malago e montezemolo renzi

L'USCITA DI SCENA DI MONTEPREZZEMOLO - LUCHINO HA CAPITO CHE RENZI E MALAGO' VOGLIONO SILURARLO E SI DEFILA: "SE ROMA VINCE LE OLIMPIADI ME NE VADO. FACCIO PARTE DEL COMITATO PROMOTORE, NON AVRO' RUOLI IN QUELLO ORGANIZZATORE - LA SINDACA DECIDA SECONDO COSCIENZA: OGGI LA CITTA' E' IMPREPARATA, MA TRA OTTO ANNI..."

MARCO MENSURATI per “la Repubblica

 

 MONTEZEMOLO MALAGO ' MONTEZEMOLO MALAGO '

La corsa di Roma alle Olimpiadi del 2024 sta per affrontare un passaggio chiave. Di qui a un mese la sindaca Virginia Raggi dovrà decidere se firmare il perfezionamento della candidatura italiana oppure no. Un passaggio non decisivo - l’eventuale assegnazione dei Giochi sarà deliberata dagli 86 membri del Comitato olimpico internazionale (Cio) tra un anno - e tuttavia cruciale, visto che un no della Raggi aprirebbe la strada quanto meno a un violento conflitto con il governo se non al decadimento istantaneo della candidatura stessa.

 

Ed è per questo, per la delicatezza del momento, che il presidente del comitato promotore di Roma 2024, Luca Montezemolo sgombera il campo da ogni dubbio o da ogni equivoco: «Perché ho la sensazione - dice - che in queste ore si stia facendo un poco di confusione».

virginia raggi alla festa del fatto quotidiano (1)virginia raggi alla festa del fatto quotidiano (1)

 

Che genere di confusione?

«Credo che non si stia distinguendo con la sufficiente chiarezza la differenza tra comitato promotore e comitato organizzatore, e cioè tra chi ha l’incarico di convincere i membri del Cio in tutto il mondo della bontà della scelta di Roma; e chi invece si dovrebbe assumere l’onere e la responsabilità di organizzarli, quei Giochi, nel caso di una loro eventuale assegnazione».

 

Probabilmente c’è chi pensa che ci possa essere continuità tra le due identità.

«Per quanto mi riguarda ho sempre detto e ripeto oggi che un istante dopo l’assegnazione delle Olimpiadi, io mi occuperò di altro. Non ho alcuna intenzione di seguire, nel caso ce ne fosse l’occasione, anche la fase organizzativa. Non sarebbe né giusto né opportuno».

 

Insomma, nel caso in cui la candidatura dovesse superare il check point del prossimo 7 ottobre, il suo “ruolo olimpico” cesserebbe nel settembre del 2017?

niki lauda montezemoloniki lauda montezemolo

«Non andrà oltre per nessuna ragione al mondo. Ho accettato questo incarico per puro spirito di servizio, perché voglio bene all’Italia e a Roma, e perché ritengo sana quella voglia di rinascita che c’è dietro al progetto. E sono stato orgoglioso in questi mesi dei ragazzi del Comitato che hanno lavorato con passione al progetto. Se oggi siamo ritenuti favoriti alla vittoria finale, è per la qualità del loro lavoro. Io da parte mia ho messo volentieri a disposizione il patrimonio di conoscenze che ho accumulato in tanti anni di attività nel mondo dello sport internazionale, un capitale di esperienze, da Azzurra alla Ferrari, dai Mondiali del ‘90 alla Juventus».

 

Cosa accadrebbe se il Comune dicesse di no? Il governo potrebbe subentrare?

montezemolo italia 90 montezemolo italia 90

«Non voglio entrare in questa discussione. Credo che la sindaca Raggi debba decidere liberamente e secondo coscienza. Nel caso in cui dicesse di no, da cittadino e da sportivo mi dispiacerebbe, ma rispetterei una decisione difficile. In merito alla quale mi limito a dire una sola cosa: le Olimpiadi sarebbero nel 2024, tra otto anni. Non domani. Se fossero domani anche io avrei dei dubbi sull’opportunità di candidare una città con i problemi di Roma. Ma di qui a otto anni ci sono tutti i presupposti per migliorare».

 

Quante possibilità avrebbe davvero Roma di spuntarla, se la candidatura andasse avanti?

«Sinceramente penso molte. Anche se la partita è tutt’altro che scontata. La concorrenza di Los Angeles, Parigi e Budapest è molto agguerrita. America e Francia hanno schierato forze importanti a sostegno delle loro candidature. Le Olimpiadi sono una grande occasione anche per gli altri ».

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLA DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DA AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”