elly schlein maurizio landini giuseppe conte

GLI ITALIANI SI SONO ROTTI IL CAZZO DEI REFERENDUM AD MINCHIAM – IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI: IL 32% DEI CITTADINI PENSA CHE L’ABUSO DELLE CONSULTAZIONI POPOLARI LE ABBIA RESE INUTILI, E IL 26% PENSA CHE I QUESITI SU LAVORO E CITTADINANZA “INTERESSAVANO SOLO ALLA SINISTRA” – LA MAGGIORANZA ASSOLUTA (IL 54%) SI ASPETTAVA IL FLOP – LA SCHIZOFRENIA DEGLI ELETTORI DEL PD: SONO I PIÙ CONVINTI DEL LOGORAMENTO DELL’ISTITUTO REFERENDARIO (51%),  MA ANCHE  I PIÙ PARTECIPATIVI (L’80% DICHIARA DI ESSERSI RECATO A VOTARE)

 

Estratto dell’articolo di Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

schlein landini conte

Il recente referendum ha visto una partecipazione decisamente bassa. Benché fosse evidente a tutti che raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto era palesemente improbabile, il dato finale è risultato inferiore a tutte le aspettative.

 

Ad andare alle urne è stato il 30,6% degli italiani e il 23,8% dei residenti all’estero. Il dato, che d’altronde si accompagna a tanti altri referendum recenti (nell’ultimo trentennio il quorum era stato raggiunto, su 10 referendum non costituzionali, solo 2 volte), è stato oggetto di diverse interpretazioni.

 

sondaggio sul referendum - ipsos - corriere della sera - 15 giugno 2025

Da un lato la Cgil, promotore principale, che con il segretario generale Maurizio Landini, ha preso atto della sconfitta.

 

Dall’altro il Pd che, con la segretaria e diversi esponenti ha invece sottolineato la quantità dei partecipanti e il fatto che tutto sommato ci fosse una importante «base» di opposizione. Le forze dell’esecutivo, infine, hanno sottolineato la limitata partecipazione interpretandola come un segnale favorevole al governo e comunque indicatore della scarsa attrattività dei quesiti.

 

Che bilancio ne tirano gli italiani? La maggioranza assoluta (54%) si aspettava una partecipazione simile, segno del fatto che fosse percepito uno scarso interesse rispetto agli argomenti sottoposti al voto. E, se il dato si enfatizza tra gli elettori delle forze di governo, è interessante il fatto che anche tra le opposizioni questa convinzione rimanga assolutamente maggioritaria. Il 18% si aspettava un’affluenza più sostenuta (dato che in questo caso cresce tra gli elettori di opposizione).

 

giorgia meloni al seggio elettorale per i referendum - 3

Analizzando la collocazione politica di chi ha votato, i partecipanti sono concentrati tra gli elettori del Pd (80% dichiara di essersi recato a votare), delle altre liste, dove vi è una forte presenza di elettori di sinistra e centristi (57%) e 5 Stelle (45%). Tra le forze di governo la partecipazione oscilla tra il 15% degli elettori di FdI e il 25% degli elettori della Lega.

 

Le ragioni della bassa partecipazione sono individuate in due aspetti: il fatto che l’abuso dei referendum li abbia progressivamente fatti apparire come inutili (32%) e la percezione che si trattasse di quesiti che sostanzialmente interessavano solo alla sinistra (26%).

 

risultato definitivo referendum cittadinanza

Questione che molti hanno sottolineato, tanto che alcuni commentatori hanno parlato di una conta all’interno del Pd e delle forze di opposizione.

 

La prima ipotesi convince di più gli elettori del M5S, delle forze centriste e di sinistra e del Pd. La seconda ipotesi, di referendum interno alla sinistra, incontra il consenso della maggioranza assoluta degli elettori di Lega e FdI. […]

 

IL CORTOCIRCUITO DEL PD SUI REFERENDUM - ELLY SCHLEIN

Le motivazioni di non voto vedono una scelta ponderata: il 26% ha deciso di non andarci per farli fallire, visto che era contrario. A conferma del fatto che, per una parte non irrilevante degli elettori, il non voto referendario non è esattamente un’astensione, ma una scelta di campo. Motivazione che naturalmente prevale tra gli elettori delle forze di governo, in particolare FdI e Lega, mentre gli elettori di Forza Italia evidenziano una maggiore articolazione delle motivazioni di astensione.

 

Al secondo posto troviamo lo scarso interesse per i quesiti (24%, dato che sale al 41% tra i 5 Stelle e al 31% tra gli elettori del Pd). Infine, al 17%, la noia per i referendum, percepiti come strumento inutile e abusato (25% tra gli elettori di FI; 42% tra gli elettori di liste minori).

 

MEME SUL REFERENDUM BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

La scarsa partecipazione è motivata come segnale del logoramento dell’istituto referendario (32%, dato che si massimizza tra gli elettori Pd, raggiungendo il 51%); quindi come una sconfitta dei promotori, Cgil e opposizioni (27%), infine come una vittoria per le forze di governo (13%).

 

Che l’istituto referendario vada riformato è convinzione della maggioranza relativa degli italiani (47%, 76% tra gli elettori del Pd), mentre il 29% pensa che vada bene così com’è, si tratta solo di proporre quesiti capaci di coinvolgere maggiormente gli elettori (55% tra gli elettori FdI).

 

Quanto alle riforme possibili, le tre principali ipotesi sul campo ottengono grosso modo gli stessi consensi (era possibile in questo caso fornire anche più di una risposta): parametrare il quorum sulla partecipazione alle ultime Politiche (23%), innalzare il numero delle firme necessarie per indirlo (20%), ricorrere anche al voto online (19%).

schlein landini

 

maurizio landini angelo bonelli elly schlein assemblea europa verde foto lapresseMATTEO RENZI AL VOTO AL REFERENDUM referendum - scheda sulla cittadinanzaelly schlein vota per i cinque referendumREFERENDUM IN EUROPA DAL 1950 AL 2025

[…]

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...