giorgia meloni matteo renzi

“IL REFERENDUM DELLA CGIL È STATO UN ERRORE POLITICO, UNA SCELTA IDEOLOGICA” – MATTEO RENZI, PADRE DEL JOBS ACT, GONGOLA DOPO LA BOCCIATURA DEL REFEREDUM CHE VOLEVA ABROGARE LA SUA RIFORMA - "LA PREMIER ORMAI FESTEGGIA L'ASTENSIONE. MA TRA GLI ASTENUTI C'È UN SACCO DI GENTE CHE NON NE PUÒ PIÙ DELL'INCAPACITÀ DELLA PREMIER, DI SALVINI E LOLLOBRIGIDA. SE IL CENTROSINISTRA LA SMETTE DI LITIGARE SUL PASSATO, MANDIAMO A CASA MELONI E TUTTI I SUOI CAMERATI DI MERENDE"LA STOCCATA AL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO PER IL RAPPORTO CON I SERVIZI: “A DIFFERENZA DI SALVINI CHE LI CHIEDEVA A SPROPOSITO, MANTOVANO NON CHIEDE I PIENI POTERI: SE LI È PRESI”

MATTEO RENZI AL VOTO AL REFERENDUM

Gabriella Cerami per la Repubblica - Estratti 

 

Matteo Renzi, lei e i suoi 5 no: si sente il vincitore di questa tornata referendaria? 

«No, io ormai sono pacificato. Il referendum della Cgil è stato un errore politico, una scelta ideologica e il quorum era una missione impossibile, lo sapevamo tutti. L'errore politico e culturale che ha fatto la Cgil è stato quello di voler regolare i conti con il passato. Hanno fatto un referendum sul mio governo di dieci anni fa ma il problema è il governo Meloni oggi». 

 

Anche lei è stato sconfitto al referendum sulla sua riforma costituzionale, forse è il momento di rivedere questo strumento? 

«Non credo che il problema sia lo strumento referendario, ma il messaggio politico. Vinciamo se incalziamo Meloni sulla sicurezza, sulle tasse, sugli stipendi, sulla sanità. Perdiamo se parliamo di ideologie e passato. Di referendum contro di me ormai ne abbiamo fatti fin troppo. Proviamo ora a voltare pagina e ripartire dai contenuti valorizzando quello che c'è di buono». 

 

Cosa? 

«I numeri dicono che si può costruire un'alternativa al governo Meloni del 2025 e non al governo Renzi del 2015». 

conte renzi schlein

 

Quindi è d'accordo con la segretaria del Pd Elly Schlein quando dice che i 14 milioni di votanti sono più di quelli che hanno scelto Meloni nel 2022 e che bisogna ripartire da loro? 

«Per me quelli che possiamo definire "anti-Meloni" sono ancora di più. Tra gli astenuti c'è un sacco di gente che non ne può più dell'incapacità della premier, di Salvini e Lollobrigida. Fuori dal recinto referendario ci sono più di 14 milioni di persone che però aspettano proposte concrete e non ideologiche». 

 

IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI

Come fare a darle se siete divisi su molte questioni? 

«C'è un doppio cerchio. Ci sono Pd, M5S e Avs, che spesso sulle posizioni chiave hanno un'idea di sinistra dura, come sul Jobs act o su Gaza. E poi ci siamo noi, i riformisti. E senza di noi non si vince». 

 

Come potranno convivere questi due cerchi? 

«Pd, M5S e Avs sono necessari ma non bastano. Senza un'ala blairiana la sinistra non vince: cacciare i riformisti dalla coalizione e chiudersi nell'ideologia fa perdere. Lo abbiamo visto con Corbyn e Melenchon che perdono mentre Starmer e Macron vincono. Senza un nucleo riformista si perde». 

MATTEO RENZI - MANIFESTAZIONE PER ISRAELE E PALESTINA AL TEATRO PARENTI DI MILANO

 

Il veto di M5S su Italia viva non sembra però essere caduto e la battaglia contro il Jobs act è andata tutta in questa direzione. 

«Silvia Salis ha presentato ieri la sua giunta di centrosinistra che governerà Genova per i prossimi anni e questo perché sono caduti i veti su Italia viva. Senza i veti su di noi sei mesi fa anche Andrea Orlando avrebbe vinto le regionali. Il modello ligure fa capire meglio di tutti che i veti fanno perdere, i voti fanno vincere». 

 

Questo a livello locale. Ma per Giuseppe Conte, soprattutto, un'alleanza sul piano nazionale è impossibile. Cosa risponde? 

«Se non ci mettiamo insieme, per cinque anni vince la Meloni. E questo non se lo può permettere nessun dirigente del centrosinistra. Sa perché? Perché non se lo può permettere il Paese.

renzi schlein

 

La sfida non è Conte sì, Conte no. La sfida è trovare dei contenuti credibili su cui fare un accordo di programma vero. Se rivincono loro, eleggono il presidente della Repubblica nel 2029: sarebbe un disastro per l'Italia. Io non sarò complice di questo sfacelo». 

