BLACKOUT BLACKBERRY - PANICO TRA GLI UTENTI: ANCHE OGGI IL SISTEMA SI È INCEPPATO - IN EUROPA E SUDAMERICA NON FUNZIONANO LE E-MAIL, IL MESSENGER, INTERNET, PER PROBLEMI NEI SERVER DELLA RIM, LA CASA PRODUTTRICE - IL BLACKBERRY RISPETTO AD IPHONE E ANDROID SEMBRA UN CATORCIO: SCHERMO PICCOLO, NIENTE TOUCH, VIDEO RISICATI, FOTOCAMERA ANTIQUATA - MA I SUOI SEGUACI, MANIACI DELLA PRODUTTIVITÀ, PARANOICI COMPULSIVI DELLE E-MAIL AZIENDALI E DELLA CHAT, LO AMANO PER L’AFFIDABILITÀ - SE FINISCE QUELLA, CHE NE SARÀ DELLA “MORA”?...

1 - NUOVO STOP BLACKBERRY. COSA STA SUCCEDENDO ALLE MAIL SUI TELEFONINI DI MEZZO MONDO
Luca Figini per "IlSole24Ore.com"

Il tamtam è ripartito da Twitter e dal passaparola sui social network. Dopo la debacle di ieri, che ha tenuto fermo il servizio BlackBerry per una mezza giornata abbondante in Europa e in alcuni Paesi del medio oriente, oggi Research in Motion fa il "bis". Prendiamo questo gioco di parole da molti tweet partiti in massa non appena si è registrato un nuovo fermo, che si è verificato nella fascia oraria intorno alle 13 di oggi.

Questa mattina la società di Waterloo (Ontario, Canada) aveva esordito con un comunicato che andava a placare i milioni di utenti che ieri si sono visti con il fido postino elettronico trasformato in un telefonino qualunque. La spiegazione ufficiale, pubblicata ieri sera sul tardi proprio mentre Facebook stava presentando l'app per iPad, conteneva le scuse ufficiali e una spiegazione di base per motivare i "ridarti nella messaggistica istantanea".

Il "team sta lavorando per riportare la situazione alla normalità al più presto", questo sanciva il comunicato, lasciando quasi presagire che c'era il rischio (ma solo ipotetico) che altri disservizi si sarebbero potuti verificare.

E invece è successo ancora: oggi, più o meno alla stessa ora di ieri, chi vi scrive, come tanti altri, ha visto "spegnersi" l'e-mail sul BlackBerry, salvo alcuni brevi sprazzi. Anche in questo caso sono i server parte in causa e origine del problema, che dunque si dimostrano essere il punto di forza ma anche di debolezza dell'eccellente piattaforma di push e-mail. Sì, perché i BlackBerry fanno affidamento sulla gestione in tempo reale dei messaggi, con tanto di crittografia delle trasmissioni, attraverso i Bis (BlackBerry Internet Service) a cui si appoggiano i gestori telefonici (Vodafone, Tim, 3 Italia e Wind) per erogare i servizi.

Ebbene, fermi questi server, lo smartphone non riesce a gestire il traffico poiché si appoggia a un indirizzo preciso dal quale accede alla casella di posta elettronica. Il blackout anche in questo caso potrebbe (il condizionale è doveroso) essere conseguenza di un aggiornamento di massa dell'infrastruttura di Rim. Secondo il quotidiano Telegraph il malfunzionamento di ieri è stato originato da uno dei centri dati di Slough nel Regno Unito.

Il problema è che non solo la mail è ferma, ma anche il BlackBerry Messenger, i social network, il browser e qualsiasi altro servizio dipenda dalla connessione con il Bis. Qualche spiegazione trapela da Twitter. Sembra infatti che la piattaforma sia funzionante, ma i terminali non sono operativi. Sarebbero invece funzionanti i sistemi aziendali. Qualche analista si è affrettato a dire che si tratta di una situazione che sta penalizzando l'azienda, che già vive una fase travagliata della sua esistenza.

