luca palamara

COME PALAMARA HA PIAZZATO 84 MAGISTRATI - MENTRE ERA AL CSM, NON C'ERA UNA CARICA CHE NON PASSASSE PER LE SUE MANI. LE TOGHE LO HANNO CAPITO PRESTO, E DA QUI LA PIOGGIA DI MESSAGGINI E CHIAMATE E SUPPLICHE - NELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CASI, A PASSARE È IL CANDIDATO DI PALAMARA. OGGI SONO PROCURATORI DELLA REPUBBLICA, PRESIDENTI DI TRIBUNALE, CONSIGLIERI DI CASSAZIONE. DI DESTRA, DI SINISTRA E DI CENTRO. CHISSÀ SE LO HANNO RINGRAZIATO…

 

Luca Fazzo per “il Giornale

 

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

A desso, se lo incontrassero per strada, probabilmente cambierebbero marciapiede. Ma per anni centinaia di magistrati italiani hanno saputo che il loro destino dipendeva anche e soprattutto da Luca Palamara, ex presidente dell' Anm e leader incontrastato di Unicost, il correntone centrista delle toghe italiane. Adesso Palamara è sotto inchiesta, sospeso dal servizio, a rischio di cacciata dalla magistratura. Ma per anni è stato lui il regista (tutt' altro che occulto) di buona parte delle nomine e delle promozioni. Lo ha fatto negli anni in cui presiedeva l' Anm, lo ha fatto anche quando - nell' ultimo periodo della sua parabola prima del tonfo - non aveva cariche formali. E lo ha fatto soprattutto nei quattro anni, tra il 2014 e il 2018, in cui sedeva nel Consiglio superiore della magistratura, l' organo di autogoverno delle toghe, investito anch' esso in pieno dallo «scandalo Palamara».

 

LUCA PALAMARA DA GILETTI

Può essere impietoso andare ora a ricostruire l' elenco dei magistrati che in quei quattro anni hanno ottenuto grazie a Palamara il posto cui ambivano. Molti di loro, probabilmente, non hanno mai bussato alla sua porta: e comunque il focoso pm romano, oggi impresentabile, allora era riverito un po' da tutti. Ma è una analisi che racconta bene il sistema che governava la spartizione delle nomine. Una spartizione che Luca Palamara gestiva con accortezza - si licet - democristiana, quasi dorotea.

 

Ricostruire quelle votazioni richiede un lavoro certosino, andando a incrociare atti ufficiali del Csm e conversazioni interne alle mailing list e alle chat delle correnti, in cui all' indomani delle decisioni si usava dare conto degli schieramenti. Si scopre che in Italia ci sono, e in posizioni di rilievo, ottantaquattro magistrati che non sarebbero nel posto che oggi occupano se Palamara e i suoi quattro colleghi di corrente avessero puntato su un altro candidato. Da Bolzano a Sassari, da Locri a Treviso, a designare i capi degli uffici giudiziari era il leader di Unicost.

luca palamara 2008

 

In realtà, gli inizi per Palamara - che entra nel Csm nel luglio 2014 con 1.236 voti di preferenza - non sono facili. La corrente di destra, Magistratura Indipendente, nelle urne ha fatto il pieno di consensi. Il Csm ha davanti un compito gigantesco, destinato a scatenare speranze e manovre: rimpiazzare centinaia di capi degli uffici giudiziari, che la riforma del governo Renzi ha spedito in pensione con due anni di anticipo.

luca palamara

 

Non si era mai vista una simile infornata di cariche a disposizione delle ambizioni dei giudici e delle loro correnti. Ma al momento dei primi voti, nel Csm si crea una strana alleanza. Su alcune nomine cruciali, la destra di MI si schiera con Area, la corrente di sinistra; su altre porta dalla sua i consiglieri eletti dal Parlamento. Unicost e Palamara restano tagliati fuori. La sconfitta più cocente è quella sulla Procura di Palermo. Trionfa Francesco Lo Voi, spinto da Magistratura Indipendente. Il candidato di Palamara, Guido Lo Forte, si ferma a cinque voti.

 

Ma Palamara raddrizza la barca in fretta. Ad aiutarlo c' è il malcontento che nella base di Area serpeggia contro l' innaturale alleanza con le destre, che ha costretto la corrente delle «toghe rosse» a digerire alcune nomine in cambio di altre. Palamara si lancia in questo varco, e occupa quasi militarmente il centro del Csm. Da quel momento in poi, si contano sulle dita di un paio di mani le nomine importanti su cui finisce in minoranza.

 

luca palamara 3

Non si lega a nessun alleato, di volta in volta stringe accordi con la destra o con la sinistra in modo da essere sempre lui a decidere. I magistrati italiani, soprattutto quelli che ambiscono a avanzamenti di carriera, lo capiscono in fretta. Così si spiega l' alluvione di messaggini, di suppliche, di pressioni che piovono in quegli anni sul suo telefono, e che ora sono agli atti dell' inchiesta di Perugia: solo in parte, purtroppo, perché ai primi due anni di chat del regno di Palamara il trojan non è riuscito a risalire.

Sta di fatto che in quei mesi Palamara è un fiume in piena.

 

Non c' è una carica che non passi per le sue mani. In molti casi, oltre due terzi, le correnti trovano un accordo, e le nomine passano all' unanimità. Ma negli altri casi si va a scontri, spesso furibondi. E in ottantaquattro casi, ovvero la stragrande maggioranza, a passare è il candidato di Palamara. Oggi sono procuratori della Repubblica, presidenti di tribunale, consiglieri di Cassazione. Gente di destra, di sinistra e di centro che dovrebbe dirgli grazie. Chissà se lo hanno mai fatto.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...