 

(…) 

Sta proponendo al centrosinistra di iniziare a ragionare su un programma di governo? 

«Se il centrosinistra la smette di litigare sul passato, mandiamo a casa Meloni e tutti i suoi camerati di merende. Non capisco cosa stiamo aspettando». 

 

RENZI

Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti

 

MATTEO RENZI - MANIFESTAZIONE PER ISRAELE E PALESTINA AL TEATRO PARENTI DI MILANO

Matteo Renzi ha sempre sostenuto che questo referendum fosse «un regalo a Meloni». Ora, dopo il quorum fallito, il leader di Italia Viva, non infierisce nei confronti di Maurizio Landini, suo partner nei duelli televisivi delle ultime settimane, e di Elly Schlein, con cui punta ad allearsi senza se e senza ma. Però ribadisce che «è stato un evidente errore costruire un referendum criticando le leggi dei governi di centrosinistra di dieci anni fa». 

 

Per i promotori è una sconfitta politica? 

«Certo non è una vittoria, ma capisco poco l'entusiasmo del governo: festeggiano il mantenimento del Jobs Act, che hanno combattuto quando erano all'opposizione. E soprattutto ormai assistiamo alla trasformazione di Giorgia Meloni: un tempo festeggiava i risultati delle elezioni, adesso festeggia solo quando la gente non va a votare». 

 

 

Restiamo al centrosinistra. Dice Schlein che aver portato ai seggi 14 milioni di persone è comunque un risultato politico, o no? 

«Alle ultime Politiche la destra ha vinto grazie alle divisioni della sinistra, non grazie a Giorgia Meloni. Se andiamo insieme nel 2027, loro vanno a casa, liberando il Palazzo dalla loro ingordigia e dalla loro incapacità. Spero che sia chiara la dimensione della sfida: è il momento di mettere da parte gli screzi ideologici e costruire insieme un'alleanza credibile e vincente. Io ci credo». 

matteo renzi - discussione sul dl sicurezza in senato

 

E gli altri? Conte, Fratoianni e Bonelli non vi hanno voluto alla grande manifestazione per Gaza, per mostrare in modo esplicito chi sta dentro e chi sta fuori... 

«Diciamo che si sta facendo strada un'alleanza a due cerchi. Da una parte c'è un nucleo di sinistra più dura, rigorosa, per me anche un po'ideologica. Ma è una sinistra che c'è e che va rispettata: è un pezzo di Paese numericamente rilevante, bisogna prenderne atto. Però non basta. Serve una grande tenda riformista, che sarà decisiva alle prossime elezioni: mentre in tanti fanno polemica e mettono i veti, io ho preparato i picchetti e ho iniziato a montarla. Non mi interessa chi sarà il capo di quest'area politica: mi basta che ci sia, altrimenti si perde». 

 

Giuseppe Conte non la vede proprio così: secondo lui, il trio Pd-M5s-Avs è sufficiente per battere la destra. Quindi? 

«Non sono il miglior amico di Giuseppe Conte e non credo che lo diventerò mai. Ma sono certo che lui sappia benissimo che nessuno di noi può prendersi la responsabilità storica di lasciare altri cinque anni il governo a questa destra. Che alza la pressione fiscale, aumenta il debito, riduce i salari, allunga le liste d'attesa sulla sanità. Non scherziamo col fuoco, per favore. Per di più nella prossima legislatura si eleggerà il Capo dello Stato. La politica è molto più dell'aritmetica, ma la politica senza aritmetica è pura ideologia». 

 

Da Palazzo Chigi ovviamente dicono che con il fallimento dei referendum «ora il governo è più forte». È davvero così? 

«Sono chiusi nel fortino a sperare che la gente non voti. Perché quando la gente vota, loro perdono. A Genova come a Taranto oggi e, in prospettiva, nelle Marche o in Calabria, dove stanno governando. Meloni vive in un mondo tutto suo. Ricordo cosa diceva dopo il referendum delle trivelle, quando mi accusava di aver paura del voto della gente: oggi lei fa peggio. Ma, soprattutto, crescono i reati per le strade e questi hanno cinquecento agenti in Albania: prima o poi la gente chiederà conto di queste follie». 

 

matteo renzi - discussione sul dl sicurezza in senato

(…) Sempre in tema di spionaggio, che idea si è fatto della vicenda Giambruno e del coinvolgimento dei nostri servizi? 

«Anche qui siamo a metà tra un'emergenza istituzionale e una commedia all'italiana: le pare normale che alcuni componenti della scorta di Meloni, scelti da Meloni, siano fermati mentre armeggiano sulla macchina del fidanzato di Meloni, sotto casa di Meloni? I servizi segreti dovrebbero essere messi al lavoro sulle cose serie, non sulle loro dinamiche private». 

 

Unendo i puntini emerge un rapporto particolare della premier Meloni, del sottosegretario Mantovano e del governo in generale con i nostri servizi di intelligence, non trova? 