I più feroci non sono però gli addetti ai lavori, bensì gli utenti di Twitter: basta leggere i commenti che arrivano a #BlackBerry per avere una chiara idea delle reazioni dai possessori. Rim risolverà il problema, non ci sono dubbi, certo però non ci voleva, proprio ora. Quel che chiedono ad alta voce i possessori dei telefoni di Research in Motion è una spiegazione ufficiale, che ancora manca.


2 - QUEI MANAGER IN ASTINENZA DA BLACKBERRY...
Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

Si incrina il Partito del BlackBerry. Gli elettori, maniaci della produttività e paranoici compulsivi delle e-mail aziendali e del Messenger, sono sempre stati consapevoli - almeno fino al blackout che dura da 48 ore - del trade-off che l'azienda canadese Rim offre loro: non sarà l'iPhone, non sarà touch screen (i pochi tentativi hanno lasciato onestamente a desiderare) ma è affidabile. Proprio quello che per i businessman ha un suono celestiale. Ma l'anarchia del traffico dati rischia adesso di de-fidelizzare proprio loro: chi lo usa per lavoro, quella che potremmo definire la base del Partito.

«Se fosse successo 10 anni fa non ci avremmo fatto caso - racconta Marco Cattaneo, fondatore dell'azienda Momo Design - ma oggi viviamo al battito continuo delle e-mail. Un black out così non è sostenibile. In queste ore aspettavo un messaggio urgente dal Giappone: la dogana aveva bloccato un carico di merce che sembrava contraffatta. In questi casi spediscono un messaggio di verifica ma se non si risponde nel giro di poche ore la merce passa». Esattamente quello che è capitato ieri.

«Per me è uno strumento di lavoro pazzesco» conferma Mario Spreafico, Head of investment di Schroders Italy. «Siamo in pieno bargain hunting (in gergo da Wall Street, una caccia alle buone occasioni, NdR). Non posso fare i nomi delle azioni ma stavamo aspettando, in un mercato molto volatile, il momento buono per entrare. Purtroppo non funzionava l'applicazione di Bloomberg. Sono dovuto uscire più volte dalle riunioni per cercare un desktop». Ansie tecnologiche che sembravano dimenticate.

Sarebbe facile lasciarsi andare a considerazioni filosofiche del tipo «la società moderna va troppo veloce, dobbiamo fermarci a riflettere e riscoprire i valori dello slow think». Quando la giornata è stata architettata intorno alla flessibilità di uno strumento che va in panne il caos non è piacevole. Sarebbe come chiedere a un automobilista che ha bucato tutte e quattro le ruote di rilassarsi. «Sono sorpreso: il blackout non fa pensare bene considerando che l'azienda è già in difficoltà» racconta Matteo Colaninno, che sia da politico che da imprenditore è un blackberrysta convinto.

«Lunedì sera stavo aspettando dei documenti prima di andare a Porta a Porta. Non mi sono mai arrivati e mi sono dovuto arrangiare con un pc di emergenza». Sono microstorie. E c'è anche chi non ha battuto ciglio, come Gionata Tedeschi, imprenditore e senior advisor di Accenture («Onestamente sono sopravvissuto: quando ho capito il problema sono passato agli sms. E poi ho sempre un Nokia con me»). Ma immaginate i macro-danni sommandole tutte.

Ancora ieri sera Rim non aveva fornito notizie sulle tempistiche di intervento e gli operatori telefonici si sono limitati a inviare messaggi di scuse visto che non hanno accesso agli account dei clienti (il traffico viene «compresso» nelle server-farm Rim per rendere più competitiva l'offerta alle aziende). È propria questa gestione in casa, che complica le intercettazioni, ad aver causato l'irritazione degli Emirati Arabi un anno fa.

In Europa il problema di questi giorni è stato creato da un blocco nella comunicazione tra i due data center principali, in Gran Bretagna e Francia. Ma ieri il blackout si è allargato anche in Sud America. Per adesso Barack Obama, leader mondiale del Partito del BB, è salvo. Gli Usa non sono stati ancora toccati dal virus. Ma l'evoluzione delle ultime ore non lascia ben sperare.

 

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