FARSA ITALIA, CAOS CONTINUO – IL “PADRONE” CONVOCA ALFANO E IL “DIPENDENTE’’ CHIEDE LA TESTA DELLA SANTADECHE’ - LUPI OTTIMISTA SULLA FIDUCIA

Da LaStampa.it

Nel Pdl va in scena la resa dei conti finale in vista del voto di domani in Aula sul governo. Silvio Berlusconi ha convocato Alfano e i big del partito a palazzo Grazioli. Il vertice odierno segue quello che si è tenuto fino a tarda notte ieri, caratterizzato da nuove tensioni tra il Cavaliere e le "colombe". Vertice teso, con nuovi «attriti» fra l'ex premier e Alfano sulla linea da tenere nei confronti dell'esecutivo, dopo che davanti ai parlamentari pidiellini ieri Berlusconi ha definito terminata l'esperienza dell'esecutivo.

Non è un mistero che la partita è sì sul governo, ma anche sugli equilibri della nuova Forza Italia. «Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unità», attacca Daniela Santanché. La "pitonessa" è furiosa: «Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose».

Quindi, aggiunge, «la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d'argento, perché l'unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell'Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi».

«Io sono sempre ottimista, molto ottimista», dice intanto Maurizio Lupi, ministro del Pdl e dimissionario con forti perplessità, lasciando Montecitorio. Lupi si riferisce alle possibilità del governo di superare domani il test sulla fiducia. Risposta forse sibillina, ma che fotografa bene una situazione di incertezza generale, in cui ogni singolo protagonista della vicenda gioca le sue carte con circospezione.

Appena ieri pomeriggio aveva visto alla Camera i gruppi parlamentari, in quello che si è rivelato essere un briefing più che una riunione. Stamane a palazzo Grazioli si è presentato anche Angelino Alfano, vicepremier e ministro dimissionario dell'interno nonché capofila dei dubbiosi rispetto alla linea dell'intransigenza.

Oltre a lui e a Berlusconi sulle prime erano presenti Denis Verdini, Renato Brunetta, Maurizio Gasparri, Niccolò Ghedini e Renato Schifani. Un mix di falchi e colombe, che tutti insieme sono usciti dal palazzo lasciando da soli i due. Facile immaginare il tema del colloquio, soprattutto alla luce delle voci che continuano a circolare su una possibile scissione da parte delle colombe. La notte scorsa un analogo faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano ha registrato momenti di alta tensione.

Nel frattempo Enrico Letta e Dario Franceschini vengono ricevuti al Quirinale. È l'altro versante di questa crisi: premier e presidente che analizzano la situazione alla luce di quello che ieri Berlusconi ha detto ai suoi parlamentari, vale a dire l'idea di dare al governo una settimana di tempo per rimediare all'aumento dell'Iva e poi passare la legge di stabilità.

Quindi scioglimento e le urne. Una prospettiva, quella tracciata dal Cavaliere, che vede contrari tanto Napolitano quanto Letta. Restano sul tappeto sia l'opzione della richiesta di fiducia, sia quella della richiesta di un semplice dibattito parlamentare. Ma finché la situazione all'interno del Pdl non si sarà chiarita è difficile immaginare per tutti cosa accadrà anche solo domani, quando finalmente il governo si presenterà alle camere.


Il Pd resta alla finestra. Anche se nel partito cresce il fronte-elezioni, la Segreteria unitariamente ha confermato la linea di «sostenere Letta in questa operazione di chiarezza» sulla crisi, ha spiegato Enzo Amendola, componente della segreteria del Pd, dopo la riunione dell'organismo di questa mattina. L'obiettivo, ha aggiunto, «è discutere su quello che serve all'Italia e vedere chi ci sta».

«Abbiamo preso atto - dice Amendola riferendo della riunione della Segreteria - di tutte le dichiarazioni che stanno arrivando su questa crisi dai sindacati e dal mondo del lavoro ma anche da fuori dei confini nazionali». «Le parole di Schulz - osserva - ci hanno fatto riflettere. C'è un'attenzione forte sulla crisi in corso che ci conferma che la linea giusta è quella di sostenere Letta in questa operazione di chiarezza». Per cui di fronte alle Camere si illustrano le linee su riforme ed economia per poi vedere «chi ci sta», conclude.

 

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