covid bambini depressione

LA PANDEMIA CI HA FATTO A PEZZI – SECONDO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’, IL 6% DI ITALIANI SOFFRE DI DEPRESSIONE, UNO STUDIO MOSTRA UNA CRESCITA DEL 20% DEI RICOVERI NEI REPARTI DI PSICHIATRIA DOPO IL COVID - I DISTURBI SONO PIÙ FREQUENTI TRA LE DONNE (12% RISPETTO AL 5% NEGLI UOMINI), TRA LE CLASSI SOCIALMENTE PIÙ SVANTAGGIATE PER DIFFICOLTÀ ECONOMICHE. UNA DISCRETA QUOTA DI PERSONE CON SINTOMI DEPRESSIVI (23%) NON CHIEDE AIUTO…

 

DEPRESSIONE

(ANSA) - ROMA, 09 OTT - Più del 6% degli italiani adulti e il 9% degli over-65 accusa sintomi depressivi. La quota sale nelle persone che vivono in condizioni di disagio economico fino ad arrivare rispettivamente il 18% e il 25% tra chi dichiara di avere molte difficoltà ad arrivare a fine mese.

 

Sono i dati che arrivano dai sistemi di sorveglianze Passi e Passi d'Argento dell'Istituto Superiore di Sanità diffusi per la Giornata Mondiale della Salute Mentale di domani 10 ottobre. Per l'occasione, l'Iss ha reso noti anche i dati di uno studio che mostra una crescita del 20% dei ricoveri nei reparti di Psichiatria dopo la pandemia. 

  

Nel dettaglio, il monitoraggio mostra che poco più di 1 italiano su 20 riferisce sintomi depressivi e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico per una media di quasi 16 giorni nel mese. I sintomi sono generalmente più frequenti con l'avanzare dell'età, fra le donne (7%), fra le persone socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche (18%), precarietà lavorativa (8%) o bassa istruzione (11%), fra chi vive solo (7%) e chi è affetto da patologie croniche (11%).

   

depressione post covid

 Più grave la situazione tra gli anziani, anche se si osserva una tendenza al miglioramento rispetto agli anni passati. Soffre di sintomi depressivi per una media di 17 giorni al mese il 9% degli over-65, per arrivare al 13% dopo gli 85 anni.

 

Anche in questo caso, i disturbi sono più frequenti tra le donne (12% rispetto al 5% negli uomini), tra le classi socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche (25% in chi riferisce molte difficoltà economiche rispetto 6% di chi non ne riferisce) o bassa istruzione (12% fra coloro che hanno al più la licenza elementare contro 5% fra i laureati), tra chi vive solo (11%) e fra le persone con diagnosi di patologia cronica.   

 

COVID DEPRESSIONE 5

Una discreta quota di persone con sintomi depressivi (23%) non chiede aiuto: spesso chi lo fa si rivolge solo ai propri familiari/amici (26%).

 

L'Iss ha reso inoltre noti i dati di un monitoraggio condotto dal Centro per le scienze comportamentali e la salute mentale e pubblicato sugli Annali dell'Istituto Superiore di Sanità che quantifica gli effetti della pandemia sui dipartimenti di salute mentale.   

 

Dall'indagine, condotta su 19 dipartimenti di Salute Mentale, emerge che tra il 2021 e il 2023, la struttura dell'offerta sanitaria è rimasta sostanzialmente stabile. Si osserva un aumento delle strutture semi-residenziali e, dal punto di vista del personale, una crescita degli psicologi e assistenti sociali, a cui fa, però, da contraltare un calo dei tecnici di riabilitazione.  

  

COVID DEPRESSIONE 1

Segnali di preoccupazione, invece, sul fronte della salute mentale della popolazione: crescono del 20% i ricoveri nei reparti di Psichiatria e del 30% gli atti di autolesionismo riscontrati dai Pronto Soccorso. Specularmente, si sono però ridotti i Trattamenti sanitari obbligatori.

 

Quest'ultimo dato "può essere interpretato come un effetto positivo dell'intervento precoce e dell'assistenza tempestiva da parte dei servizi territoriali, che riduce la necessità di ricorrere a misure coercitive", si legge nello studio.   

 

"I dati mostrano una fotografia complessa ma utile per comprendere le sfide future" commenta il team dell'Iss. In particolare "si registra un aumento della domanda di assistenza ospedaliera. Nonostante alcuni cambiamenti nella composizione e tipologia del personale permane in particolare la criticità rappresentata dalla dotazione complessiva di risorse umane".   

 

Per ultimo, l'Iss ha diramato i nuovi dati relativi alla mappatura dei servizi territoriali dedicati ai Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. In totale, si tratta di 225 strutture: 54 associazioni e 171 centri di cura, di cui 137 afferenti al servizio sanitario nazionale e 34 al privato accreditato convenzionato. Di questi, 83 centri sono al Nord, 36 al Centro e 52 tra Sud e Isole.

depressione

 

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