TI FACCIO UN PEPLUM COSÌ – ERCOLE E MACISTE RIVIVONO AL FESTIVAL DI ROMA IN UNA RETROSPETTIVA CURATA DA STEVE DELLA CASA E MARCO GIUSTI: “IL PEPLUM È IL PADRE DI TUTTI I FILM D’AZIONE”

Fulvia Caprara per "La Stampa"

L'iperbole era la regola numero uno. Quindi muscoli esagerati, dialoghi altisonanti, colori sparati, eroi dotati di insuperabile abnegazione e cattivi ai limiti del sadismo. Il tutto spolverato di sottile ironia, elemento irrinunciabile per attirare folle di pubblico sicuramente interessato più all'evasione che alla corretta ricostruzione storica.

Tra la fine degli Anni Cinquanta e la metà dei Sessanta, Cinecittà fu invasa, come scriveva Lietta Tornabuoni nell'«Almanacco Bompiani 1980», da «legioni di Cleopatre, baccanali di Tiberio, Cartagine in fiamme, assedi di Corinto, Orazi e Curiazi, Babilonia e Semiramide, Argonauti e Vichinghi, guerre di Troia».

Per non parlare di «Ercole innamorato, Ercole alla conquista di Atlantide, Ercole al centro della Terra» e poi di «Maciste l'uomo più forte del mondo, Maciste e le quattro bandiere, Maciste contro gli Uomini Luna». Sull'onda dei kolossal americani ispirati all'antichità greco-romana, il «peplum» vive la sua breve ma intensa stagione d'oro, applicando i ritmi del cinema d'azione a contesti biblici o mitologici, mescolando storia e leggenda, riciclando scenografie usate dalle produzioni Usa, lanciando nuovi attori e nuovi registi che usarono quelle esperienze per farsi le ossa e poi dedicarsi a tutt'altro.

A quest' epopea fiammeggiante il Festival di Roma (8-17 novembre) dedica Ercole alla conquista degli schermi, retrospettiva realizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, curata da Steve Della Casa e Marco Giusti, autori anche del «Grande libro di Ercole» (edito dal Centro in collaborazione con Edizioni Sabinae), «frutto di un lavoro maniacale», dice il primo, «durato 15 anni e sfociato in un volume di 500 pagine fitte di informazioni».

Sottostimato dalla critica italiana, il fenomeno «peplum» non solo risvegliò presto l'interesse di quella francese (i «Cahiers du cinema» dedicarono un numero speciale al genere mitologico made in Italy), ma scatenò un successo commerciale capace di superare i confini nazionali: «Il "peplum" - spiega Della Casa - si rivelò un'incredibile macchina da soldi, in grado di promuovere l'espansione dell'industria italiana coinvolgendo divi del futuro, da Gian Maria Volontè a Raffaella Carrà che allora compariva ancora con il cognome Pelloni, e diffondendosi all'estero».

L'idea di partenza veniva dagli Stati Uniti: «Gli americani giravano i loro film in Italia facendo le cose in grande, usando eserciti di comparse. Qualcuno pensò che magari, prendendone 50 al posto di 5mila, si potevano comunque girare dei film che piacessero alla gente». Il meccanismo funzionò in tutti e due i sensi.

Delle «Fatiche di Ercole» (in calendario nella retrospettiva), diretto nel 1958 da Pietro Francisci con la fotografia di Mario Bava, la sceneggiatura di Ennio De Concini e Steve Reeves nei panni del protagonista, fu realizzata una versione per il mercato americano con doppiaggio a cura di un giovanissimo Mel Brooks che «con il suo forte accento yiddish accentuò il carattere ironico dei personaggi».

Dietro la macchina da presa, davanti a improbabili ricostruzioni di cartapesta, mentre mister muscolo velocemente promossi attori pronunciavano celebri strafalcioni, si cimentarono maestri come Michelangelo Antonioni (autore delle sequenze di interni di «Nel segno di Roma», del ‘59), Giuliano Montaldo, (sceneggiatore di «Oriazi e Curiazi» insieme a Carlo Lizzani, curatore dei dialoghi), Sergio Leone (regista, ancora sconosciuto, del «Colosso di Rodi»).

Al Festival, per la retrospettiva e in ricordo di Giuliano Gemma, si vedrà «Arrivano i Titani» di Duccio Tessari, ma anche di Citto Maselli che «su invito del produttore Franco Cristaldi» aveva diretto la seconda unità. Il «peplum», osserva Marco Giusti, è il padre di tutti i film d'azione, «personaggi come Conan rappresentano un po' la rivisitazione di quel tipo di film».

Eppure, almeno fino ad oggi, il genere non ha vissuto un vero revival: «Rifarlo adesso - commenta Della Casa - costerebbe tantissimo». Ci ha provato, infatti, la tv, con le due serie americane «Spartacus» e «Rome». Produzioni levigate, senza risparmio di sesso e violenza, niente a che vedere, insomma, con gli innocenti film dei «forzuti», detti anche «sandaloni», dove le bionde erano sempre buone, le brune cattive, e i muscoli virili, esibiti in quantità, annunciavano l'epoca dei maschi vanesi, dei «tronisti» dai toraci rasati e degli Ercoli formato «Grande fratello».

 

 

festival del cinema di roma Marco Giusti STEVE DELLA CASA MATILDE BERNABEI - copyright PizziMICHELANGELO ANTONIONI sergio leone

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…