jas gawronski

A TUTTO JAS! “PAPA GIOVANNI PAOLO II DICEVA CHE LA GUERRA GIUSTA È SOLO QUELLA DI DIFESA E OGNI POPOLO DEVE AVERE IL DIRITTO DI DIFENDERSI” – JAS GAWRONSKI RICORDA GLI INCONTRI CON KAROL WOJTYLA A 20 ANNI DALLA MORTE DEL PAPA POLACCO: "SOSTENEVA CHE I FAUTORI DEL CAPITALISMO TENDONO A MISCONOSCERE ANCHE LE COSE BUONE REALIZZATE DAL COMUNISMO: LA PREOCCUPAZIONE PER I POVERI, GLI ANZIANI, I PENSIONATI" - "AGNELLI AVEVA UN’ALLERGIA A TENERE IN MANO QUALSIASI COSA SERVISSE A SCRIVERE, ERA FIERO DELLE SUE RUGHE E RIDEVA DEI SUOI AMICI CHE ERANO RICORSI AI RITOCCHI ESTETICI. QUANDO INVITÒ FIDEL CASTRO A CASA A CENA, MI PREGÒ DI RINUNCIARE PER EVITARE DI ESSERE IN TREDICI A TAVOLA" – E SU BERLUSCONI RIVELA CHE…

Valerio Cappelli per il Corriere della Sera - Estratti del 2 aprile 2025

 

jas gawronski foto di bacco

Lo chiamò Monsignor Stanislao Dziwisz e, con tono affabile e vellutato, gli chiese: «Per caso è libero domani sera?». Dziwisz era il segretario di papa Giovanni Paolo II. Quello era un invito a cena col Santo Padre. Oggi sono vent’anni dalla sua morte.

 

«L’invito arrivò come se fosse normale anche l’ipotesi di un mio precedente impegno», dice Jas Gawronski col suo portamento nobile e quasi militaresco, da generale dello zar, e con la sua aria cosmopolita, curiosa e increspata di una impalpabile inquietudine. Nato a Vienna 89 anni fa da padre ambasciatore, la Polonia come seconda patria dopo l’Italia, nipote di Alfredo Frassati che fondò il quotidiano La Stampa e amico di Gianni Agnelli, lanciato sul video da Enzo Biagi e Sergio Zavoli, corrispondente della Rai da sedi calde,

 

tra Partito repubblicano prima e Forza Italia poi per cinque legislature è stato parlamentare europeo e senatore. Riportò il colloquio col Papa dell’Est che cambiò il mondo nel libro Da Giovanni Paolo II a Giovanni Agnelli. Dialoghi del Novecento.

jas gawronski papa giovanni paolo II

 

Gawronski, quando le apparve davanti il Papa...

«Erano le sette e mezzo in punto del giorno dopo quella telefonata. Salii le scale che portavano al suo appartamento, sentii i suoi passi da un lungo corridoio di marmo. Lo vidi entrare, alto, massiccio, imponente. Mi precedette verso la vicina sala da pranzo dove cominciò a pregare in modo intenso e breve. Poi ci sedemmo, uno di fronte all’altro».

 

Lo conosceva già?

jas gawronski foto di bacco

«Sì, l’avevo incontrato a Cracovia insieme col cardinale Wyszynski, suo mentore, che con affetto lo chiamava il robusto montanaro. E tempo prima, in un caldo pomeriggio di agosto, avevo un appuntamento a Castel Gandolfo con monsignor Dziwisz che conoscevo da tempo. Disse: il Papa sa che è qui e vorrebbe invitarla a pranzo. Quella volta parlammo in polacco. Mi fece sapere di ritenere come privato il contenuto della nostra conversazione.

 

In seguito però mi fu data via libera, e l’intervista si trova condensata nel mio libro. Ci fu un’altra occasione, a Pollone, nel biellese, dove pregammo insieme sulla tomba di mio zio, Pier Giorgio Frassati, morto nel 1925 ad appena 24 anni, che lui poi beatificò».

 

(...)

 

Quale fu la risposta di Wojtyla che più la sorprese?

jas gawronski foto di bacco

«Quando mi disse che i fautori del capitalismo a oltranza tendono a misconoscere anche le cose buone e giuste realizzate dal comunismo: la preoccupazione per i poveri, gli anziani, i pensionati».

 

Lei lo intervistò due volte. Perché non autorizzò la pubblicazione del vostro primo incontro?

«Non era abbastanza abituato a parlare con i giornalisti, era andato oltre quello che voleva dire».

