"HANNO SPOLPATO UNA BANCA" - TRUCCO E PARRUCCO DELL'OPERAZIONE (ANTOVENETA) PIU' PAZZA DEL MONDO, CON MUSSARI COMPLETAMENTE PRONO AI DESIDERI DELL'OPUS DEI BOTIN - MPS COMPRA A SCATOLA CHIUSA: “RILEVARE ANTONVENETA SENZA ALCUNA DUE DILIGENCE PREVENTIVA” - IL PATRON DI SANTANDER SI VANTA CON GLI AZIONISTI DI NON AVER TIRATO FUORI UN EURO PER GUADAGNARNE 6 - DALLE RICOSTRUZIONI FINANZIARIE DELLA GDF IL PAPOCCHIO CHE HA MANDATO A PICCO LA BANCA PIU' ANTICA DEL MONDO…

Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per il Giornale

La prima vera «sorpresa» dell'affaire Mps arriva quando Antonveneta è ancora nel gruppo olandese Abn Amro, prossimo a essere scalato da una cordata di banche come Santander, Royal Bank of Scotland e Fortis. «L'operazione - scrive la Gdf - inizia a delinearsi come possibile a fine agosto 2007, quando personale della società di consulenza Rothschild avrebbe contattato Mussari (presidente Mps) paventandogli la possibilità di acquistare il gruppo bancario italiano».

BOTIN «ORDINA» E MUSSARI:«OK»
Le cose si fanno più concrete quando Alessandro Daffina, advisor di Rothschild, il 29 ottobre spedisce via e-mail a Mussari «una bozza di lettera da inviare al presidente del Santander per comunicarvi l'interesse di Mps ad acquistare Antonveneta». Una bozza pronta all'uso, da firmare e inoltrare: «Caro presidente, alla fine di agosto sono stato contattato da Rothschild che mi ha ipotizzato la possibilità che Santander possa dismettere Antonveneta (...) volevo comunicarle che questa opportunità avrebbe un'importanza straordinaria per Mps e che pertanto godremmo del pieno supporto dei nostri azionisti (...)».

Gli inquirenti a quel punto interrogano Daffina (9 marzo 2012) e l'advisor conferma di aver ricevuto ad agosto 2007 dal boss di Santander Emilio Botin «un mandato esplorativo per verificare l'esistenza di eventuali soggetti bancari interessati» ad Antonveneta. E Botin ha due premure. La prima è vendere «senza dover necessariamente attendere il materiale passaggio della banca italiana da Abn Amro a Santander» - quindi vendere prima di comprare.

La seconda è una «condizione non negoziabile» che impone ai potenziali acquirenti: «Rilevare Antonveneta senza alcuna due diligence preventiva». Daffina contatta cinque banche, ma alla fine, a ottobre 2007, le offerte sono due: «Bnp presentò un'offerta di circa 7 miliardi, Interbanca esclusa. Mussari e Vigni presentarono verbalmente una proposta di circa 8 miliardi di euro».

NO INTERBANCA, NO DUE DILIGENCE
Botin, racconta Daffina ai pm, preferiva la banca francese, «più affidabile». Ma il 7 novembre «Botin gli riferì di essersi accordato con Mussari che aveva accettato tutte le condizioni in ordine al corrispettivo richiesto - elevato a 9 miliardi di euro - e all'impossibilità di effettuare una due diligence preventiva». E ancora: «Mussari chiese a Botin in tutte le fasi dell'accordo di poterla effettuare (la due diligence, ndr) senza, tuttavia, mai riuscire a ottenerla».

L'ESULTANZA DEL VENDITORE
Il deal è siglato. E Botin in un comunicato spiega di aver accettato l'offerta di 9 miliardi (senza cedere Interbanca), «importo significativamente superiore alla valutazione di 6,6 miliardi (compresa Interbanca, ndr) effettuata per Antonveneta con l'acquisizione di Abn Amro». Quel comunicato suggerisce chi abbia fatto l'affare, tanto che gli inquirenti annotano come Benessia, già advisor di Mps, «evidenzia a Rizzi (area legale Mps, indagato) con accento critico come il comunicato sia "una celebrazione del deal per Santander"...». Mps compra a scatola chiusa.

VISTO E PIACIUTO
L'articolo 9 dell'accordo ha un titolo significativo, «assenza di garanzie», e chiarisce che Mps «acquisisce le azioni sulla base del principio "visto e piaciuto" sotto tutti i profili». Tanto che il giorno dopo Benessia segnala a Rizzi «un'agenzia dove Ubs pone l'accento sull'assenza di una due diligence». E «il mercato reagisce negativamente alla notizia dell'accordo - annota la Gdf - penalizzando il prezzo dell'azione Mps», che nella prima seduta dopo il deal «registra una perdita del 10,5%». Da lì in poi andrà sempre peggio.

