale" del Sole 24 Ore
Per celebrare degnamente una grande gloria della scienza italiana, Giulio Natta, premio Nobel per la chimica 1963, il "Corriere della sera" ha chiamato in soccorso lo scrittore Sandro Veronesi, noto esperto di macromolecole. Poiché il nome di Natta è indissolubilmente legato al polipropilene (moplen) e dunque alla plastica, Veronesi si è lanciato in un appassionato panegirico di questo materiale: "La plastica - abbiamo appreso ieri dal suo elzeviro - è impermeabile, può essere stampata in qualsiasi forma, è leggera, infrangibile, elastica..." ma soprattutto "ha la capacità di mantenere le proprie caratteristiche intatte per decenni". Risultato? "A quarant'anni dal Nobel a Natta, stiamo letteralmente affogando nei rifiuti plastici". "La forza del passato". Fortuna che con i tagli alla ricerca gli scienziati italiani non possono più fare danni. Meno polimeri, più elzeviri. Grazie alla indistruttibilità della sua invenzione, la fama di Natta durerà almeno due secoli, quella di Veronesi, probabilmente, assai di meno. Il che ha anche i suoi vantaggi. I romanzi di Veronesi, stampati su carta riciclabile, non ingorgano le discariche, non inquinano le falde acquifere e bruciano magnificamente senza sprigionare nubi di diossina. Insomma, meriterebbe un Nobel anche lui. Non per la letteratura: per l'ecologia.
3 - Al Billionnaire anche i cani hanno la carta di credito
Da La Stampa
Si improvvisa capovillaggio, battitore per una casa d'aste a mezzanotte, in pantaloncini e infradito, è capace di trascinare alla tastiera l'amico Enrico Cremonesi e partire a ruota libera: canzoni, un po' di karaoke, imitazioni, scherzi con gli ospiti in attesa dei cornetti caldi. A sorpresa, Fiorello in vacanza ricomincia da dove è partito: animatore di villaggio turistico, mattatore funambolo, una specie di pifferaio magico che si diverte a tirarsi dietro tutti, non sottraendosi neanche, insieme alla timida e paziente moglie Susanna, al rito della foto ricordo. A tutte le ore, lo vedi in posa sulla riva del mare, davanti al bancone del bar, al ristorante. «Ne ho fatte 120 - scherza - me ne mancano solo trecento».
L'altra sera, tra il pubblico del villaggio Valtur in Sardegna dove fa l'ospite-anfitrione, c'era anche l'amico Fabrizio Frizzi ad applaudirlo. Lui, in teatro, cantava a squarciagola «Vagabondo» dei Nomadi in coppia con un ragazzo dell'animazione, Francesco «Ciccio» Fiducia, che aveva sei anni quando lo fece esibire ai tempi del karaoke.
Un giorno, ha pranzato in cucina insieme ai cuochi. A Ferragosto si è unito alla fanfara che girava per il villaggio. Pochi chilometri separano il family-village dai templi del lusso della Costa Smeralda, dai velieri in rada e dai locali notturni con i divani tappezzati di leopardo.
«Al Billionnaire anche i cani hanno la carta di credito e quando giri l'ombrellino del drink svieni nel vedere il conto», spara la frecciata Fiorello, che non vuole tagliare i ponti con il passato.
E la sera, quando prende il microfono per quell'ora di show dal vivo senza copione, si ricorda pure di ringraziare il suo manager che lo segue dai tempi duri della gavetta, quando bisognava pregare gli impresari di provincia per fargli fare una serata rassicurandoli che sarebbe diventato «il Pippo Baudo del 2000».
È una gran festa quando, a notte alta, con il rumorista Dario Bandiera che riproduce il suono della batteria ed altri strumenti, intona «Grazie Roma» e «Malafemmena».
Dagospia.com 19 Agosto 2003