alex britti

OGGI SUONO IO - ALEX BRITTI DA’ LEZIONI DI CHITARRA ( E DI CUCINA) SU INSTAGRAM – “IO OMBROSO? CON ME NUN TE DEVI ALLARGÀ TROPPO. AD ‘AMICI’ ERO L' UNICO A NON RIDERE DI PIO E AMEDEO - GLI ANNI DE "IL LOCALE"? RICORDO FAVINO SPESSO ALLA CASSA, E CON PAPALEO E INSINNA SONO PARTITO PER DUE MESI" – MINA? È QUELLO CHE MI IMMAGINAVO: È SCHIVA, STA PER CACCHI SUOI" - "IO NON SO CANTARE, MA HO TROVATO IL MIO STILE, E QUANDO ARRIVO ALLE PARTI ALTE MI AGGRAPPO ALLA..." - VIDEO

Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano

 

Ci mancherebbe, la chitarra c' è, è sempre protagonista nella vita di Alex Britti, e quando ne parla usa aggettivi e costruzioni mentali sedimentati nei decenni ("ne ho tante, le riconosco anche solo dall' odore"); ma attenzione alle spuntature di maiale, al quinto quarto ("mi manca, non lo posso più mangiare") e alla descrizione di come si prepara un sugo a regola d' arte ("impiego ore, perfetto per queste giornate libere").

alex britti max gazzè

 

Ed è qui che si svela l' altro lato del musicista nato prodigio ("a undici anni già mi esibivo e firmavo contratti"), con il tempo scandito da infiniti riti a tavola ("per le feste ci sedevamo alle 11 del mattino e andavamo avanti fino a sera"), il padre macellaio, le consegne a casa ("ero un piccolo rider"), la scuola come intralcio e il plettro perennemente tra le dita.

 

Adesso, da quando è scoppiata la pandemia, due volte la settimana (martedì e venerdì alle 17) offre le sue lezioni di chitarra. E spesso assiste suo figlio di pochi anni. "È un modo per offrire compagnia, ma non voglio sentirmi professore, non voglio una cattedra, mi piace girare tra i banchi e dispensare consigli".

La chitarra va scoperta E va trattata come un oggetto importante, con rispetto; non è solo accordi da eseguire, ma va coccolata, toccata.

 

Insomma, insegna. Ma com' era ai tempi della scuola?

Come adesso, solo più piccolo.

Tradotto.

Non sono cambiato molto, già allora sapevo cosa volevo, sapevo cosa mi piaceva, e non me ne fregava nulla di studiare. Suono da quando ho sette anni.

 

Come ha iniziato?

Grazie a un prete: da un anno avevo una chitarra, ma non sapevo suonare; un giorno trovo dei volantini per un corso in parrocchia e mi presento con una mandria di ragazzini scatenati.

E poi?

alex britti edoardo bennato

Nel 1979 una delle televisioni private organizza una sorta di X-Factor, si chiamava La grande occasione: mi iscrivo e conquisto le finali, ma a quel punto era necessario andare lontano da Roma e i miei non se la sono sentita.

 

Non la sostenevano?

Inizialmente sì, si divertivano, poi si sono preoccupati: suonavo e basta, e poi la televisione era diventata un impegno, perché oltre alla gara mi chiamavano come ospite, "fa audience" sostenevano i registi dei programmi.

 

Si emozionava?

No, solo contento e determinato, anzi gasato come accade ancora adesso. E poi per me era un gioco.

 

I suoi compagni di scuola come la trattavano?

Ciò che accade da piccoli spesso lo ritroviamo da grandi, mutano solo le dimensioni: c' erano i ragazzini incuriositi, quelli solidali e gli invidiosi.

 

E lei uguale a oggi.

Avevo più capelli, un capoccione di ricci; comunque tornavo a casa, salutavo e prendevo in mano la chitarra.

Con le ragazze funzionava Il ragazzino un po' solitario, che suona, con i capelli lunghi e un mondo suo, è uno stereotipo ben oliato.

 

Primo palco.

A 12 anni avevo un contratto per le feste di piazza tra Lazio e Abruzzo (abbassa all' improvviso la voce: "Devo cambiare stanza, si se sveja - il figlio - è la fine").

Prodigio vero.

A 16 anni stavo sul palco con Roberto Ciotti, il top del blues in Italia, a 17 avevo un mio trio e mi esibivo al Big Mama (celeberrimo locale di Roma); a 20 avevo bruciato tutte le tappe. Non potevo crescere di livello. E così sono partito.

