ALITALIA, BARCOLLA E POI DECOLLA - L’ACCORDO CON ETIHAD SI CHIUDE NEI PROSSIMI DUE GIORNI - IL PRE-ACCORDO PREVEDE PER GLI EMIRI LA MANLEVA PER I CONTENZIOSI PENDENTI SULLA COMPAGNIA E LA TRASFORMAZIONE DEL DEL DEBITO VERSO LE BANCHE IN AZIONI

1 - CDA DELL'ALITALIA IN PREALLARME SI STRINGE CON ETIHAD
Da "la Repubblica"

Alitalia-Etihad in dirittura d'arrivo. Entro 48 ore si conoscerà il destino della ex compagnia di bandiera: secondo indiscrezioni, infatti, il cda del vettore italiano sarebbe stato messo in preallarme per riunirsi lunedì o martedì. La lettera con le condizioni degli emiri, salvo sorprese, sarà sul tavolo dell'ad, Gabriele Del Torchio, entro domani.

Nel documento, le condizioni irrinunciabili poste da Etihad e la relativa proposta di investimento. Una volta incassata la disponibilità di Abu Dhabi alla trattativa in esclusiva per un ingresso di Etihad con 560 milioni di euro, nel giro di pochi giorni si passerebbe alla fase conclusiva. Nelle ultime ore, tra l'altro, i contatti tra i due numeri uno si sarebbero intensificati al punto che Del Torchio sarebbe pronto a partire per il Golfo già la prossima settimana.

Il pre-accordo punterebbe tutto sulla manleva per i contenziosi oggi pendenti su Alitalia e pari a circa 400 milioni di euro (con il gruppo Toto, con Windjet e con i dipendenti) e sulla trasformazione in azioni del debito dei principali creditori (Unicredit e Intesa Sanpaolo). Accanto ai nodi finanziari restano quelli relativi al personale che dovrà ridursi a 10mila unità.

Già da martedì potrebbero partire i contatti tra sindacati e azienda. «Stiamo continuando a fare una discussione senza sapere se c'è effettivamente una lettera di intenti e quindi qual è il piano industriale», ha detto ieri la leader Cgil, Camusso. Praticamente già risolti i nodi sui collegamenti ad alta velocità da Fiumicino verso Firenze e Bologna mentre ci sono problemi tecnici per la tratta verso Napoli.

2 - LA COMPAGNIA ITALIANA È L'ARMA CONTRO LO STRAPOTERE DI EMIRATES
Lucio Cillis per "la Repubblica"

Per diventare protagonista dei cieli europei, Etihad ha bisogno di Alitalia. Ecco perché nonostante l'irrigidimento di Abu Dhabi al tavolo delle trattative, il filo del dialogo ancora è integro. Agli emiri servono connessioni di medio raggio nel Continente per alimentare da Est (Germania) e da Sud Ovest (Italia e Spagna) il proprio lungo raggio verso Golfo e Asia.

Il nostro vettore, dal canto suo, oltre all'evidente bisogno di ossigeno finanziario prima di settembre, quando rischierebbe di sparire senza un alleato, deve allargare i propri orizzonti proprio a Medio Oriente e Pacifico, i due punti di forza di Etihad. Ma la compagnia del Golfo non ha intenzione di svenarsi. Insomma accordo sì, ma non a qualunque costo. E soprattutto non alle condizioni attuali in cui versa la compagnia tricolore.

Uno scenario di questo tipo è stato tracciato in un report dell'autorevole Capa (Center for Aviation). La "Bibbia" del settore aeronautico fa le pulci all'intesa e ai possibili sviluppi. Il primo problema di Etihad è essere arrivata nel nostro mercato, tra i più ghiotti d'Europa, in ritardo rispetto ai grandi concorrenti del Golfo, e cioè Qatar Airways e Emirates, che hanno intuito con largo anticipo le potenzialità del nostro Paese. Il numero di posti annui
che Etihad rende disponibili oggi dal Golfo verso l'Italia (140mila) è ai livelli toccati nel 2005 da Emirates che nel frattempo ha superato quota 810mila mentre Qatar sfiora i 350mila.

Alitalia, invece, è carente di posti verso l'Asia e, pur rappresentando il maggior vettore verso il Giappone dall'Italia, resta confinato a questa direttrice. L'ingresso nella famiglia Etihad - che include Air Berlin, Air Serbia, Air Seychelles, Virgin Australia, Jet Airways, Etihad Regional e un pezzetto di Air Lingus - aprirebbe al nostro Paese un maggior numero di collegamenti verso l'estremo Oriente e l'Europa stessa.

L'interesse di Etihad per Alitalia deriva anche dalle rotte che il vettore italiano opera verso le Americhe con un occhio particolare per il Roma-Miami e il Roma-Boston. Diverso il discorso per il Sud America dove Alitalia ha un discreto network che però resta un doppione di Air Europe, partner di Etihad che vanta un maggior numero di posti disponibili e rotte. Alitalia, comunque, mette sul piatto tanti voli verso Caracas, Rio de Janeiro e Buenos Aires.

Ma l'accordo resterà in bilico senza la pulizia dei conti e il taglio di 2500 dipendenti, così come vuole Etihad. La compagnia di Abu Dhabi chiede una newco senza oneri pregressi (circa 400 milioni di contenziosi) e uno sforzo alle banche sul debito, per poter agire liberamente. Il nodo esuberi verrà affrontato prossima settimana mentre per ora il sindacato è pronto a discutere dei 48 milioni di risparmi sul costo del lavoro già promessi a marzo.

Il personale è dunque l'ultimo scoglio, ma non il meno importante, all'accordo.
In sospeso resta anche la missione, il ruolo stesso di Alitalia all'interno del settore. Il vettore di Fiumicino è troppo piccolo per fare la guerra ai grandi e troppo grande per fare la guerra alle low cost. Ha un costo per passeggero prossimo ai 150 euro, ma con un'offerta di voli che non è nè carne nè pesce e non arriva ai 1.500 chilometri. Sotto questo livello troviamo Ryanair (50 euro per passeggero il costo medio e tratte da 1.250 chilometri) mentre al di sopra ci sono i big come Lufthansa (240 euro costo per passeggero e 2.100 chilometri di tratta media percorsa) o Iag (330 euro, 3.400 chilometri).

 

GABRIELE DEL TORCHIOalitaliaETHIAD ALITALIA x Alitalia arrivedercialitalia

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)