DOVE C'E' PRETE, C'E' CAPPELLA - CHI È IL VATICANISTA E PRETE SPAGNOLO ANTONIO PELAYO BOMBÌN, 81 ANNI, ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE. DURANTE L'ULTIMO CONCLAVE, HA ADESCATO UN COLLEGA 40ENNE SFOGGIANDO LA SUA CULTURA. I DUE SONO SALITI A CASA DEL RELIGIOSO CHE, DOPO AVER OFFERTO ALL'UOMO UN WHISKY, HA TENTATO DI AVERE UN RAPPORTO SESSUALE - NON CONTENTO, PELAYO HA CONTINUATO A SCRIVERE AL GIORNALISTA, CHE E' STATO COSTRETTO A TRASFERIRSI ALL'ESTERO - DA PIÙ DI 30 ANNI, L'81ENNE E' CORRISPONDENTE DA ROMA PER IL QUOTIDIANO "YA" E LA RETE "ANTENA 3" E, IN PASSATO, HA CONCELEBRATO MESSE CON GIOVANNI PAOLO II, DI CUI HA UNA RELIQUIA...
Estratto dell’articolo di Francesco Esposito per https://www.fanpage.it/
ANTONIO PELAYO E PAPA FRANCESCO
È un sacerdote, ma per quasi tutta la vita ha lavorato come giornalista seguendo i pontefici nei loro viaggi e possiede una reliquia di San Giovanni Paolo II. La Procura di Roma ha chiuso le indagini su Antonio Pelayo Bombìn, 81 anni, è accusato di violenza sessuale nei confronti di un cronista.
I fatti sarebbero avvenuti nei giorni in cui in Vaticano era in corso il Conclave che ha poi portato all'elezione di Papa Leone XIV. In quel periodo la sala stampa vaticana ha accolto cronisti provenienti da tutto il mondo.
In questo contesto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Pelayo avrebbe adescato il collega quarantenne sfoggiando la sua cultura nel campo dell'Arte e il suo ruolo all'interno della Santa Sede.
Dopo i primi incontri in pubblico, Pelayo lo ha convinto ad incontrarsi in casa sua. Qui, dopo avergli offerto del whisky, avrebbe tentato con insistenza un approccio sessuale. Respinto, l'81enne spagnolo ha continuato a scrivere al cronista, portandolo a trasferirsi all'estero.
Antonio Pelayo, nato a Valladolid in Spagna l'11 dicembre del 1944, è corrispondente da Roma per più di 30 anni, lavorando principalmente per il quotidiano Ya e la rete Antena 3, esperienza che lo ha reso un volto molto noto della televisione spagnola e che lo ha portato a ricevere molti premi alla carriera sia in Spagna che in Italia.
La sua carriera è iniziata nel 1970 dopo essersi diplomato alla Scuola di giornalismo di Madrid. Ha compiuto i suoi primi passi scrivendo di cinema per il periodico Vida Nueva. Si è poi spostato sul giornalismo religioso.
Ancora giovane, nel 1976, è diventato corrispondente da Parigi per Ya. Ci è rimasto per nove anni, di cui due vissuti come presidente dell'associazione della Stampa estera in Francia. Si è spostato a Roma nel 1986: "La scelta più logica", ha detto in un'intervista del 2021. Da quel momento ha vissuto nella Città Eterna diventando un esperto vaticanista.
Ha vissuto quasi tutto il pontificato di Giovanni Paolo II, che ha accompagnato in ogni suo viaggio. Quelli che ricorda di più sono quelli in Polonia, in particolare il primo, che ha definito "un viaggio di conquista" e in Messico, "dove il povero Papa non riusciva a dormire perché c'erano mariachi, canti e folklore davanti alla Nunziatura".
Ha fatto lo stesso anche con Benedetto XVI e Francesco. Nella lunga carriera ha vissuto cinque conclavi: ultimo quello che ha eletto Robert Francis Prevost come Leone XIV e durante il quale avrebbe abusato del collega quarantenne.
"Il giornalismo è entrato nella mia vita molto tardi e indirettamente. Volevo diventare prete", ha dichiarato al periodico spagnolo Cope. Dopo il seminario, si è laureato all'Università Pontificia di Comillas ed è stato ordinato sacerdote nel 1968. Non ha mai avuto una sua parrocchia, ma aveva un'attrazione per gli studi teologici. [...]
Nel corso degli anni ha, però, celebrato alcune messe da ricordare. In occasione del venticinquesimo anniversario di sacerdozio, ha concelebrato con Giovanni Paolo II nella sua cappella privata. Esperienza ripetuta a Santa Marta con Francesco, in occasione, questa volta, del cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Per la sua lunga esperienza come corrispondente e per la conoscenza teologica è stato anche consigliere ecclesiastico dell'Ambasciata spagnola presso la Santa Sede.
Antonio Pelayo Bombìn nella sua vita ha conosciuto sei papi. Ma quello che sembra essere rimasto di più nel suo cuore è San Giovanni Paolo II, conosciuto quando era ancora Monsignor Karol Wojtyla Arcivescovo di Cracovia. "Lo incontrai mentre celebrava una messa molto solenne nella chiesa di Santa Maria a Cracovia per celebrare la canonizzazione di Padre Kolbe – ricorda in un'intervista.
Una messa gremita di gente, un'omelia interrotta dagli applausi, e ebbi l'opportunità di salutarlo in sacrestia dove pronunciai una frase che non dimenticherò mai: ‘La Spagna è quel Paese che amo tanto'". [...]





