1- LETTO L’EDITTO DELL’INDIGNADO A PALLINI, ROMITI SALE IN CATTEDRA SUL “CORRIERE” E BACCHETTA SULLE DITA DIEGUITO EL DRITTO: TORNATE A SQUOLA. ALMENO D’ITALIANO. E NON FATEVI AIUTARE NEI COMPITI DA PAOLINO MIELI O DA MENTANA E ROSSELLA 2- UN ARTICOLO “RIPARATORE” DOPO L’INTERVISTA AL “MOZZO” DI BARCA DI DELLA VALLE, L’INCLEMENTE MASTELLA. GIÀ, PERCHÉ DELL’EX LEADER DELL’UDEUR DIEGHITO LAQUALUNQUE (NELLA PARTE DEL MUNIFICO FINANZIATORE) È STATO, IN PRATICA, LA TESSERA NUMERO UNO DI QUEL PARTITELLO. CHE, TRA L’ALTRO, SPESSO È INCAPPATO NELLE MAGLIE DELLA MAGISTRATURA E ALLA FINE RIMANE IL RESPONSABILE PRIMO DELLA CADUTA DEL GOVERNO PRODI: DIMISSIONI DALLA GIUSTIZIA DI MASTELLA, ELEZIONI ANTICIPATE E RITORNO DI BERLUSCONI A PALAZZO CHIGI. INSOMMA, SIA PURE NELLA PARTE DEL CARLO DE BENEDETTI DEI POVERI, CICCIODIEGO NON DISDEGNAVA IL TEATRINO DELLA POLITICA “INDECENTE” CHE OGGI CONDANNA SENZA APPELLO. CON TANTO DI SUE APPARIZIONI IN PUBBLICO ALLE MASTELLIANE FESTE DI TELESE (VEDI FOTO) 3- TRA I DUE LA GUERRA È ANTICA: IL COPYRIGHT “SCARPARO” NON È DI DAGO MA DI CESARONE IN RISPOSTA ALLA BATTUTACCIA DI DELLA VALE AI ROMITI: “FAMIGLIA ADDAMS”

DAGOREPORT
Grande imbarazzo l'altro giorno al Corrierone sul come trattare il proclama sulla malapolitica del loro azionista (di punta e di tacco), Dieguito el Dritto. L'editto dello Scarparo era stato annunciato via da etere dal suo antico compare di nozze, il direttore de La7, Enrico Mentana.

Ma nell'agitazione redazionale l'idea peggiore è stata quella di farlo commentare al compagno di barca di Della Valle, l'Inclemente Mastella. Già, perché dell'ex leader dell'Udeur il Dr.Hogan&Mr.Tod's (nella parte del munifico finanziatore) è stato, in pratica, la tessera numero uno di quel partitello. Che, tra l'altro, spesso è incappato nelle maglie della magistratura e - alla fine - rimane il responsabile primo della caduta del governo Prodi: dimissioni dalla Giustizia di Mastella, elezioni anticipate e ritorno di Berlusconi a palazzo Chigi.

Insomma, sia pure nella parte del Carlo De Benedetti dei poveri, Diego non disdegnava il teatrino della politica "indecente" che oggi condanna senza appello. Con tanto di sue apparizioni in pubblico alle mastelliane feste di Telese. Una, memorabile, ebbe come protagonista la soave Afef, madrina innocente dello statista di Ceppaloni per intercessione di Della Valle.

Ma nel giorno della esternazione di Dieguito el Probo sulle pagine del quotidiano di via Solferino s'imponeva, lucida e potente, la voce di Cesarone Romiti. Dall'amena Cetona, l'ex numero uno della Fiat ha alzato il telefono per cantarne quattro a quelli che l'altro Cesare (Geronzi), ha bollato come la meglio gioventù anziana.

Per "rispetto" del direttore Flebuccio de Bortoli, Romiti non ha picchiato in testa alla sua maniera su Della Valle. Limitandosi a dire che parlare di una politica che ci porta al disastro "significa usare frasi un po' a effetto".

Dopo aver liquidato l'effimero Scarparo che dovrebbe andare a ripassare la lingua (italiana) sull'Arno, l'arzillo vecchietto ha tracciato, con mano esperta da uomo con alto senso dello stato, cosa andrebbe fatto oggi: subito un governo di larghe intese; un premier, politico o tecnico, di prestigio e credibile per il Paese nella fase di transizione; riacquistare la credibilità all'estero dopo lo smacco in Libia; dialogo con le proposte della Confindustria.