 

Destinazione?

alex britti pino daniele

Amsterdam e dopo aver conosciuto una cantante statunitense: "Quanto guadagni? Se mi segui ti do il triplo".

Anche i soldi contano

Con il blues non ne girano molti, faticavo ad arrivare alla metà del mese, e da quando ho 19 anni vivo da solo.

Finita la maturità.

Terminato l' esame sono partito in tournée e non ho neanche aspettato i quadri con i risultati: è andata mia madre a leggere il fatidico "36".

Contenta.

Felicissima! Era già un miracolo, frutto di un obbligo: "Solo il musicista non puoi: o vai a scuola o vieni a negozio".

 

Oggi comprende quell' obbligo?

No, in quegli anni non ho acquisito nulla: passavo il tempo a capire come non andarci, magari scattava una rissa o una canna al bagno durante l' intervallo.

Rissaiolo.

Proprio non mi andava; ribadisco: per me esisteva la chitarra, tanto da non rispondere neanche alla chiamata del militare.

 

Ha l' aura dell' ombroso.

Sono un tipo che sorride, ma allo stesso tempo lancio un messaggio codificato: con me nun te devi allargà troppo.

Da giudice ad Amici ha turbato Pio e Amedeo: era l' unico a non ridere delle loro gag.

alex britti

Chi? (realmente non ricorda).

Pio e Amedeo, i comici.

Alcune battute le trovo divertenti, non mi piacciono quando diventano troppo volgari; e poi che devo ride' per forza?

 

Torniamo al militare: le hanno mandato la lettera?

A quel tempo ancora funzionavano i quartieri: papà aveva la macelleria nel centro di Monteverde, e quando accadeva qualcosa arrivava in negozio il poliziotto o il funzionario in maniera amichevole, senza troppe formalità.

Lei con l' uniforme, stona.

Dopo che mi hanno pizzicato ho passato un intero anno sempre incazzato.

 

Fa parte della generazione "Il locale", dove a Roma, oltre a lei, sono nati Silvestri, Fabi, Gazzè, Sabrina Impacciatore, Favino

E nessuno di noi si sentiva speciale, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto: era normale, eravamo amici, e al Locale mi ha portato Max Gazzè, vivevo in Olanda.

Non conosceva nessuno.

Chi lo frequentava era molto Roma Nord, molto Parioli, mentre io ero l' unico nato e cresciuto al buio, dentro a venti metri quadri e che girava la città con un motorino Ciao scassato.

 

Differenti piani economici.

Tra di noi non si parlava di soldi, sognavamo d' artisti, però in alcune occasioni si percepiva la distanza: una volta partì una discussione per l' acquisto della PlayStation.

Prezzo: un milione di lire. E mentre loro parlavano, pensavo a me che già pagavo le bollette e un affitto.

 

E quindi?

Mi domandavo: ma come possono spendere tanto, quando in teoria siamo colleghi? La risposta era: la famiglia.

 

Ci restava male?

No, alla PlayStation preferisco altri giochi.

alex britti

Comunque una generazione di fenomeni.

Ricordo Favino spesso alla cassa, e con Rocco Papaleo e Flavio Insinna sono partito per una tournée di due mesi: avevo il ruolo del killer chitarrista.

Amsterdam.

Eravamo sei ragazzi con sei passaporti differenti: il bassista tedesco, la pianista olandese, il percussionista delle isole Molucche, la batterista polacca, la cantante statunitense e io italiano.

Giravate l' Europa.

Amsterdam era per le giornate di pausa, era il punto di ritrovo, poi partivamo con il pulmino, e quel pulmino diventava la nostra casa. Ci lavavamo in autogrill. E tutto ciò è durato dal 1990 al 1997.

Tosto.

Per me era un Luna Park: vengo da una famiglia umile, i miei non hanno mai visto nulla, una vita diversa dalla mia, per questo dovevo uscire dal Raccordo Anulare.

 

Quando le hanno detto "siamo orgogliosi di te"?

2009 alex britti a muccassassina

Da subito, mi accompagnavano sempre, si alternavano; solo con mio padre a un certo punto sono entrato in conflitto, ma lui aveva un carattere particolare, duro, un po' padre-padrone, il vero macellaio di una volta.

 

Le ha trasmesso una passione per la carne.