«Si sono presi i pieni poteri. A differenza di Salvini che li chiedeva a sproposito, ma poi ballava con le cubiste al Papeete e si faceva fotografare con il mojito, Mantovano non chiede i pieni poteri: se li è presi. 

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

L'articolo 31 del decreto Sicurezza dà ai servizi la possibilità di organizzare e dirigere associazioni terroristiche ed eversive. Quando ho letto il testo in Aula alcuni senatori della maggioranza mi hanno detto: ma stai scherzando? Votano ciò che non hanno letto. 

 

Perché, se qualcuno dissente, lo buttano fuori. Con questo stile governano, terrorizzando i propri, intervenendo nelle operazioni di libero mercato, facendo leggi ad personam contro gli avversari. Alla fine faranno solo un tonfo più grosso, è solo questione di tempo». 

MATTEO RENZI - MANIFESTAZIONE PER ISRAELE E PALESTINA AL TEATRO PARENTI DI MILANO

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

Ultimi Dagoreport

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'... 

trump meloni minzolini il giornale

DAGOREPORT - AVVISATE LA “TRUMPETTA” MELONI: L’ATTACCO PIÙ FEROCE AL BULLO DELLA CASA BIANCA LO SFERRA “IL GIORNALE” DIRETTO DAL SUO BIOGRAFO, ALESSANDRO SALLUSTI – L’ARTICOLO LO FIRMA QUEL VECCHIO VOLPONE DI MINZOLINI: “TRUMP HA SOSTITUITO IL CEMENTO DEI VALORI DI LIBERTÀ E DI DEMOCRAZIA CON IL DENARO, IL BIECO INTERESSE, LOGORANDO L'UNITÀ IDEALE DI QUESTA PARTE DEL MONDO” – “UNA TRAGEDIA PER CHI CREDE ANCORA NELL'OCCIDENTE. SOLO L'UNITÀ EUROPEA, LA DISPONIBILITÀ DELLE DEMOCRAZIE DEL VECCHIO CONTINENTE AD ASSUMERSI RESPONSABILITÀ MAGGIORI RISPETTO AL PASSATO, PUÒ FAR APRIRE GLI OCCHI ALL'ALLEATO” - L'ESATTO CONTRARIO DI QUELLO CHE VUOLE LA "PON PON GIRL" ITALIANA DI TRUMP, STRENUAMENTE CONTRARIA AI “VOLENTEROSI" (QUANTO DURERA' LA PRESENZA DELLA FIRMA DI MINZO SU "IL GIORNALE"?)

merz emmanuel macron

DAGOREPORT – ’STO CANCELLIERE TEDESCO È PROPRIO BRAVO A DARE UNA MANO ALLA GEOPOLITICA BALLERINA DI GIORGIA MELONI - L'HA IMPARATO A SUE SPESE MACRON, CHE AVEVA RIVOLTO ALLO SPILUNGONE CRUCCO DUE RICHIESTE: IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA. INVITO RISPEDITO AL MITTENTE: ''NON CI SONO I PRESUPPOSTI" – LA SECONDA: LA DISPONIBILITÀ DELLA GERMANIA A INVIARE SOLDATI “BOOTS ON THE GROUND” CON I VOLENTEROSI DI FRANCIA E GERMANIA IN UCRAINA A SALVAGUARDIA DELLA FUTURA TREGUA - PRIMA MERZ AVEVA APERTO, POI CON UNA GIRAVOLTA COME NEANCHE ROBERTO BOLLE, HA CAMBIATO IDEA, BATTIBECCANDO CON LA SUA CONNAZIONALE URSULA VON DER LEYEN, DIVENTATA GUERRAFONDAIA - COSI' LA DUCETTA, UNA VOLTA SCHIZZATA DA MACRON, PER NON FINIRE ISOLATA, SI ERA ATTACCATA ALLA GIACCHETTA DI MERZ, SI E' RITROVATA SBROGLIATA LA MATASSA CHE LA VEDE IN CONFLITTO COL DUO DEI ''VOLENTEROSI''...

nichi vendola michele emiliano elly schlein antonio decaro

DAGOREPORT: DECARO CI COSTI! - INCASSATO IL PASSO INDIETRO DI EMILIANO, DECARO NON MOLLA: AUSPICA ANCHE LA RINUNCIA DI VENDOLA (AVS) - IL DOPPIO VETO NON È LEGATO A RAGIONI PERSONALI MA A UNA QUESTIONE DI LINEA POLITICA - L’EUROPARLAMENTARE PD IN QUOTA RIFORMISTA, CHE DA SINDACO HA RIBALTATO IL VOLTO DI BARI, PUNTA A UN CAMBIAMENTO RADICALE IN PUGLIA, RISPETTO AL PASSATO DEI DUE GOVERNATORI SINISTRATI. E LA LORO PRESENZA IN CONSIGLIO REGIONALE SAREBBE UN INGOMBRANTE MACIGNO AL PIANO DI RINNOVAMENTO DI DECARO (A SCHLEIN NON RESTA CHE ABBASSARE IL NASONE: SE PERDE UNA REGIONE, SALTA DAL NAZARENO...)