E su Bankitalia, aggiunge che il candidato del Tesoro a governatore, Vittorio Grilli, dovrebbe "sfilarsi dalla competizione" e consentire con la nomina di Saccomanni la continuità in via Nazionale. A Della Valle e Montezemolo bocciati indirettamente senza appello, il professor Romiti manda dire: tornate a squola. Almeno d'italiano. E non fatevi aiutare nei compiti da Paolino Mieli.

2- ROMITI: «TOCCA AL COLLE, UN GOVERNO PER RIPARTIRE»
Sergio Bocconi per il "Corriere della Sera"

Cesare Romiti è in Toscana, a Cetona. E racconta: «Venerdì sera ho incontrato Saccomanni con sua moglie. Hanno una casa qui vicino. Sono i miei consulenti cinematografici e mi hanno consigliato "Carnage" di Roman Polanski, lo hanno visto in lingua originale per apprezzare meglio le parole, le battute visto che è un testo teatrale. Ho detto a Fabrizio: quando passi di grado continuerai a darmi suggerimenti sui film, vero?».

Il presidente onorario di Rcs Mediagroup tiene a sottolineare che il direttore generale di Bankitalia è «sereno, tranquillo. Nonostante lo spettacolo grottesco e drammatico che la politica sta offrendo sulla scelta del nuovo Governatore».

Lei da che parte sta?
«Vittorio Grilli è una persona per bene, molto bravo e apprezzato anche all' estero. Ma Saccomanni è il candidato naturale. Non perché più preparato, bensì perché rappresenta la continuità e ha contribuito molto bene con Mario Draghi a "risistemare" la Banca d' Italia dopo il periodo Fazio».

E se il ministro dell' Economia Giulio Tremonti insiste?
«Fra Bankitalia e Tesoro bisognerebbe mantenere una dialettica distinzione. La Banca centrale deve svolgere i suoi compiti in completa autonomia e non alle dipendenze del ministro dell' Economia. Nel nostro Paese sono frequenti le incursioni fra poteri. Ma per evitarle basterebbe non discostarsi dalla nostra eccellente Costituzione».

E cosa dovrebbe fare Grilli?
«Sfilarsi da questa competizione, becera e ingiusta perché sicuramente entrambe le persone meritano, costruita in modo artificiale da una politica divisa. Il Paese ha bisogno di uomini come lui, e sicuramente Grilli potrà dare molto. Ma oggi si sfili e lasci che possa andare avanti il candidato naturale.

D' altra parte non prova imbarazzo quando Umberto Bossi lo sostiene perché "milanese"? Argomentazioni così sciocche ed evanescenti non sono nemmeno da prendere in considerazione. Ma è la stessa "battaglia" sul Governatore a dare conto dello stato in cui oggi versa la politica italiana».

Perché?
«La politica è ingessata. La maggioranza è divisa ed è in stallo talmente è logorata. L'opposizione è inadeguata e dice solo: dovete andarvene. Gli altri rispondono: abbiamo i numeri e restiamo. Ma sappiamo bene come sono stati raggiunti questi numeri».

Come se ne esce?
«Leggo sui giornali e mi dicono che c' è un grande fermento nelle forze di maggioranza. Del resto basta ricordare le recenti prese di posizione del senatore del Pdl Beppe Pisanu su un governo di larghe intese. Mi appello dunque all'onestà intellettuale e alla coscienza di coloro che esprimono dissenso perché riflettano: hanno mezzi e voti per spingere il premier a fare un passo indietro. Bisogna cambiare e una mossa in tale direzione va a loro credito, anche per la possibilità di essere rieletti. Il Presidente della Repubblica individui una personalità di prestigio, in grado di ridare credibilità al Paese, che vada in Parlamento a farsi votare non dai partiti, ma da chi vuole sia ripristinata la reputazione internazionale dell' Italia».

