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I PADRI SEPARATI NON CONTANO NULLA - IL TRIBUNALE DI TORINO PERMETTE A UNA DONNA DI TRASFERIRSI CON LE SUE FIGLIE IN TOSCANA, DAL NUOVO COMPAGNO E LONTANO DALL’EX MARITO (CHE HA L’AFFIDAMENTO CONDIVISO), PERCHÉ ANCHE I NONNI HANNO DECISO DI RAGGIUNGERLE

Andrea Rossi per “la Stampa”

 

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Del ruolo di collante che la crisi ha quasi imposto sapevamo: aiutano (a volte sostituiscono) i figli che lavorano a crescere le nuove generazioni; sostengono quelli che hanno perso il posto affinché non sprofondino nella povertà. La riscossa dei nonni però non si esaurisce qui. Come ha scritto la psicologa Anna Oliverio Ferraris, il loro ruolo non si non si limita a «tappare le falle o intervenire nei momenti difficili». La presenza di un nonno o di una nonna nella vita di un nipote ha già di per sé l' effetto di allargare i confini della famiglia nucleare. È talmente vero che la loro figura comincia a diventare essenziale quando una famiglia si disgrega e si tratta di raccogliere i cocci.

 

IL TRASLOCO IN TOSCANA

A Torino, il Tribunale ha concesso a una donna separata di trasferirsi a Livorno - allontanando dunque di molto le due bambine, di 8 e 11 anni, dal padre - proprio perché, tra le altre cose, anche i nonni avevano deciso di traslocare in Toscana. Avrebbero seguito le nipoti, dando così un decisivo contributo a «mantenere l' ambiente famigliare conosciuto dalle bambine».

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È un bignami dei nostri tempi, questa storia: le famiglie che si scompongono e trovano nuovi assetti, i nuclei allargati, la crisi che spinge le persone a partire per cercare un' occupazione migliore, i bambini che rischiano di finire sballottati, i nonni che pur di evitare disgregazioni troppo laceranti sono disposti a cambiare casa e abitudini. E i giudici che devono decidere come plasmare i nuovi assetti in un contesto sempre più complesso.

 

La soluzione decisa dalla settima sezione civile del Tribunale di Torino interpreta in modo innovativo il principio secondo cui, se una coppia si separa, si debba innanzitutto tutelare l' interesse dei figli minorenni a una crescita armonica in cui sia garantito il concreto diritto ad avere due genitori. Diritto che si può incrinare se uno dei due si trasferisce da Torino a Livorno.

 

IL MINORE DEI MALI

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Eppure il collegio presieduto da Cesare Castellani l' ha permesso, scegliendo una strada diversa rispetto ad altri casi, anche recenti, in cui il trasloco di un genitore era stato vietato. E ha consentito a una donna, separata dall' anno scorso, di trasferirsi in Toscana, dove abita il suo nuovo compagno, con le figlie, 8 e 11 anni. L' ex marito - che ha l' affidamento condiviso delle bambine e ora vive con un' altra donna da cui ha appena avuto un figlio - si era opposto ritenendo che il cambio di residenza avrebbe sradicate le figlie dal loro ambiente abituale.

 

Un' obiezione che fa vacillare i giudici, i primi a rendersi conto di quanto sia complesso armonizzare le nuove famiglie: «Qualunque decisione verrà adottata potrà comportare aspetti non positivi per le figlie, dovendosi, dunque, scegliere l' opzione con minori profili di criticità», scrive il collegio motivando la decisione.

 

E il minore dei mali è rappresentato dalla presenza dei nonni, disposti a lasciare Torino per seguire figlia e nipoti a Livorno. Sono loro - forse anche più del padre, pur giudicato «idoneo» - il collante della famiglia: il loro trasloco «consente il mantenimento, quantomeno in parte, dell' ambiente familiare conosciuto dalle bambine, potendo gli stessi costituire altresì un rilevante elemento di appoggio e di aiuto alla madre per la gestione delle problematiche concrete inerenti le minori», si legge nell' ordinanza.

 

Non è l' unico elemento a sostegno della decisione: la più grande delle bambine, dovendo passare dalle Elementari alle Medie, avrebbe comunque cambiato scuola, compagni e ambiente. Tra Torino e Livorno, poi, ci sono 350 chilometri, non abbastanza da compromettere la possibilità di vedersi. Tuttavia, in definitiva, è meno destabilizzante andare a vivere lontano dal padre, se nella nuova città, insieme con la mamma, ci sono anche i nonni. Anzi, può essere la soluzione migliore.

O la meno critica.

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