ciao 2020 ivan urgant

"NON ABBIAMO MAI PENSATO DI POTER AVERE COSÌ TANTO SUCCESSO" - FERMI TUTTI, PARLA IVAN URGANT, IL CONDUTTORE DELLA STRACULTISSIMA TRASMISSIONE RUSSA "CIAO 2020", CHE HA FATTO IL BOTTO PRENDENDO PER IL CULO SANREMO E L'ITALIA - "PER NOI IL FESTIVAL È FERMO NEL TEMPO, SEMPRE UGUALE. E POI ALCUNE PAROLE NEL NOSTRO VOCABOLARIO SONO ITALIANE. MUSICA, PER ESEMPIO" - "CONOSCO ALBANO E VI DICO CHE…" - L'INTERVISTA COMPLETA NEL PROSSIMO NUMERO DI "ESQUIRE" 

 

Gianmaria Tammaro per www.esquire.com*

L'intervista completa nel prossimo numero di "Esquire" in edicola

 

 

ciao2020 1

Secondo Gabriele Ferraresi, autore di Mad in Italy. Manuale del trash italiano 1980-2020 (ilSaggiatore), Ciao2020, lo speciale di Capodanno russo girato interamente in italiano, è «l’apparizione del nostro fantasma». Perché parla di noi, di quello che siamo stati e che siamo ancora. Affonda le sue radici nella nostra musica, nelle nostre canzoni, e in un certo modo di fare intrattenimento che ci ha distinti per molto tempo. Ma Ivan Urgant, creatore e presentatore del programma, una delle personalità più famose e apprezzate della televisione russa, non è così definitivo.

 

ciao2020 3

Sceglie con cura le parole mentre prova a descrivere Ciao2020 e a spiegare la natura del suo incredibile successo. «In Ciao2020, non c’è una frase in russo. Nemmeno una. Ma alle persone è piaciuto, anche qui, nel nostro paese». Nel giro di pochi giorni, il video caricato su Youtube ha raggiunto 6 milioni di visualizzazioni ed è diventato uno dei contenuti più visti in Italia e in Russia. È un vero e proprio caso: e viene studiato, commentato, dissezionato a fondo. «Questo è stato il modo migliore, credo, per concludere il 2020. Un anno difficile, strano e assurdo per tutti».

 

ciao2020

Capelli rasati, occhi azzurri, espressione attenta. Ivan Urgant è l’esatto opposto di Giovanni Urganti, il suo alter-ego in Ciao2020: niente occhiali, niente parrucca. Quando parla, è veloce, non prende pause, e ogni tanto, sorridendo, accenna a qualche parola in italiano. «Tutti mi dicono che sono madrelingua. In realtà, faccio solo finta. Io vengo da San Pietroburgo, una città che è stata costruita da architetti italiani. E in un certo senso, mi sento anche io italiano». Urgant è il volto del talk show più visto in Russia. I suoi genitori sono entrambi attori. Ha studiato musica prima di fare il suo esordio e ha sempre lavorato nel mondo dello spettacolo.

 

Ivan Urgant

Qualche anno fa, è stato anche in Italia, per girare una serie di speciali sul nostro paese per il programma Viaggi di Pozner e Urgant. «Non abbiamo mai pensato di poter avere così tanto successo con Ciao2020. Non ce lo aspettavamo minimamente. Soprattutto, non ci aspettavamo questo tipo di reazioni: così serie, così impegnate. Ho letto diversi articoli che sono stati pubblicati in Italia, e mi hanno profondamente stupito. Per noi, questo è stato un regalo di Natale».

 

Come vi è venuta in mente l’idea per questo speciale?

Visto il periodo che stiamo affrontando, volevamo tirare su il morale del nostro pubblico. E a quel punto ci siamo ricordati del festival di Sanremo, che una volta veniva trasmesso anche qui in Russia. Non ricordo nemmeno l’ultima volta che l’ho visto. Abbiamo scelto questo stile, questi colori e quest’estetica perché ci piacevano. E abbiamo scelto la lingua italiana, perché volevamo creare una vera e propria realtà parallela.

 

E poi?

ivan urgant ciao 2020

E poi abbiamo coinvolti alcuni dei cantanti russi più famosi, li abbiamo convinti a travestirsi e a cantare in italiano.

 

Ma perché proprio Sanremo?

Per noi russi, il festival di Sanremo è fermo nel tempo, è sempre uguale. Questi capelli, questi arrangiamenti e anche questo modo di esibirsi fanno parte della nostra memoria.

 

Un programma del genere, però, deve essere sembrato un azzardo in un primo momento.

Ci ho pensato anche io, e mi sono chiesto: come facciamo a spiegare al nostro pubblico, al pubblico russo, quello che stiamo facendo?

 

Ivan Urgant

E che cosa ti sei risposto?

Due cose. La prima: il 2020 è stato un anno estremamente complicato, soprattutto per l’Italia. Abbiamo fatto tutto in italiano, non in francese o in un’altra lingua, proprio perché volevamo salutare e rendere omaggio all’Italia. E questo il nostro pubblico l’ha capito subito.

 

Cos’altro ti sei detto?

Che i russi sono abituati ad ascoltare l’italiano. Alcune parole, nel nostro vocabolario, sono italiane. Musica, per esempio: si dice così anche in russo. Quindi i nostri spettatori avevano l’orecchio allenato.

 

A parte Sanremo, ci sono altri riferimenti in Ciao2020?

Io adoro la televisione italiana, anche se non la conosco. Quando vengo in Italia, la guardo sempre. Accendo la tv, metto sul primo canale, su Rai1, e c’è sempre un vecchio presentatore con una bella ragazza accanto. Dicono quattro parole e poi, semplicemente, cantano.

 

Durante Viaggi di Pozner e di Urgant, avete intervistato anche Al Bano.

Non mi ricordo con precisione quell’incontro, confesso, ma conosco Al Bano. Così come conosco tanti altri cantanti italiani. Li incontro alle feste private, dove loro cantano con passione e noi russi piangiamo per la commozione.

 

Ivan Urgant

Secondo te, perché Ciao2020 ha avuto così tanto successo in Italia?

Non te lo so dire. Se qualcuno avesse fatto un programma come questo, sul nostro Capodanno, sulla nostra tv, sarebbe stato interessante da vedere, anche per noi. Ma quando abbiamo lavorato a Ciao2020 non ci siamo fatti così tante domande e, come dicevo prima, non ci abbiamo minimamente pensato. Ero incuriosito dalla reazione italiana, questo sì.

 

Quanto tempo vi ci è voluto per girarlo?

Ci abbiamo messo tre settimane e mezzo, non un giorno di più.

 

Nel vostro speciale, vero e falso si uniscono: vanno quasi a braccetto. E per un momento l’uno ha il sopravvento sull’altro e viceversa. Qual è il segreto di una buona parodia?

Non ho una risposta precisa. Ma credo che la parodia migliore sia quella che non vuole offendere, ma che viene fatta con estremo amore.

 

Quando si fa un mestiere come il tuo, orientato verso la satira e la comicità, la censura può essere un problema?

La censura non è un problema qualsiasi: la censura è la censura. Ma come ho imparato dalla commedia dell’arte, ogni censura può diventare oggetto di una parodia. In questo caso, però, si tratta di una parodia senza amore.

 

Potrete leggere una versione estesa di questa intervista sul prossimo numero di Esquire, presto in edicola.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...