Lei, che è stato manager e imprenditore, pensa a una personalità politica o a un tecnico?
«In momenti diversi di emergenza la scelta è caduta una volta su Giuliano Amato e un' altra su Carlo Azeglio Ciampi. Politico o tecnico dunque non conta, il nuovo premier può provenire dall' una o dall' altra parte, senza distinzioni. Importante, determinante, è la persona».

Idee, nomi?
«Non compete a me individuarne il nome. Sono certo che nel Paese ci sia un certo numero, non grande, di persone con caratteristiche di alto prestigio morale e intellettuale, credibili, che conoscano i problemi dell' Italia e la vita politica e parlamentare».

Un cambio di governo con quali obiettivi immediati, considerato appunto lo stato di emergenza?
«Direi sarebbe bene concentrarsi su tre cose anzitutto. Riacquistare la credibilità all' estero: guardi alla Libia, stiamo perdendo tutto ciò che avevamo proprio perché ormai siamo veramente poco credibili, abbiamo perso tempo, siamo stati confusi, diversamente da altri. Adottare provvedimenti per la ripresa dell' economia. Approvare una legge elettorale che metta fine a questo pasticcio».

Sull' economia concorda con il manifesto delle imprese?
«Va nella direzione giusta»

Ma è attuabile con l' attuale governo?
«L' esecutivo in carica può anche creare un dialogo sui punti indicati da Emma Marcegaglia e dagli altri leader dei produttori. Ma oggi la maggioranza è irrimediabilmente divisa ed è una chimera pensare che in queste condizioni si possano realizzare gli obiettivi del manifesto. Prendiamo per esempio il tema delle pensioni: la Lega di Bossi non vuole nemmeno sentirne parlare».

Quindi?
«Quindi ritengo inevitabile e urgente che si cambi l' esecutivo, con alla testa una personalità di prestigio, e ci si muova rapidamente non verso programmi fantasmagorici ma irrealizzabili, bensì verso poche cose concrete che diano il senso dell' inversione di marcia. Da attuarsi entro la scadenza naturale della legislatura. La situazione è grave e non bisogna perdere altro tempo».

È d' accordo con l' appello pubblicato su alcuni giornali dal proprietario della Tod' s Diego Della Valle: la politica di oggi ci sta portando al disastro?
«Parlare di disastro significa usare frasi forse un po' a effetto. Però è vero che la maggior parte degli italiani, l' opinione pubblica, ancora non sembra rendersi conto fino in fondo della gravità della situazione. Basta leggere la lettera inviata al nostro primo ministro da Jean-Claude Trichet e da Mario Draghi, rispettivamente presidente della Bce in scadenza e suo successore, e pubblicata dal "Corriere della Sera". Una lettera inviata da una banca centrale al capo di governo di uno Stato sovrano a tratti perfino oltraggiosa, insolente: leggerla mi ha fatto male, ma dà con esattezza il senso della situazione drammatica e indica chiaramente cosa è necessario fare perché il Paese si rimetta in carreggiata, risolva i problemi più urgenti e gravi. E riacquisti la perduta credibilità».

Realisticamente, considerate le resistenze e i numeri in qualsiasi modo ottenuti per garantire la maggioranza, il suo appello alle coscienze dei parlamentari per un passo indietro del premier è destinato a restare un sogno o potrà diventare realtà?
«Auspico diventi realtà. Posso solo affermare che se il mio "sogno" si fosse avverato prima con ogni probabilità non avremmo assistito all' episodio deprimente del "duello" sulla scelta del nuovo Governatore. L' ho detto venerdì sera a Saccomanni, mentre parlavamo anche di cinema: per la nostra reputazione internazionale questo sì è un "carnage", cioè un massacro».

 

CLEMENTE MASTELLA ROSSELLA ABETE MASTELLA DELLA VALLE SANDRA LONARDO AL MATRIMONIO DI MASTELLA JR MASTELLA INAUGURA UNA SCUOLA CON DELLA VALLE A CASETTE D ETE MASTELLA E ANDREA DELLA VALLE DELLA VALLE E MASTELLA COPERTINA DI CLASS DELLA VALLE MASTELLA PIU FORTI CON L AMICIZIA DELLA VALLE E MASTELLA OK Romiti CARLO ROSSELLA E CLEMENTE MASTELLA SU ALTAIR LO YACHT DI DELLA VALLE BASSOLINO DELLA VALLE SANDRA E CLEMENTE MASTELLA

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