
RAI, DI TUTTO DI PUS! – LA COMMISSIONE VIGILANZA RAI È FERMA DA QUASI UN ANNO MA CI COSTA PARECCHIO. DA FINE SETTEMBRE 2024 NON SI È PIÙ RIUNITA SE NON PER DECISIONI TECNICHE. LA RESPONSABILITÀ È DELLA DESTRA, CHE FA CONTINUAMENTE MANCARE IL NUMERO LEGALE PER NON PROCEDERE ALLA VOTAZIONE SUL PRESIDENTE DESIGNATO, SIMONA AGNES. INTANTO I MEMBRI DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA RICEVONO UN GETTONE DI PRESENZA (SOLDI PUBBLICI) – L’IPOTESI DI LUCIANO FONTANA, DIRETTORE DEL “CORRIERE”, PER SBLOCCARE LO STALLO SULLA PRESIDENZA RAI…
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LUCIANO FONTANA VERSO LA RAI? - IL FALLITO ASSALTO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DI VIALE MAZZINI
Estratto dell’articolo di Lisa Di Giuseppe per “Domani”
Quindicimila euro, solo di gettone di presenza. E solo per la presidente. A mettersi a fare due conti sui costi che gravano sul bilancio dei due rami del parlamento per finanziare un organismo di fatto fermo come la commissione di Vigilanza Rai, c’è da stupirsi.
Un passo indietro: l’ente che dovrebbe vigilare sul corretto funzionamento del servizio pubblico, una bicamerale formata da quaranta tra deputati e senatori, non si sta riunendo da quasi un anno.
simona agnes maurizio gasparri
Da ottobre 2024, infatti, sarebbe all’ordine del giorno il completamento del nuovo Consiglio d’amministrazione della Rai: per confermare la presidente designata Simona Agnes ci sarebbe bisogno di un voto di conferma da parte dei due terzi della commissione, un numero di voti che per il momento la maggioranza non è in grado di raccogliere.
Per evitare di andare incontro a un fallimento, la destra fa mancare sistematicamente il numero legale e la commissione non può riunirsi, anche se sono stati esplorati negli ultimi mesi cavilli giuridici per sfruttare situazioni di emergenza [...]
La presidente della commissione Barbara Floridia ha chiesto a più riprese che la situazione si sbloccasse, per il momento senza apparente successo.
BARBARA FLORIDIA - FOTO LAPRESSE
Giovedì 24 c’è stata l’ultima – inutile – convocazione della commissione. Di nuovo è mancato il numero legale, di nuovo tutte le questioni che ci sarebbero da discutere – in cima alla lista c’è l’audizione del nuovo amministratore delegato Giampaolo Rossi, che non è ancora mai stato audito in Vigilanza, né per presentarsi né sui diversi casi che hanno agitato la Rai negli ultimi mesi – restano in sospeso. [...]
Nell’universo Rai si parla molto anche dell’accelerazione sulla stesura della riforma della governance Rai – su cui, ha detto giovedì il deputato Pd Stefano Graziano, «l’opposizione ha elaborato una proposta unitaria seria e concreta» di cui non c’è però traccia – e ovviamente di Sanremo. Sul festival la trattativa si sarebbe riaperta, riferiscono fonti di viale Mazzini, dopo un incontro di persona tra il sindaco Alessandro Mager e l’ad Rossi.
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GIAMPAOLO ROSSI - SIMONA AGNES
Insomma, gli argomenti non mancherebbero. Eppure, per l'impuntatura della maggioranza – intanto a fare da presidente al posto di Agnes c’è Antonio Marano, capace di far ballare la governance meloniana – l’organismo che dovrebbe tenere d’occhio quel che succede a viale Mazzini è fermo. Ma ogni mese, nel dubbio, fluiscono nelle tasche di chi fa parte dell’ufficio di presidenza della commissione soldi aggiuntivi, giustamente destinati a retribuire i parlamentari per le loro funzioni aggiuntive (che però non stanno esercitando).
Dell'ufficio di presidenza della commissione fanno parte, oltre alla presidente Floridia, le due vice Augusta Montaruli (FdI) e Maria Elena Boschi (Iv), oltre che i segretari Ouidad Bakkali (Pd) e Stefano Candiani (Lega).
Il contributo è mensile, e mentre per vicepresidenti e segretari si tratta di diverse centinaia di euro – i dati a questo proposito non sono pubblici e reperirli, anche chiedendo alle istituzioni, non è facile – per la presidente ammonta a 1.500 euro, che si aggiungono al trattamento economico che i parlamentari già ricevono insieme alla diaria e altri rimborsi.
I 1.500 netti sono circa 900, spiegano a Domani, e – sostiene l’ufficio della senatrice – vengono restituiti per intero al Movimento 5 stelle che ogni anno sceglie progetti di beneficenza da finanziare. I presidenti di commissione dispongono poi anche di un budget aggiuntivo – sui 3.000 euro – per assumere uno o più collaboratori retribuiti direttamente dalla Camera.
Ma oltre ai parlamentari, ci sono i costi di funzionamento dell’ente. Nei mesi in cui i membri non si sono riuniti, i lavori sono comunque continuati per i tre funzionari che lavorano esclusivamente alla commissione Vigilanza (ma ci sono altri dipendenti “ibridi”) e si occupano per esempio di gestire le interrogazioni scritte, divenute praticamente ormai l’unico mezzo per i parlamentari per approfondire quel che succede in azienda.
maria elena boschi a piazzapulita 3
A fare i conti – anche soltanto per la dotazione della presidenza – si arriva a 4.500 euro mensili che, moltiplicati per i dieci mesi di inattività fanno ben 45mila euro. Facendo un conto a spanne, anche il resto dell’ufficio non costa poco: assumendo che le due vicepresidenti vengano retribuite per la metà della presidente, si arriva ad altri 15mila euro, più ulteriori 7mila – sempre con un conteggio spannometrico a ribasso – per i due segretari. Complessivamente, quasi 70mila euro. […]