g7 in germania

“INTERVENIRE TROPPO TARDI NELLE MISURE DI SOSTEGNO ALL'ECONOMIA PUÒ DARE SLANCIO AL RITORNO DEI POPULISMI” – AL G7 MARIO DRAGHI METTE IN GUARDIA SUGLI EFFETTI NEFASTI CHE PUO’ AVERE L’INFLAZIONE SULLA TENUTA DEMOCRATICA DEI PAESI OCCIDENTALI – JOE BIDEN GONGOLA NEL PANNOLONE: “QUANDO LE DEMOCRAZIE DIMOSTRANO QUELLO CHE POSSONO FARE INSIEME, NON C'È PARTITA”

Francesco Malfetano Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

g7 in germania mario draghi

«Quando le democrazie dimostrano quello che possono fare insieme, non c'è partita». Il presidente Usa Joe Biden suona la carica durante il primo giorno di lavori del G7 sotto presidenza tedesca a Schloss Elmau, tra le alpi bavaresi, dedicato alle sfide globali.

E annuncia che le sette principali economie della terra stanzieranno 600 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per sostenere investimenti infrastrutturali sostenibili nei Paesi a basso e medio reddito in giro per il mondo, con un focus particolare sull'energia pulita.

 

g7 in germania ursula von der leyen

E del resto è inevitabile che il dossier energetico sia tra quelli tenuti maggiormente in considerazione già all'inizio della tre giorni tedesca. Non solo perché riguarda la tenuta economica globale, ma anche per i numerosi risvolti sociali. Un allarme lanciato da Mario Draghi che, nelle sessioni di lavoro a porte chiuse ha chiarito ai suoi colleghi come intervenire troppo tardi nelle misure di sostegno all'economia può dare slancio al ritorno dei populismi.

 

Il rischio è che l'impennata dell'inflazione e la crisi derivata dal conflitto ucraino, travolga le economie occidentali. In altri termini bisogna «evitare gli errori» del passato - quelli già visti con la crisi finanziaria del 2008 - ha ammonito proprio mentre in una Garmish blindata esplodeva la protesta del mondo noglobal. Il riferimento del premier è ai prestiti a tasso agevolato chiesti già a gran voce in Europa e al pari del tetto al prezzo del gas.

g7 in germania foto dei leader

Un tema, quello del price cap sui carburanti fossili acquistati dalla Russia, che il premier ha ribadito essere «un obiettivo geopolitico oltre che economico».

 

LE TAPPE Tornando al piano presentato ieri - Partnership for Global Infrastrutture and Investment - secondo il disegno di Washington condiviso anche con l'Ue, l'ambizione è rivaleggiare con la Cina e la sua Nuova Via della Seta. Cioè la maxi-strategia con cui il gigante asiatico sta lastricando di finanziamenti esteri le economie in via di sviluppo. Tanto che tra gli ospiti d'onore di questo G7 ci sono pure India e Sudafrica, due Paesi chiave che l'asse occidentale punta ad allontanare dalla sfera d'influenza di Pechino (e anche Mosca).

 

g7 in germania macron

L'iniziativa, lanciata nel giorno in cui i Sette Grandi hanno rinnovato l'impegno a esportare vaccini e a consentire la produzione in Africa, «offrirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei Paesi in via di sviluppo, rafforzare l'economia globale e le catene di approvvigionamento». Gli Usa metteranno sul tavolo 200 miliardi tra fondi pubblici e privati; agli altri Stati toccherà mobilizzare invece il resto, con l'apporto delle istituzioni finanziarie multilaterali come la Banca mondiale.

 

Un impegno che l'Europa è pronta a prendere, ha confermato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ricordando anche lo stanziamento di 300 miliardi attraverso la strategia Global Gateway: «Il mondo ha bisogno di questi investimenti. Dovremo lavorare uno al fianco dell'altro».

g7 in germania biden e scholz

 

In linea con l'impegno per una transizione verde, la Partnership G7 si focalizza anzitutto sulle energie pulite e sulle tecnologie innovative. Questo non vuol dire abbandonare da subito gli investimenti nelle fonti fossili come il gas, ha ricordato sempre Draghi, ma indirizzarli perché possano essere convertiti all'idrogeno, «così da conciliare le esigenze di breve con quelle di lungo termine», oltre che puntare sulle rinnovabili, in particolare in Africa, «continente che si presta a questo tipo di investimenti».

g7 in germania biden e scholz

 

Biden ha pure fornito alcuni esempi di progetti già in atto, sostenuti dal governo federale americano insieme a compagnie private, tra cui le iniziative per lo sviluppo di energia solare in Angola. Ma l'obiettivo di fondo è anche offrire delle alternative occidentali allo strapotere di Huawei sul 5G.

 

«Occorre sviluppare tecnologie sicure in modo che le nostre informazioni online non vengano utilizzate dagli autocrati per consolidare il loro potere o reprimere il dissenso», ha ribadito il leader Usa che - al pari del francese Emmanuel Macron - si è spesso intrattenuto con Draghi durante le pause dei lavori. Sullo sfondo (in attesa dell'intervento del presidente Volodymyr Zelensky di oggi) si è deciso lo stop all'importazione di oro russo che - ha assicurato Biden - costerà a Mosca decine di miliardi di dollari; l'impegno a fornire «sostegno indeterminato» all'Ucraina e, su input italiano, un nuovo tentativo di accelerare lo sblocco del grano nei porti ucraini.

g7 in germania johnson scholz biden

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?