GRASS SUPERFLUO – IL NOBEL ATTACCA LA DOPPIEZZA DELLA MERKEL MA QUANDO CADDE IL MURO RIMPIANSE LA “COMODA DITTATURA” DELLA DDR

Giulio Meotti per "il Foglio"

Durissima la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che attacca il premio Nobel Gunter Grass con le parole di Oskar Lafontaine: "Taci! E bevi il tuo vino rosso". L'intellettuale nobile della sinistra tedesca, il nume che con le sue sopracciglia arruffate ha incarnato per mezzo secolo il prototipo della "coscienza dolente della Germania", aveva promesso sorprese nell'incontro pubblico con il leader della socialdemocrazia tedesca, Peer Steinbruck.

Così Grass ha mantenuto la promessa e preso di mira Angela Merkel, rea non solo della "vergognosa" trasformazione dell'esercito tedesco in una "armata di mercenari", ma anche di "doppiezza", perché nella Germania comunista, dove la futura cancelliere faceva parte dell'organizzazione giovanile del partito, ha imparato "l'opportunismo e l'acquiescenza". Purtroppo però ogni volta che Grass rivanga il passato questo finisce per vendicarsi contro di lui.

Il premio Nobel per la Letteratura, che ora accusa Merkel di doppiezza, fu protagonista nel 2006 di un episodio che divise in due il paese: rivelò di essersi arruolato volontario nelle Waffen SS, circostanza fino ad allora sempre oscurata nel suo cursus honorum. "Grass era a favore della Ddr quando fu abbattuto il Muro di Berlino, per questo è ridicolo che oggi attacchi la Merkel, mentre lui prima del 1989 se ne stava al sicuro a ovest", dice al Foglio Henryk Broder, editorialista della Welt e a lungo dello Spiegel.

Grass, che si è sempre presentato come una vittima della Germania dell'est, il celebre socialdemocratico più inviso dei conservatori tedeschi agli occhiuti funzionari della Stasi, già nel 1990, subito dopo la riunificazione, scrisse un saggio dal titolo "Un bottino chiamato Ddr". Vi sosteneva che la riunificazione in realtà era un tipo di "Anschluss", un'annessione. E che un nuovo stato riunificato avrebbe potuto portare a "nuove Auschwitz".

Per questo era meglio la Ddr a una Germania unita e sotto il dominio del liberismo. Il giorno in cui cadde il Muro a Berlino, Grass disse: "Non c'è di che rallegrarsi" e aggiunse che "quello che ha costituito la base della vita per la gente dell'ex Rdt durante quarant'anni è stato recuperato dall'ovest come vecchia ferraglia". Per Grass, il trattato di unificazione instaura un "ordine coloniale" in Germania orientale e deve essere riveduto. "Fu allora che Grass definì la Ddr una ‘comoda dittatura'", ci dice Broder.

"Mi domando perché i socialdemocratici continuino ad accompagnarsi in pubblico a questo anziano premio Nobel". In "Ein weites feld", libro dedicato alla vita nella Germania dell'est, Grass tratteggia la Stasi con le fattezze del personaggio di Hoftaller. Non l'anonimo funzionario dal giubbotto di pelle, ma la personificazione del principio di assistenza (Fursorge-Prinzip).

Il carnefice che si lega indissolubilmente a Fonty, l'individuo che controlla, alternando favori e minacce, così che tra sorvegliato e sorvegliante si instaura un rapporto di reciproca dipendenza. Nella logica di Grass, l'uno non è immaginabile senza l'altro. "In questo mondo imperfetto abbiamo vissuto in una comoda dittatura", fa dire Grass a Fonty. Secondo il futuro Nobel per la Letteratura, la Ddr è "il primo stato socialista in terra tedesca". Contro l'opportunismo di Grass e la Ddr ha scritto un libro Susanne Schädlich, uscito per le edizioni di Droemer Verlag. Si intitola "Immer wieder Dezember. Der Westen, die Stasi, der Onkel und ich" ("Dicembre per sempre. L'Ovest, la Stasi, lo zio e me").

Susanne è la figlia dello scrittore Hans-Joachim Schädlich, che emigrò a ovest nel 1977, e nel libro racconta la scoperta sconvolgente che lo zio, dalla bambina tanto amato, per anni aveva spiato l'intera famiglia in qualità di collaboratore informale della Stasi. Il libro si apre con il suicidio dello zio nel 2007.

L'essere stato sotto osservazione in occasione di incontri con alcuni scrittori dell'est ha aiutato Grass a ribadire ancor oggi il suo ruolo di intellettuale socialdemocratico alla ricerca di una "terza via" tra capitalismo e comunismo sovietico (due anni fa sono usciti in un volume tutti gli atti della Stasi, il ministero per la Sicurezza del regime comunista della Ddr, riguardanti Grass). In verità erano gli stessi letterati tedesco-orientali a collocare Grass "a sinistra della Spd" e fra i "simpatizzanti della Germania orientale".

Il 17 giugno 1987 Grass tenne un incontro pubblico a Berlino est davanti a mille persone addirittura nel Palast der Republik, il palazzo del governo comunista tedesco- orientale, anche noto come "palazzo Honecker" (per costruirlo nel 1950 i dirigenti della Ddr rasero al suolo il Castello degli Hoenzollerdamm, condannato come "simbolo del nazionalismo prussiano"). Altro che vittima, Grass fu "uno specchietto per le allodole" e, ogni volta che passava la frontiera, verso lo scrittore convergevano letterati e giornalisti che in buona fede cercavano contatti a ovest, editori, libertà di pensiero.

Grass, così facendo, li esponeva tutti alla repressione della Stasi. Poi, protetto dalla sua fama di "socialdemocratico", Grass faceva ritorno nella vituperata Berlino ovest. Al sicuro. "Per Grass, la Ddr era una ‘comoda dittatura', una forma benigna di dominio, una via al socialismo", dice al Foglio la scrittrice Susanne Schädlich. "Le vere vittime della Ddr furono altre, non Grass. Come scrittore il futuro Nobel ha mostrato ambiguità e viltà, oltre che una buona dose di opportunismo.

Per lui la Ddr era un sistema imperfetto da salvare. Nel frattempo gli scrittori che davvero si opponevano al partito subivano la prigione per molti anni, l'espulsione a occidente, il boicottaggio, e i loro figli venivano adottati a forza. Perché se all'inizio lo scrittore ha aiutato a organizzare i primi incontri, illegali e informali, fra scrittori dell'est e dell'ovest, quando c'è stata la riunificazione Grass ha mostrato il suo vero volto, quello di un nostalgico della Repubblica democratica tedesca. Gunter Grass è sempre stato un conformista". Sembra inverarsi la celebre descrizione che lo scrittore americano John Updike ha dato di Grass: "Non scrive romanzi, ma dispacci dal fronte del suo impegno".

 

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