Per il cibo in generale: cucinava in maniera meravigliosa, come mia madre e i miei nonni. Da noi c' è sempre stato qualcosa sul fuoco: entravi a casa e l' unico odore persistente era quello in cottura.

È stato concorrente a MasterChef Vip , rimproverato perché suggeriva a Mara Maionchi

Lei è una persona bellissima, con una sensibilità musicale incredibile, e poi riusciva a farmi ridere, così durante la gara le cucinavo di nascosto: piazzavo sul fuoco una padella in più, poi spadellavo e le passavo il contenuto grazie a un angolo morto; all' improvviso quel contenuto compariva davanti a lei.

 

In questi decenni, da chi ha ricevuto un consiglio fondamentale?

Da Roberto Ciotti. Chi lo conosce sa che era un vero orso, con tanto di pelo e barba, una delle persone più pigre della storia; un giorno l' ho portato a correre e si è presentato con il giubbotto di pelle e gli occhiali da sole.

Perfetto.

Possedeva un motorino e a tutti i costi desiderava stare comodo, così sopra la sella aveva piazzato un cuscino del divano bloccato con i tiranti.

 

Il consiglio

Vado a casa sua per registrare delle basi, volevo provare una chitarra distorta, però mi serviva il distorsore; lui insofferente si guarda attorno e capisce che è necessario perdere cinque minuti per i collegamenti giusti, così trova la soluzione: "Fallo con le mani". "E come?" "Fallo".

Quindi

Dietro questa apparente pigrizia c' era tutto, perché quando hai uno strumento in mano, in particolare la chitarra, il suono devi sentirlo prima in testa, e trovare le soluzioni; Roberto Ciotti è stato il più grande chitarrista elettrico italiano, ma non se l' è sentita di tentare il salto verso il grande pubblico.

 

alex britti

E quando lei è andato a Sanremo?

Contento, è sempre stato orgoglioso di me.

L' hanno accusata di essere diventato commerciale.

Quelli devono passare dallo psicologo, ma parliamo di quattro scemi, e poi al Festival sono andato con Oggi sono io, non un brano commerciale. E ho pure vinto.

 

Oggi sono io è una canzone trappola ai talent

Perché la affrontano da cantanti, la usano per dimostrare quanto sono bravi con la voce, e si scordano il testo; invece quando sei sul palco devi utilizzare la pancia e il cuore Non la testa. Io non so cantare, eppure l' affronto, perché ho trovato il mio stile, e quando arrivo alle parti alte mi aggrappo alla rabbia, in chiave rock o blues.

L' ha interpretata Mina.

Mai incontrata di persona, abbiamo sempre lavorato a distanza, eppure con lei ho partecipato a tre dischi e sono andato in Svizzera.

 

Ci è rimasto male?

È quello che mi immaginavo: è schiva, sta per cacchi suoi, ma è estremamente creativa e simpatica.

La capisce.

alex britti

L' essere vip è un lato del lavoro, non lo sono.

Gossip vade retro .

Per fortuna mi è toccato poco, e quando è successo i paparazzi hanno capito che era meglio non rompere le palle.

 

Tra Venditti e De Gregori?

Tutti e due; perché dovrei privarmi di pagine preziose della storia italiana?

 

Suo figlio si chiama Edoardo, è in onore a Bennato?

No, ma forse (ci pensa) il nome lo ha deciso la mia compagna, e quando me lo ha detto ho pensato a Bennato.

Lei con Bennato è andato in tournée.

È il più grande cantautore.

Il genere Guccini non le piace.

Non ho mai amato il filone politico; la politica, l' attualità ci può stare, ma in chiave poetica, non me ne devo accorgere direttamente, solo attraverso una sedimentazione, altrimenti diventi un lettore di telegiornali.

 

Un suo difetto?

Ho poca pazienza.

Vizio.

Il cibo, i vini e l' olio. Se non maggio un etto e mezzo di pasta a pranzo, sbrocco.

Un chitarrista che ammira.

Paco de Lucia: quando lo sento rosico.

alex britti

 

Un bel ricordo?

Ho suonato con Ray Charles, Billy Preston e Buddy Miles.

 

Lei chi è?

Un chitarrista al quale ogni tanto piace scrivere canzoni (In "Oggi sono io", canta: "Preferisco stare qui da solo, che con una finta compagnia. E se davvero prenderò il volo, aspetterò l' amore e amore sia").

 

 

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