alessandro michele e harry styles

“LA VERITÀ” SGUAINA IL TESTOSTERONE E SE LA PRENDE CON LA MODA DI “RIEDUCARE I MASCHIETTI IN NOME DELLA FEMMINILITÀ”: “IL MESSAGGIO DI OGGI E’ CHE I MASCHI DOVREBBERO ESSERE RIEDUCATI COSÌ DA CAMBIARE IL PROPRIO MODO DI ESSERE, DIVENTANDO PIÙ DOLCI E MAGARI UN PO' PIÙ FEMMINILI - SE SI TRATTASSE SOLO DELL'ULTIMA TENDENZA DEL CULTURAME PROGRESSISTA, SE NE POTREBBE PURE RIDERE. MA QUI C'È IN BALLO MOLTO DI PIÙ. IL MESSAGGIO È..."

Francesco Borgonovo per “la Verità”

ALESSANDRO MICHELE E HARRY STYLES

 

Alessandro Michele è il celebratissimo direttore creativo della casa di moda Gucci.

Lo scorso anno ci aveva deliziato facendo indossare alle sue modelle capi impreziositi da scritte pro aborto. Pochi giorni fa, invece, ha deciso di cimentarsi con un altro grande classico del pensiero unico: la lotta contro il maschio cattivo. In buona sostanza, ha vestito i modelli con abiti bambineschi per invitare gli uomini a tornare bambini e a liberarsi così dei pregiudizi e dei fardelli acquisiti crescendo. «Volevo rendere evidente la tossicità dell' essere maschile in un modo stereotipato», ha detto Michele a Vanity Fair.

 

«Una cosa estremamente pericolosa, per gli uomini ma anche per le donne. Questa sfilata è un inno al sesso maschile, capace di tante cose, anche di revisionare quello che gli è stato insegnato. Anche di tornare indietro e di re-imparare un modo diverso di essere maschi. Ma attenzione: non voglio distruggere il mondo degli uomini, ma ampliarlo il più possibile».

 

alessandro michele foto di bacco (5)

Il messaggio di Michele è piuttosto chiaro: i maschi di oggi dovrebbero essere educati, anzi rieducati così da cambiare radicalmente il proprio modo di essere, diventando più bravi, più buoni, più dolci e magari un po' più femminili. Purtroppo, Alessandro Michele non è l' unico a pensarla così. L' ultimo numero di Sette, rivista del Corriere della Sera, si apre con un editoriale del filosofo Leonardo Caffo in cui si spiega che è ora di ripensare il modo di essere maschio. Di nuovo, viene riproposto il modello di uomo diminuito: «Maschi fragili dunque non più come sinonimo di debolezza, ma di bellezza», scrive Caffo.

harry styles, stevie nicks e alessandro michele

 

Pochi giorni prima dell'uscita di Sette, sul magazine femminile Io Donna, è stato pubblicato un lungo servizio intitolato «Maschi da educare». Indovinate che cosa diceva? Semplice, che i maschi devono essere rieducati in modo che si liberino degli stereotipi e possano finalmente combattere la maschilità tossica che alligna dentro di loro. Anche Repubblica ha fatto la sua parte.

 

A margine delle polemiche sanremesi sul presunto sessismo di Amadeus (colpevole di aver detto che alcune belle invitate al festival sono belle, e in effetti è per quello che le hanno invitate), il quotidiano progressista ha scodellato sull' edizione online un titolo interessante: «Diciassette consigli per educare i figli (soprattutto maschi) al femminismo». Tra i vari suggerimenti c'è quello di vestire i bambini nel modo più neutro possibile affinché non assomiglino a stereotipi.

alessandro michele

 

Alcuni dei preziosi consigli sono stati ripresi da un libro intitolato Educare al femminismo (Salani) della spagnola Iria Marañón. «La prima cosa che dobbiamo insegnare alle nostre figlie e ai nostri figli è che il maschilismo esiste e si manifesta in molti modi, a volte anche difficili da cogliere», scrive la gentile donzella.

 

alessandro michele e dario argento

In effetti l' idea di educare i maschietti a essere femministi va parecchio di moda, tanto che persino il New York Times ha dedicato un rilevante articolo all' argomento alcuni mesi fa. E ovviamente non mancano psicologi, sociologi e pedagogisti pronti a giurare che sia una ottima idea. La giornalista Monica Lanfranco, che si definisce femminista e «formatrice sulla differenza di genere», ha appena pubblicato per Erickson un libro intitolato Crescere uomini.

 

Nella presentazione si spiega che è «dedicato a chi, a cominciare dai padri, dalle madri e a tutte le altre figure adulte di riferimento che lavorano nella scuola e nelle diverse agenzie educative, voglia trovare spunti e ispirazione nel difficile, ma indispensabile, percorso di accompagnamento verso una radicale trasformazione delle relazioni tra i generi». È giunto il momento, dice il testo, di «volgere lo sguardo verso le responsabilità e le risorse dei giovani uomini per cambiare le relazioni tra uomini e donne nella direzione del rispetto e dell' empatia».

harry styles e alessandro michele di gucci versione gender fluid

 

Tradotto, significa che secondo l' autrice è opportuno andare nelle scuole e spiegare ai bambini che la loro maschilità è tossica, motivo per cui è urgente una rieducazione.

Di tesi di questo tipo se ne sentono ovunque. Se si trattasse soltanto dell' ultima tendenza del culturame progressista, se ne potrebbe pure ridere. Ma qui c' è in ballo molto di più. Il messaggio che si manda ai ragazzini è lo stesso che Alessandro Michele ha trasmesso nella sua sfilata: i maschi sono pericolosi, tutti violenti in potenza, quindi vanno ammansiti, sedati, svirilizzati. Cioè privati della forza, che è il nucleo costitutivo dell' essere uomo. Il maschio va bene se è fragile, debole, sottomesso, femminista, femminile. Cioè se smette di essere maschio.

 

Gli si dice che la sua potenza generatrice è maligna, pericolosa, e che va combattuta.

MILANO FASHION WEEEK gucci Alessandro Michele

Stiamo crescendo maschi che si vergognano di essere maschi, o che non sanno gestire la maschilità. Stiamo distruggendo gli uomini, in poche parole. Con la scusa della maschilità tossica, ci stiamo intossicando tutti, femmine comprese.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?