 

Che cosa non funzionò del suo pontificato?

«Viaggiò in tutto il mondo, ma non riuscì ad andare in Russia. Avrebbe voluto firmare con il patriarca la pace tra ortodossi e cattolici, riunendo le due religioni cristiane. Col suo charme, e l’essere slavo, a Mosca si pensava che avrebbe indotto molti ortodossi a diventare cattolici».

 

jas gawronski foto di bacco

Sapeva leggere le dinamiche geopolitiche e storiche.

«Parlando della Bosnia, naturalmente aveva una posizione contro la guerra. Aggiungeva però che, secondo la dottrina tradizionale della Chiesa, la guerra giusta è soltanto quella di difesa; diceva che ogni popolo deve avere il diritto di difendersi».

 

Come lo ricorda?

«La prima immagine mi riporta al 22 ottobre 1978, mentre brandiva come una spada una gran croce e gridava da piazza San Pietro durante la messa di investitura: Non abbiate paura! Aprite, spalancate le porte a Cristo. Poi lo ricordo assorto, concentrato, a Castel Gandolfo, durante un convegno di scienziati, filosofi, politologi. Ascoltava per delle ore intere temi di attualità. Aveva il dono di cogliere l’essenziale anche in concetti complessi. Talvolta si sorreggeva la testa con il braccio appoggiato sul tavolo, in un gesto che gli sarebbe diventato sempre più familiare».

 

gianni agnelli jas gawronski

Nel suo libro ci sono altre interviste a grandi personaggi.

«Ho toccato l’imprevedibilità della Storia e dei suoi protagonisti più vari. Primo Carnera, il pugile, mi parlò della sua infanzia poverissima in Friuli e del suo lavoro in Francia come falegname e fenomeno da circo; l’Ayatollah Khomeini a Parigi, dove era in esilio, mi parlava con un sussurro, accovacciato e a tratti sopito, la barba arruffata e gli occhi infossati e tenebrosi; Fidel Castro e la sua vita in uniforme da guerrigliero, ai suoi ricevimenti scambiava una parola con tutti creando un’atmosfera di intimità, mi dava del tu, mi disse che se ci fosse una disciplina olimpionica sugli attentati avrebbe vinto la medaglia d’oro».

 

E Gianni Agnelli?

«Era forse il più difficile da raccontare, chi era, cosa pensava. Avrebbe dovuto farlo lui stesso, ma non scrisse mai nulla della sua vita. Aveva un’allergia a tenere in mano qualsiasi cosa servisse a scrivere, a lasciare una traccia. A un certo punto lo convinsi, con l’aiuto di un amico giornalista americano: cominciò, poi prevalse il riserbo piemontese. Era attratto dalla spregiudicatezza e dall’arroganza di Cesare Romiti, che trovava anche spiritoso.

jas gawronski foto di bacco

 

In due sole occasioni ho passeggiato a Torino con lui, tra la folla provava insieme desiderio e disagio di essere riconosciuto. Era fiero delle sue rughe e rideva dei suoi amici che erano ricorsi ai ritocchi estetici. Non si lasciava impressionare dai grandi personaggi. Quando invitò Fidel Castro a casa a cena, mi pregò di rinunciare per evitare di essere in tredici a tavola. Assistetti ai preparativi, fu una normale cena tra amici. Castro, che per me era un mito, per lui, che non aveva mai visto prima, era uno dei tanti».

 

Come ricorda l’esperienza di europarlamentare?

«Mi candidai nel 1979 e vi entrai dopo che Suni Agnelli, divenuta ministro, rinunciò.

Io ero il primo dei non eletti con il Pri. Sapevo a malapena cosa fosse il Parlamento europeo. Molti erano eurofannulloni, non seguivano, non capivano, viaggiavano a spese dei contribuenti per affari».

 

gianni agnelli jas gawronski

Gawronski, lei fu portavoce di Berlusconi .

«Tra il 1991 al 1995, anche quando avevamo opinioni diverse, era una persona aperta, ho potuto assistere a tutti i suoi incontri e ascoltare ogni sua telefonata. Tranne due volte, quando mi chiese: lasciami solo con... Ma non si trattava di donne».

 

(...)

jas gawronskijas gawronski coverjas gawronski fidel castropier giorgio frassati 1gianni agnelli jas gawronski gianni agnelli jas gawronski luca cordero di montezemolo jas gawronskipier giorgio frassati jas gawronski jas gawronski wojtyla 1jas gawronski e wojtylacesare previti jas gawronski foto di baccojas gawronski silvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."