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1. VITA, TRAGEDIA E SESSO DI ANDREA BOCELLI: "ALL’INIZIO NESSUNA RAGAZZA MI VOLEVA. DOPO LA SEPARAZIONE SONO STATO UN LIBERTINO. MI SENTIVO AFFONDARE NEL GORGO DEL VIZIO" 2. "IL LIBERTINAGGIO DIVENTA UNA DROGA. ALLA FINE RESTI CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO" 3. "FINO A 12 ANNI VEDEVO OMBRE, CONTORNI. POI UNA PALLONATA IN PIENO VISO MI HA RESO DEL TUTTO CIECO

 

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

 

''Vedere non significa guardare. Vedere è sinonimo di capire. Tutti abbiamo antenne che ci consentono di farlo».

BOCELLIBOCELLI

 

Non c’è nulla che le manchi guardare? Lei ha tre figli.

«Io so benissimo come sono fatti i miei figli. Mi sono cresciuti tra le mani. Sono molto fisico, ho bisogno di contatto; e se loro non lo volevano, lo imponevo. La mancanza della vista non accentua solo gli altri sensi; te ne dona un sesto. Capisci subito chi hai di fronte».

 

Cosa facevano i suoi genitori?

«Commerciavano macchine agricole, dal bullone al trattore. E coltivavano la terra. Ancora oggi io e mio fratello, che è architetto, facciamo il vino: sangiovese e cabernet. Da piccolo ho vissuto con i contadini. Ricordo la mietitura alla vecchia maniera: si segava il grano, si facevano i covoni, le barche. Poi la sera salivo i gradini del camino di casa, e cantavo».

 

Musica leggera?

BOCELLI E LA MOGLIE VERONICABOCELLI E LA MOGLIE VERONICA

«Arie d’opera: La donna è mobile, l’addio alla madre della Cavalleria rusticana. Da neonato se alle mie orecchie arrivava musica d’opera smettevo di piangere».

 

A quale età si è ammalato?

«Il glaucoma si è manifestato fin da subito. A pochi mesi ho avuto una serie di interventi chirurgici, di cui non ho memoria. A sei anni sono andato in collegio, a Reggio Emilia, per imparare a leggere in braille. Mia nonna mi aveva già insegnato a scrivere normalmente. Fino a 12 anni vedevo ombre, contorni. Poi una pallonata in pieno viso mi ha reso del tutto cieco».

 

Cosa ricorda di ciò che ha fatto in tempo a vedere?

«Tutto. Non ho nostalgie. Ho un’idea precisa del mondo».

 

Lei ha fede?

«Sì. Trovo palese che il creato sia un sistema intelligente. Una persona ragionevole non può affidare la vita al caso. Se vedo un palazzo, sono certo che qualcuno l’ha fatto. A maggior ragione, l’universo non può essere frutto del caso».

 

Crede anche nell’immortalità dell’anima?

«Al cento per cento. Quando mio padre è morto, ho avuto fortissima la sensazione che nel suo corpo non fosse rimasto neppure un atomo di lui. Noi siamo ciò che è dentro questa scatola. Dopo andiamo da qualche altra parte». Non ha mai dubbi? «Qualche problema me lo crea il dolore inutile e ingiusto. La sofferenza degli innocenti. Le malattie dei bambini».

 

Che risposta si è dato?

BOCELLI GILETTIBOCELLI GILETTI

«È un’idea geniale del maligno, per costringerci a dubitare dell’esistenza di Dio».

 

E la sua sofferenza?

«La cecità non mi ha scosso più di tanto. Mi sono sempre sentito in debito con il mondo. Fortunato. Felice».

 

Anche prima di avere successo?

«Anche quando suonavo al piano bar. Ho dovuto rinunciare a giocare a pallone; ma vado in bicicletta senza mani, scio, cavalco sulla spiaggia. Mi sono gettato da 5 mila metri col paracadute. Soprattutto, sono sempre stato circondato da affetto. Ho avuto donne che mi hanno molto amato».

 

È vero che da ragazzo fantasticava di amori impossibili?

«Tutti gli amori erano impossibili: all’inizio nessuna ragazza mi voleva. Fin dall’adolescenza però la fidanzata l’ho sempre avuta».

 

Come mai è finito il suo primo matrimonio?

«Per mancanza d’amore. Colpa mia, che ero più maturo: lei aveva solo 17 anni, io già 30. Ma fatico a considerare un errore l’unione da cui sono nati due figli meravigliosi come Amos e Matteo».

 

Tra la separazione e l’incontro con sua moglie Veronica lei è stato, parole sue, un «brutale libertino ».

«Brutale no: ho sempre tentato di lasciare un buon ricordo di me, anche se a volte temo di aver recato dolore. La penso come Nietzsche: l’uomo ama il gioco e il pericolo; e la donna è la giocatrice più pericolosa».

 

BOCELLIBOCELLI

Quali donne sceglieva?

«Quelle che mi piacevano. Che mi suscitavano qualcosa. Che mi davano l’impressione di riempire la parte mancante di me».

 

Da cosa lo capiva?

«Il comportamento vuol dire molto. L’atteggiamento, il modo di parlare. Mi sono sempre piaciute le donne di forte femminilità. Ma neppure i miei traguardi affettivi mi guarivano dall’inquietudine. Il libertinaggio diventa una droga. Tutte le sere hai bisogno di riuscire nel tuo obiettivo. La sera che non ci riesci, stai male».

 

Le capitava spesso?

«No. Il successo rende tutto più facile. Ma alla fine ti ritrovi con un pugno di mosche. E ti senti affondare nel gorgo del vizio. A un certo momento ci sono andato molto vicino».

