roberto gualtieri

I PIENI POTERI ALLA FINE LI HA PRESI GUALTIERI! – PENSATE CHE BELLO: IL MINISTRO DELL’ECONOMIA NATTA AVRÀ LA FACOLTÀ DI RIVEDERE, SENZA PASSAGGI PARLAMENTARI, DESTINAZIONE E QUANTITÀ DEI FINANZIAMENTI IN EXTRA DEFICIT. UN TESORETTO DA 75 MILIARDI IN MANO A UN TIPINO RIMASTO AL PCI DI NATTA, CHE PENSA CHE CHI GUADAGNA PIÙ DI 70MILA EURO LORDI L’ANNO SIA RICCO. AUGURI!

roberto gualtieri

1 – COME MAI NESSUNO PARLA DEI POTERI STRAORDINARI DI "SEQUESTRATION" ASSEGNATI AL MINISTRO DELL'ECONOMIA SUGLI 80 MILIARDI DI AUMENTO DI DEFICIT? 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/gualtieri-oggi-domani-ndash-come-mai-nessuno-parla-poteri-239984.htm

 

2 – GUALTIERI S' È PROCURATO I PIENI POTERI SUL TESORETTO ANTIVIRUS DA 75 MILIARDI

Giuseppe Liturri per “la Verità”

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Lunedì sera un comunicato stampa della presidenza del Consiglio dava conto che, a Villa Pamphili, tra una tartina e un prosecco, il Consiglio dei ministri si era riunito per varare un decreto legge atteso già da qualche giorno. Con quel decreto, pubblicato con il numero 52 il giorno dopo in Gazzetta Ufficiale, si disponeva infatti la facoltà di utilizzo di ulteriori quattro settimane di cassa integrazione da parte dei datori di lavoro che avevano già esaurito le iniziali quattordici.

 

recessione coronavirus

Tale utilizzo, inizialmente previsto a decorrere dal primo settembre, veniva quindi reso immediato.Il decreto non prevedeva effetti per la finanza pubblica, essendo le quattro settimane divenute immediatamente utilizzabili, già finanziate col decreto legge Rilancio del 19 maggio.

 

Era un provvedimento atteso da tempo per rimediare a un'iniziale, netta sottovalutazione delle richieste di integrazione salariale, su cui peraltro continua a incombere il rischio dell'insufficienza delle risorse.

 

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Infatti il decreto prevede che le risorse stanziate restino quelle dei decreti Cura Italia e Rilancio, e che «qualora dal monitoraggio dell'Inps emerga il raggiungimento, anche in via prospettica, del limite di spesa, il medesimo Istituto non potrà emettere ulteriori provvedimenti concessori».

 

FEDERICO FUBINI

Ma ieri sul Corriere della Sera Federico Fubini ha gettato uno squarcio di luce su un aspetto inizialmente passato sotto silenzio, di cui il comunicato stampa non parla.Il riferimento è all'articolo 4 del decreto, che dispone che tutte le risorse destinate con le tre norme finora emanate dal governo per fronteggiare la crisi (Cura Italia, Liquidità e Rilancio) siano soggette a monitoraggio da parte del ministero dell'Economia. All'esito di tale monitoraggio, il ministro titolare è autorizzato ad apportare, con proprio decreto ministeriale, le variazioni di bilancio necessarie per rimodulare le risorse assegnate tra le diverse misure previste dai tre decreti.

 

massimo d'alema con roberto gualtieri

Ma questa in sé non è una novità. Infatti, anche il decreto Cura Italia all'articolo 126, e il decreto Rilancio all'articolo 265, recano la medesima disposizione. Il fatto rilevante è che la possibilità di riassegnare le risorse viene qui stabilita non più all'interno dello stesso decreto, ma addirittura tra i tre che sono stati il pilastro, peraltro gracile, della risposta del nostro governo alla crisi economica da Covid-19.

ROBERTO GUALTIERI

 

Giova ricordare che i suddetti decreti avevano in dote ingenti risorse finanziarie. Infatti, il governo era stato dapprima autorizzato dal Parlamento ad aumentare il deficit di 20 miliardi e poi di altri 55: scostamenti che porteranno il deficit/Pil per il 2020 intorno al 10-11%.Aver inserito quella norma dapprima nei singoli decreti e poi nel decreto 52, con effetto cumulativo, conferisce al ministro dell'Economia un potere enorme.

 

roberto gualtieri e dario franceschini all'abbazia di contigliano

Quindi non solo il governo, presentando un decreto monstre di ben 266 articoli come quello Rilancio, ha di fatto esautorato qualsiasi tentativo di emendamento da parte del Parlamento, che non avrà mai i tempi tecnici necessari per farlo, ma ha anche rilasciato una sorta di delega molto ampia al ministro Roberto Gualtieri per spostare risorse a seconda delle necessità.

 

Ma allora vien da chiedersi quali siano i metodi di controllo su questo enorme potere discrezionale del ministro. In particolare, una volta che il monitoraggio avrà mostrato una eccedenza di risorse su un capitolo di spesa o un deficit su un altro capitolo, quali saranno i criteri seguiti dal ministro per «ottimizzare l'allocazione delle risorse»? E, si badi bene, qui non stiamo parlando di aggiustamenti marginali.

 

chiuso per virus

Siamo in presenza di voci di spesa che spesso si misurano in miliardi. Somme che, in occasione delle precedenti sessioni di bilancio, avevano costituito oggetto di serrate trattative tra governo e Parlamento. Per non parlare dei rapporti burrascosi con Bruxelles. Oggi, come d'incanto, basterà un decreto ministeriale per spostare fondi, ad esempio, dal bonus del 110% alla spesa sanitaria o alla cassa integrazione.

 

Questa formula suscita inoltre anche altri due tipi di perplessità. La prima di metodo. Siamo infatti in presenza del collasso della capacità di decidere e di allocare correttamente le risorse. È proprio il processo democratico di formazione delle decisioni che subisce un serio vulnus, quando un governo si riduce, da un lato, a impedire di fatto al Parlamento l'esercizio della propria funzione legislativa e, dall'altro, a mostrarsi incapace di definire in un decreto legge risorse ed obiettivi in modo preciso.

roberto gualtieri luigi di maio

 

Al punto di dare una delega quasi in bianco al proprio ministro dell'Economia per far sì che i fondi siano spesi tutti.Nel merito, tutto questo è ancora più grave se solo si pensi che la gran parte delle risorse (55 miliardi su 75) stanziate dal governo sono state assegnate al decreto Rilancio che, atteso per aprile, ha richiesto una gestazione lunghissima per poi arrivare in porto solo il 19 maggio.

 

Con tutto il tempo avuto a disposizione dal governo, stupisce sia necessario mettere una sorta di paracadute per evitare di registrare un'allocazione subottimale delle risorse. C'è stato un problema nella definizione delle stime degli stanziamenti e forse non lo si vuole ammettere?

roberto gualtieri claudio borghi

 

A questo punto, non si può che riporre fiducia nella capacità e nel senso di responsabilità del ministro Gualtieri, ma il fatto che il dicastero di via XX Settembre sarà nei prossimi mesi lo snodo decisivo e assoluto di risorse per decine di miliardi è un «rimedio» che avremmo voluto veder risparmiato al nostro Paese.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…