
SILVIO PER UNA VOLTA NON TRIVELLA - BERLUSCONI, QUANDO HA CAPITO CHE IL QUORUM ERA UN MIRAGGIO, SI E’ DEFILATO - TUTTI QUELLI CHE HANNO VOTATO: DA GRILLO A BRUNETTA, DA PIERO PELU’ A FEDEZ CON IL BABBO (COL CAPELLO ASFALTATO BIONDO)
1.E BERLUSCONI DECIDE (ALLE 18) DI NON ANDARE ALLE URNE
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
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Sì Triv o no Triv? Silvio Berlusconi sceglie l' astensione. Come Matteo Renzi, si potrebbe dire. O come l' ex capo dello Stato Giorgio Napolitano. L' ex Cavaliere era a Milano e, intorno alle 18, quando era chiaro che l' affluenza al referendum era di molto al di sotto del 50%, ha fatto sapere che non si sarebbe recato alle urne. Come mai? Dentro il partito giurano che «non ci sono significati politici». Tantomeno di «appoggio a Renzi» o di «rinascita del patto del Nazareno».
Semplicemente, spiegano a FI, «Berlusconi è residente a Roma, e ieri era a Milano (al Salone del Mobile, dove ha incontrato il candidato sindaco Stefano Parisi, ndr ): votare, per lui, era complicato». E i messaggi mandati da diversi esponenti «azzurri», vedi Renato Brunetta, di usare la tornata referendaria per «mandare a casa il tirannello Renzi?».
A Berlusconi, evidentemente, non interessa. I suoi fanno sapere: «Il presidente aveva lasciato libertà di coscienza. E, oggettivamente, in un Paese nel quale ormai vota il 55% degli aventi diritto, l' istituto del referendum forse sarebbe da rivedere...».
Tutti, però, si affrettano a dire che dietro la decisione di Berlusconi di non pronunciarsi sulle trivelle (anche se, forse, da imprenditore magari avrebbe sposato più le ragioni del «No» che quelle del «Sì») «non c' è una scelta politica: era un quesito che personalmente non sentiva molto», spiegano i collaboratori più stretti dell' ex premier.
Oltre a questo, un minimo di calcolo politico in realtà c' è: Berlusconi ha aspettato fino all' ultimo prima di far conoscere il suo orientamento. Come a voler vedere, prima, quale fosse quello del Paese sul quesito referendario. Con un' affluenza così bassa - già nelle proiezioni delle 12 e poi delle 19 era abbastanza evidente che il quorum non sarebbe stato raggiunto - passare per uno degli «sconfitti» (rispetto all' astensionismo invocato da Renzi) sarebbe stato un boomerang.
2.QUELLI CHE HANNO VOTATO
Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
Provarci ci hanno provato, fino all' ultimo. Anzi, proprio all' ultimo, ad urne già aperte, accendendo di colpo una campagna elettorale tristanzuola. «Coraggio! Io ho votato, andate a votare!
Non molliamo! Dai che ce la possiamo fare! Passate parola!», invitava i suoi, senza risparmio di punti esclamativi, Beppe Grillo dal suo blog ed era già pomeriggio inoltrato, posando per la foto ricordo con scheda e scatolone al grido di Battiquorum, rilanciato poi da Alessandro Di Battista in versione Bignami: «Coraggio, a votare!».
Perché ormai tutto è social e non conta chi ti guarda nel segreto della cabina, se l' Altissimo o Baffone, ma chi ti vede fuori. «Tutti a votare, partecipazione fondamentale per mandare a casa Renzi», incitava il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta da Twitter, anche lui con scatto-prova davanti all' urna, mentre il leghista Matteo Salvini, sobrio che non pareva lui, si postava su Facebook con frase di Gaber più aggiunta sua: «Libertà è partecipazione. Il mio diritto l' ho esercitato, spero che lo facciano in tanti».
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha abbinato foto e tweet: «Sono affezionato all' idea di esprimere un voto, quando da cittadini siamo chiamati a farlo». Niente proclami, solo l' esempio, come per la presidente della Camera Laura Boldrini in look bianco e blu crociera. Giovanni Toti, governatore della Liguria e consigliere politico di Berlusconi (stavolta non gli ha dato retta):
«Il governo non si prende responsabilità, noi SI'» ha scritto sul post di Fb, con scatto a figura intera e 573 «mi piace». L' ex premier Enrico Letta ha twittato sereno: «Ho appena esercitato il mio diritto-dovere di voto», appello subliminale. In prima fila alle cabine i candidati sindaci di Roma (Giorgia Meloni, Virginia Raggi, Stefano Fassina), di Milano (Giuseppe Sala) e di Napoli (Lettieri, Brambilla, De Magistris), sperando di essere ricambiati a giugno.
Tra i vari ed eventuali testimonial del voto ecco Piero Pelù e Fedez (con papà al seguito). Patriottici ma pratici Pio e Amedeo: «Avete tempo fino alle 23 per andare a votare SI' contro le trivellazioni, dopo di che tornate a casa che c' è la puntata di Emigratis».