LA CACCIA AI FONDI
Da subito «emerge (...) che gli azionisti stabili, a cominciare dalla Fondazione, avrebbero avuto una parte attiva nel finanziare Antonveneta». Una circolare evidenzia la pessima accoglienza delle agenzie di rating. Con la presentazione del piano di finanziamento esplode il problema dei bond «fresh», che in una mail spedita da Merrill Lynch a Marco Morelli (all'epoca responsabile dell'operazione di finanziamento, poi direttore finanziario, anche lui indagato) si ipotizza «che Fondazione Mps sottoscriva fino al 50% circa dell'emissione».

Viene scelto, inoltre, di organizzare l'emissione in «modo usufrutto», una modalità «diversa da quella illustrata alla Bankitalia», rimarca la Finanza. A marzo 2008, Marco Parlangeli della Fondazione Mps manda a Rizzi la delibera con cui il braccio politico della banca «al fine di evitare diluizioni della quota detenuta (...) avrebbe partecipato all'aumento di capitale (...) nonché sottoscritto per un valore di 490 milioni di euro gli strumenti convertibili emessi indirettamente da Bmps».

I FRESH SEGRETI
Il comunicato su quella delibera, si legge nell'informativa, «era stato fatto omettendo qualsiasi riferimento alla sottoscrizione degli strumenti innovativi di capitale (fresh) (...) che saranno poi effettivamente stipulati il successivo 14 aprile». A spiegare ai baschi verdi le conseguenze di quell'indebitamento della Fondazione è Luca Jelmini, «funzionario Rothschild attualmente impegnato in Fondazione Mps nell'attività di ribilanciamento e ristrutturazione del debito».

Ai pm Jelmini dice: «Si tratta di finanziamenti ricevuti dalla Fondazione per 490 milioni di euro, a fronte dei quali paga un flusso finanziario calcolato sul valore nominale, cioè i 490 milioni, e ricevendo dalle controparti un flusso finanziario determinato sul valore di mercato del Fresh sottostante che, allo stato, è pari al 23 per cento del valore nominale, circa 115 milioni di euro». Un vero affare.

E alla scadenza - insiste Jelmini - la Fondazione, qualora dovesse optare per la consegna fisica dei titoli Fresh, dovrà pagare alle due controparti finanziatrici il valore di 490 milioni di euro, indipendentemente dal valore di mercato del Fresh che, come riferito, presenta (a marzo 2012, ndr) una perdita del 77%»: 375 milioni di euro già bruciati.

UNA «INDEMNITY» DA PIRATI
Anche l'esistenza di una «letter of indemnity» a favore di JpMorgan e Bank of New York - occultata a Bankitalia nel settembre 2008 - sfocia nell'accusa di ostacolo alla vigilanza. Ne parla il responsabile tesoreria di Mps Massimo Molinari in una mail a Rizzi, che si opponeva a rilasciare la lettera di garanzia, spiegandogli di essere stato costretto a farlo, perché altrimenti Bny non avrebbe cominciato l'assemblea degli obbligazionisti del Fresh, mandando tutto a monte. Per Molinari «tenere in ostaggio un'assemblea» è «un comportamento da pirati e non da professionisti», ma aver concesso quella copertura per lui è «il male minore», e «non peggiora troppo la situazione di un'operazione» sfociata in guai giuridici serissimi.

L'AUTOGOL CHIUDE LA PARTITA
Il 12 marzo scorso il presidente della Fondazione Mancini «trasmette alla Consob quanto richiesto in ordine alla complessiva situazione debitoria». E raccontando i dettagli dell'acquisto di Antonveneta, scrive: «Banca Mps ha curato l'emissione di titoli fresh emessi da Bny».

Gli inquirenti strabuzzano gli occhi. E annotano la candida ammissione della Fondazione di un coinvolgimento diretto della Banca nell'emissione del Fresh, a differenza di quanto dichiarato dalla stessa Banca a Bankitalia nell'ottobre 2008: «JpMorgan ha poi a sua volta trasferito tale rischio ai portatori degli strumenti finanziari convertibili emessi da Bank of New York, con un'operazione alla quale la banca è estranea». Le bugie di Mps Banca sbugiardate da Mps Fondazione. Tragicamente sublime.

 

 

Giuseppe Mussari arriva al Tribunale di SienaGIUSEPPE MUSSARI santanderEmilio Botin presidente Banco SantanderrbsAlessandro DaffinaGIUSEPPE MUSSARI ANTONIO VIGNIAugusto Benessia JPMorgan Chaseluca-jelmini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…