 

Di Castro dicono che abbia avuto 35 mila donne…

«Io invece ho incontrato Veronica che mi ha stroncato la carriera. Ci siamo sposati, e ci amiamo moltissimo. Al mattino a volte si sveglia con una poesia che le ho scritto di notte».

 

E avete una figlia, Virginia.

«Da virgo, vergine. E vergine deve rimanere. Sono gelosissimo di lei».

 

kate hudson con bocelli e edward nortonkate hudson con bocelli e edward norton

Perché? Potrà avere tutti i fidanzati che vorrà, ma di padre ne avrà sempre uno solo. «Di fidanzati non deve averne nessuno!». (Bocelli sorride).

 

Il cinema le piace?

«Mi piace Fellini. E Zeffirelli: il «Gesù di Nazareth » è stupendo. Mi divertono Renzo Montagnani e Giancarlo Giannini».

 

Quanto ha contato per lei Pavarotti?

«Moltissimo. Mi ha chiamato a cantare al suo matrimonio; e Nicoletta ha voluto che cantassi al suo funerale. Mi ha insegnato tante cose. Altre le ho imparate a cantargli vicino».

 

Quali?

«Non gridare, non forzare. Altrimenti non avrei retto al passare del tempo».

 

È vero che perse la voce quando l’Italia vinse i Mondiali del 2006?

«Sì: avevo urlato troppo. Dovetti cancellare tre concerti in Inghilterra».

 

E i Mondiali del 1982?

RANIERI BOCELLI 5RANIERI BOCELLI 5

«Uscii in strada a festeggiare; un camion pieno di ragazzi mi stava passando su un piede. Mi ha salvato l’istinto da cavallerizzo: mi sono aggrappato alla sponda, sono saltato su, e mi sono unito a loro».

 

Muti con lei è stato severo: un conto sono le canzonette, un altro la musica.

«È un peccato che dica così. Non ho mai lavorato con Muti, e mi sarebbe piaciuto molto farlo: dall’incontro tra due italiani come noi sarebbe potuto nascere qualcosa di bello. Con Zubin Mehta ho registrato Aida, Turandot, Tosca, Bohème. Con Domingo ho cantato Manon Lescaut. Anche la Callas è stata riempita di improperi; lei ritagliava tutte le stroncature, e ne ha fatto un libro».

 

RANIERI BOCELLI 2RANIERI BOCELLI 2

Ha conosciuto anche Michael Jackson, vero?

«L’ho incontrato. Mi cercò il giorno prima di morire: pensava a un disco ispirato alla musica classica e voleva chiedermi consigli».

 

E Muhammad Ali?

«Con lui ho avuto un rapporto più intenso. Conduceva con serenità la battaglia contro la malattia. È stato l’idolo della mia giovinezza, stavo sveglio la notte per seguire i suoi incontri. Così quando sono stato a casa sua, a Phoenix, mi sono inginocchiato. Lui in un soffio di voce mi ha chiesto: “Sing for me”, canta per me. Ho cantato. Piangevano tutti. E anch’io, che non piango mai, mi sono commosso».

 

Non piange proprio mai?

«Ho pianto quando Francesco si è affacciato la prima volta in piazza San Pietro. Ero alle terme di Saturnia, ho acceso per caso la tv, ho sentito che il nuovo Papa avrebbe fatto del bene all’umanità ».

 

bocellibocelli

E ha cantato per lui.

«Una persona straordinaria, che cela la propria cultura per non farne sfoggio».

 

E Wojtyla?

 «Molto diverso. Grandissimo magnetismo. Ma dava l’impressione di essere sempre un po’ assente. Come se una parte di lui fosse altrove».

Ratzinger?

«Ti senti vicino a una pura mente, e a un uomo buono».

 

Lei ha conosciuto Clinton, Bush, Obama.

bocelli zerobocelli zero

«E Trump. Sono stato in tournée per l’America su un aereo che mi ha prestato; e al concerto a Central Park era in prima fila davanti ai miei figli. Sarà un presidente più moderato di quel che ha lasciato intendere sotto elezioni. È un imprenditore: non ha interesse a fare pazzie».

 

Lei è di destra o di sinistra?

«Mi sembrano fandonie. La destra sarebbe Berlusconi, che viene dal partito socialista? E la sinistra sarebbe Renzi, che viene da una famiglia democristiana?».

 

Come ha votato in passato?

bocelli obamabocelli obama

«Un po’ dappertutto, badando alla persona. Mi ritengo un cristiano liberale. Idee più attuali ed efficaci del Vangelo non ne ho mai trovate».

 

Di Renzi cosa pensa?

«Un ragazzo di buona volontà. Se non altro, si impegna. Anche Berlusconi a suo tempo lo fece; ma non è riuscito ad attuare la sua ricetta nemmeno in parte».

 

E Grillo?

«Non ho studiato il suo programma. Posso dirle questo: capisco l’insoddisfazione per un Paese ingovernabile, bloccato da un eccesso di burocrazia. Ma non mi piace l’invidia sociale che sento in giro.

 

matteo renzi a davos con andrea bocellimatteo renzi a davos con andrea bocelli

Se qualcuno sale troppo in alto si fa di tutto per segarlo, come i contadini della mia infanzia con le spighe di grano. Invece ha ragione il mio amico che l’altro giorno mi ha detto: “Siamo fortunati a essere europei, fortunatissimi a essere italiani, strafortunati a essere toscani. E sfacciatamente fortunati a vivere a Forte dei Marmi».

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