I FURBETTI DELLA POMPA – DA GENNAIO A NOVEMBRE IL BARILE È SCESO DEL 29%, MA IL PREZZO DELLA BENZINA È CALATO SOLO DELLO 0,6% – PERÒ AL PRIMO RIMBALZO DEL GREGGIO C’È DA SCOMMETTERE CHE SALIRÀ SUBITO ANCHE LA BENZINA

Luigi Grassia per “la Stampa

 

PETRODOLLARI PETRODOLLARI

La benzina non smette di stupire. Ieri i prezzi del petrolio, cioè della materia prima per raffinare i carburanti delle auto, sono crollati dopo la decisione dell’Opec di non tagliare le quote di produzione. Il barile di Brent che fa da riferimento in Europa è sceso a 72,94 dollari e il Wti americano a 69,28 dollari. Gli automobilisti non pretendono che la benzina e il gasolio si adeguino di minuto in minuto, ma ormai il movimento al ribasso del greggio dura da cinque mesi ed è un fatto curioso che i prezzi dei distributori non se ne siano quasi accorti.

Un gap che si allarga

PETROLIO OFFSHORE PETROLIO OFFSHORE

Ricostruiamo in poche battute la storia del 2014. Fra gennaio e giugno il Brent oscillava fra 105 e 115 dollari al barile e la benzina in Italia costava fra 1,7 e 1,8 euro al litro. La situazione era stabile e la relazione fra i prezzi di greggio e carburante appariva consolidata (e fondata, si suppone, su parametri oggettivi). Poi per il petrolio sono cominciati cinque mesi di declino ma con effetti insignificanti sui listini di benzina e gasolio (il che mette in dubbio l’oggettività dei parametri). Impressionante il confronto complessivo sugli undici mesi, fra il 5 gennaio e il 27 novembre: Brent a 107,78 dollari al barile e benzina a 1,729 al litro come dati di partenza, e come numeri finali 76,26 dollari e 1,718 euro al litro. Quindi il Brent in dollari ha perso il 29% e la benzina in euro solo lo 0,6 per cento.
 

Perché tanta timidezza

CARO BENZINA  CARO BENZINA

Le compagnie petrolifere potrebbero accampare tre giustificazioni. Siccome i prezzi del barile e del litro sono espressi in valute differenti, la diversa dinamica dei listini potrebbe essere attribuita alla variazione del cambio tra monete. Ma non è vero. Il cambio al 5 gennaio era 1,302 dollari per un euro, ieri ne bastavano 1,2481 ma la variazione percentuale del prezzo del petrolio negli undici mesi si riduce di poco se il barile si misura in euro (-26,2% anziché -29%). 
 

La scusa delle scorte

benzinai benzinai

Un’altra giustificazione tradizionale da parte delle compagnie è che bisogna prima smaltire le scorte di greggio comprate ad alto prezzo e solo in seguito, man mano che affluisce il petrolio meno caro, si possono adeguare al ribasso il listino della benzina e quello del gasolio. Ma neanche questa scusa regge. Fatto 100 il prezzo di inizio gennaio, le ultime scorte di greggio comprate a prezzo 100 risalgono a luglio; da allora a novembre si è smaltito così poco da giustificare un taglio del prezzo finale di appena lo 0,6 per cento?
 

Le quotazioni Platts

Dulcis in fundo la spiegazione più tecnica fornita dalle compagnie petrolifere: quella che fa riferimento alle quotazioni Platts. Quando né le variazioni del cambio né lo smaltimento delle scorte vengono in aiuto, si sostiene che la vera variabile a cui guardare non è il prezzo del barile di greggio ma quello dei carburanti raffinati, di cui l’indice Platts costituisce la sintesi. Ebbene, neanche da questa variabile arriva una giustificazione plausibile per la benzina troppo timida nell’andare giù: le quotazioni Platts sono scese negli ultimi mesi in parallelo con quelle del barile. 
 

Tabarelli: 4,2 cent di troppo 

traffico di romatraffico di roma

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, dice al telefono che «il Platts benzina il primo giugno era a 55 centesimi di euro al litro, adesso» (cioè ieri, ndr) «è sceso a 44,5 centesimi», quindi in calo drastico. Stessa storia per il prezzo Platts gasolio: «Il primo giugno era 56 centesimi, poi è crollato a 48,6».
 

Nomisma Energia pubblica regolarmente nel suo sito web l’andamento di quello che definisce il «prezzo ottimale» della benzina e del gasolio, confrontati con l’andamento dei prezzi reali. Nella schermata di ieri fra il prezzo ottimale della benzina, basato sulle quotazioni Platts, e quello effettivo al distributore, risultava uno scarto di 4,2 centesimi al litro, e per il gasolio un divario di 2,6 centesimi calcolato con gli stessi criteri. 
Ma Tabarelli non è ottimista sul calo dei prezzi dei carburanti: fra l’altro segnala come possibile, e forse anche probabile, un rimbalzo del petrolio, che per le compagnie chiuderebbe il discorso.

 

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