TOGHE CALDE – IL CSM RIPRENDE A DISCUTERE DELLA PROCURA DI PALERMO E LA BATTAGLIA PER IL POSTO DI PROCURATORE CAPO S’INTRECCIA CON LA GUERRA AI VERTICI DELLA PROCURA MILANESE

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

giovanni legnini jpeggiovanni legnini jpeg

Si ricomincia daccapo, con l’audizione dei candidati. Un modo per prendere tempo, visto che manca l’accordo. E un modo per far conoscere «dal vivo» ai consiglieri «laici» i tre aspiranti procuratori di Palermo. Nomina complicata che il Consiglio superiore della magistratura vorrebbe sbrigare al più presto, ma i giochi sono tutt’altro che chiusi. E difficilmente, a meno di improvvisi cambi di rotta, si arriverà all’auspicata scelta condivisa. Che potrebbe intrecciarsi — ed essere condizionata — da altre decisioni in calendario: prima fra tutte la disputa infinita, a Milano, tra il procuratore Bruti Liberati e l’aggiunto Robledo. 

GUIDO LO FORTE GUIDO LO FORTE


Per l’ufficio giudiziario antimafia più importante d’Italia, sempre al centro di tensioni e polemiche quasi fosse un destino ineluttabile, concorrono — in ordine di anzianità — il procuratore di Messina Guido Lo Forte (66 anni, quaranta di toga), il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari (stessa età di Lo Forte, ma un anno di carriera in meno) e il più giovane Franco Lo Voi, 57 anni, rappresentante italiano ad Eurojust. 

Sergio LariSergio Lari


Tutti e tre hanno un lungo trascorso alla Procura palermitana (i primi due come aggiunti) e rappresentano rispettivamente il centro, la sinistra e la destra giudiziaria, portati il primo dalla corrente Unità della costituzione (5 rappresentanti al Csm), il secondo dal gruppo Area (7 consiglieri tra Magistratura democratica e Movimento per la giustizia), il terzo da Magistratura indipendente (4 consiglieri). Ma è probabile che la distribuzione dei voti dei «laici» non seguirà l’orientamento politico predefinito, e tra gli stessi togati le carte potrebbero mescolarsi in caso di corsa ridotta a due candidati. 

FRANCO LO VOIFRANCO LO VOI


Sullo sfondo del voto, prima in commissione incarichi direttivi e poi in plenum , c’è il processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, e poi la concezione del ruolo del procuratore. «Mi piacerebbe che tra i criteri del Csm ci fosse quello di garantire a chi è più esposto una piena condivisione di fini e strumenti, proprio sul processo trattativa e su quello che gli gira intorno», ha dichiarato giorni fa il procuratore aggiunto Teresi; posizione ribadita l’altro ieri dal suo ex collega Ingroia, che paventava una «normalizzazione» dell’ufficio se la scelta non fosse caduta su Lo Forte o, in alternativa, su Lari, che pure da Caltanissetta non ha mostrato di condividere tutte le scelte dei pm palermitani, a cominciare dalle valutazioni su Massimo Ciancimino. 

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI


Nel precedente Csm la commissione aveva attribuito tre voti a Lo Forte, due a Lari e uno a Lo Voi, ma una lettera giunta dal Quirinale fermò la riunione del plenum per dare la precedenza a incarichi vacanti da più tempo. In questo Consiglio Lari dovrebbe in teoria avere i numeri migliori, ma — nonostante tutti dichiarino di opporsi a «correntismo» e «logiche di appartenenza» — c’è chi sostiene che quelli di Area non possano pretendere di tenere Bruti a Milano e guadagnare anche Palermo; tanto più che in quella città il procuratore generale Scarpinato è espressione dello stesso gruppo. 


Ecco allora che riprende quota l’ outsider Lo Voi, con minore anzianità di servizio e nessuna esperienza direttiva, il quale oltre ai voti di Mi potrebbe contare sull’appoggio dei «laici» di centrodestra e forse non solo loro. Non tanto per orientamento politico quanto perché meglio di altri potrebbe garantire quell’idea di pubblico ministero che sappia «prospettarsi le conseguenze dei propri provvedimenti e misurarne le ricadute», rifuggendo «dal sentirsi investito di missioni improprie e fuorvianti», caldeggiata dal capo dello Stato nonché presidente del Csm. Lunedì i candidati saranno «interrogati», poi non ci saranno più scuse per rinviare il voto. 

GIORGIO NAPOLITANO GIORGIO NAPOLITANO

 

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)