DA INDIGNADOS A IMPIGRITOS – LA CRISI E’ DIVENTATA RECESSIONE MA LA PROTESTA “OCCUPY WALL STREET” ET SIMILIA GLOBALE È IN FASE CALANTE - A NEW YORK ARRESTI A RAFFICA STANNO DECIMANDO L’ORGANIZZAZIONE (ANCHE SE SUL CONTO DEL MOVIMENTO CI SONO BEN 500 MILA $ DI DONAZIONI) - A LONDRA, I CITTADINI CHE SIMPATIZZAVANO CON LA PROTESTA HANNO CAMBIATO OPINIONE: IL PRESIDIO ANTI-FINANZA È DIVENTATO UN PUNTO CARITAS PER SENZATETTO - I RAGAZZI, DOPO LE LITI SULLA GESTIONE DELLA CASSA, SI DEDICANO ALLA PROTESTA SOLO PART-TIME…

1 - USA: NEW YORK, ARRESTATI 68 MANIFESTANTI DI OCCUPY WALL STREET
Da Adnkronos -
Sono 68 i manifestanti di Occupy Wall Street arrestati nella notte di Capodanno. Lo ha confermato ieri sera il portavoce della polizia John Gimpel. Gli agenti sono intervenuti poco dopo la mezzanotte, quando gli "indignados" hanno cercato di entrare nuovamente a Zuccotti Park, il luogo simbolo dove la protesta e' iniziata in settembre e dalla quale i manifestanti sono stati cacciati sei settimane fa.

2 - OCCUPY LONDON RESISTE "CAMBIEREMO IL MONDO"
Andrea Malaguti per La Stampa

Paternoster Square, sede del London Stock Exchange, è invasa dalle transenne. Attraversarla è impossibile. Vigilantes con pettorine gialle regolano il traffico pedonale. Si scusano con i turisti e li deviano verso le stradine laterali lungo Queen Victoria Street. Uomini con vestiti di sartoria e cravatte di seta mostrano tesserini plastificati e si infilano nel palazzone della Borsa che domina il lato sinistro della Piazza toccando Ave Maria Lane, all'incrocio con Amen Corner. Nomi celesti per l'ombelico della finanza europea. Il cielo scarica sul selciato la sottile pioggia ghiacciata di questa fine di dicembre, mentre un albero di Natale alto tre metri restituisce il riflesso di palline argentate da grande magazzino di lusso e un blindato di Scotland Yard sorveglia con discrezione la zona.

Sono passati quasi tre mesi da quando i dimostranti di Occupy London si sono accampati davanti a St Paul. Avrebbero voluto montare le tende di fronte alla Borsa. Gliel'hanno impedito. Così si sono spostati sul sagrato della Cattedrale e oggi, nonostante tre ordini di sgombero e un processo all'Alta Corte che si concluderà l'11 gennaio, sono ancora lì. Fiumi di ragazzi arrivati da ogni angolo del Paese. «Siamo il 99% e spazzeremo via l'arroganza dell'1% che vuole dominarci».

E' un ragazzo magro, con una corona di spine sulla testa a impugnare il cartello. Indossa una tunica chiara e resta seduto sulla scalinata della basilica indifferente al gelo. Si chiama John Higgins e ripete meccanicamente sempre lo stesso ritornello. «Gesù sarebbe con noi». Ai suoi piedi una distesa di tende, circa duecento. Una libreria, una sorta di mensa sgangherata e un ufficio informazioni in cui spicca la copertina del Time che ha eletto «The Protester» personaggio dell'anno.

Nei primi giorni dell'occupazione la stampa inglese aveva mostrato simpatia per il movimento. Ora il clima è diverso. Gli abitanti della City hanno cominciato a lamentarsi quando decine di senza tetto si sono uniti all'accampamento in cerca di un pasto caldo e buona parte dei manifestanti ha deciso di dedicarsi alla protesta solo parttime. La notte a casa dalla mamma e la mattina a St Paul. Sono cominciate le polemiche. Le liti sulla gestione della cassa.

Gli scontri per l'eccesso di droga e di alcol all'interno di tende troppo piene di giorno e troppo vuote di sera. I seminari, gli incontri, i dibattiti, le letture comuni organizzate giorno per giorno non sono state sufficienti a riabilitare l'immagine dei dimostranti. E la simpatia è diventata fastidio quando il movimento ha deciso di non partecipare a un dibattito voluto dai vertici della Chiesa Anglicana con i rappresentanti della finanza londinese. «Non accettare il confronto significa disprezzare il prossimo». Buoni o cattivi, dunque? Rivoluzionari o superficialotti da happening pop? Il respiro sano del nuovo mondo o un brufolo noioso sulla pelle spessa di una città indifferente?

Il trentenne Michael Longley, sperando di fuggire alla sua immagine di uomo passivo e malinconico, ha deciso di unirsi al movimento dopo essersi separato dalla moglie. Lavorava in posta a Leeds. Si è licenziato. E adesso è qui, all'ufficio informazioni. «Non ci interessa partecipare a dibattiti, vogliamo che cambino i parametri del pensiero. Vogliamo smuovere il cuore e la testa delle persone». Si versa una tazza di tea. Una studentessa di Manchester entra cantando nella tenda.

Ha un cappotto nuovo, il paraorecchie di lana e una certezza: «Da qui non ci cacceranno mai, stiamo facendo la storia». La storia. Michael le racconta della festa che il movimento ha organizzato per l'ultimo dell'anno, le parla del giorno in cui anche Julian Assange è intervenuto sul sagrato e le giura che lui no, lui non mollerà mai. Lei lo abbraccia e si allontana felice. Michael si gira rapito dal vestito della ragazza tutto svolazzi e falpalà. «Ci vediamo il 31», mugola. E' questa la vita? «Oh, sì».

Fuori dalla tenda-mensa si è formata la fila. Un'umanità infreddolita e senza dimora. Luc Farewell serve pasti caldi. Un gigante di colore, forse sessantenne, mastica rumorosamente il suo cibo moribondo prima di vomitare il bacon e i fagioli su uno striscione che dice: «Se le banche fossero esseri umani sarebbero sociopatici». Corinna McFarrell, trentasette anni, single, avvocato penalista, lo aiuta a rimettersi in sesto. E' decisamente bella. Castana, naso piccolo, vestiti di marca, l'Ipad nella borsa. «Non siamo qui per rovesciare il governo. Ma per far passare un'idea. Ci vorrà tempo. Oggi è facile criticarci ma noi combattiamo contro la bancarotta etica della società». Due mesi fa eravate molti di più, Corinna.

«Forse. Sono ondate. Ci sono le vacanze anche per noi. Non è bello dirlo ma è così. Siamo uomini, non guerrieri. Ripassate l'ultimo dell'anno. Saremo collegati con tutto il mondo. La nostra utopia cambierà piano piano questa società distopica, la rivoluzione non si ferma». Bacia su una guancia il padre Adam. Lui ha 73 anni ed è un banchiere in pensione. Vedovo. Era certo di avere vissuto già troppo per correre lo stupido rischio di innamorarsi di nuovo. Invece gli è successo. Con lei. «Vede quel cartello là in fondo? Ecco, quello è il mio nuovo vangelo».

E' un foglio attaccato a una colonna. La pioggia si è mangiata parte dell'inchiostro, ma la scritta è chiara. Quattro parole che sono una promessa: «L'inizio è vicino». Forse. Un uomo con la borsa di pelle esce dal London Stock Exchange e si infila allo Champagne e Wine Bar di St Paul Curchyard. Si allenta la cravatta. «Un bicchiere di Krug, grazie».

3 - ZUCCOTTI PARK È DESERTO SUL CONTO 500 MILA DOLLARI
Da "la Stampa" -
Le manifestazioni continuano, l'ultima in occasione del venerdì dello shopping all'indomani del giorno del Ringraziamento. Ma l'occupazione è finita a metà novembre, quando il sindaco di New York ha deciso di far sgomberare Zuccotti Park dalle tende della carovana di Occupy Wall Street. Resta inteso che il movimento è tutt'altro che morto: anzi. Anche se le donazioni monetarie sono crollate dopo lo sgombero, passando da oltre 20.000 dollari al giorno nel momento più intenso a metà ottobre a soli 98 dollari il 13 dicembre, il movimento ha mezzo milione di dollari in banca. È la differenza tra 691.496 dollari e 91 centesimi donati a ieri e i 160.000 dollari spesi per l'occupazione. I dati si ricavano dai conti pubblicati su Internet dagli occupanti stessi, (http://accounting.nycga.net/). Il denaro è depositato alla Amalgamated Bank, una delle banche di credito cooperativo fondate durante la Grande Depressione.

4 - L'ULTIMO APPUNTAMENTO ALLE ELEZIONI DI NOVEMBRE
Da "la Stampa" -
Tutto era cominciato a Madrid, tutto è finito con l'estate nella capitale spagnola. L'ultima volta, gli indignados si sono visti in piazza durante il weekend elettorale di metà novembre. Alla vigilia del voto, infatti, gli indignados sono tornati anche se molto meno numerosi che in maggio. Il movimento non ha voluto prendere posizione fra i candidati, e ha lanciato un appello al voto bianco o nullo contro il monopolio dei due grandi, Pp e Psoe.

Alla Puerta del Sol, sotto un enorme albero di Natale metallico in costruzione, le assemblee hanno raccolto le proposte dei cittadini che poi hanno consegnato al nuovo Parlamento e al nuovo premier Rajoy. Il movimento Democracia real era nato il 15 maggio, alla vigilia delle elezioni poi stravinte dal Pp, contro la disoccupazione, l'assenza di prospettive di vita decenti, la corruzione nella politica, la connivenza fra partiti e «banchieri responsabili della crisi».

5 - IN CORTEO SFILANO ANCHE I PROPRIETARI DI CARRI FUNEBRI
Da "la Stampa" -
In Grecia a essere indignato è tutto il Paese: dal dicembre 2009 le manifestazioni di piazza, con scontri spesso sanguinosi, si sono succedute senza soluzione di continuità. Piazza Sintagma, nel centro di Atene, è stata occupata per mesi. E non sono solo i giovani a protestare ma tutte le categorie prese di mira dalle manovre lacrime e sangue decise dal governo. L'ultima manifestazione è tra le più curiose: le pesanti misure di austerity hanno duramente colpito anche l'industria del «caro estinto».

È per questo motivo che qualche giorno fa i proprietari delle agenzie funebri elleniche sono scesi in piazza nel centro di Atene e di Salonicco, la seconda città della Grecia, con decine di carri funebri che hanno attraversato le vie cittadine. I manifestanti protestavano per ottenere l'abolizione di una recente riforma fiscale introdotta dal governo che tassa i veicoli utilizzati per i funerali, che in pratica sono limousine di lusso.

 

I MANIFESTANTI DI OCCUPY WALL STREET SPINGONO SULLA RETE jpegOCCUPY WALL STREETOCCUPY WALL STREETOCCUPY WALL STREET

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?