salvini di maio

DOVE LO METTIAMO IL CALUMET DELLA PACE? - DI MAIO TENDE LA MANO A SALVINI DOPO IL SILURAMENTO DEL SOTTOSEGRETARIO: IL M5S E’ PRONTO ALLO SCAMBIO FLAT TAX-SALARIO MINIMO - LA TATTICA GRILLINA PER RECUPERARE VOTI TRA GLI ASTENUTI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della sera”

 

tria di maio salvini conte

«Ora basta discussioni, basta litigi, non rispondiamo a eventuali provocazioni: dobbiamo tornare a lavorare insieme»: al termine del Consiglio dei ministri incentrato sul caso Siri Luigi Di Maio chiarisce subito ai suoi che «si deve voltare pagina». «Lo dirò io alla Lega - spiega il capo politico pentastellato -: sediamoci a un tavolo per tornare a riformare il Paese insieme, ce lo chiedono gli italiani che sono stanchi dei nostri continui battibecchi» (come evidenziato anche dal sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere) . E a margine di un comizio a Campobasso ribadisce: «Tutto bene, oggi giornata positiva. Adesso il caso Siri è stato archiviato».

 

salvini di maio

Il leader del Movimento è pronto per spingersi in prima persona a dialogare con gli alleati di governo, per ribadire che la decadenza del sottosegretario «non era una battaglia dei Cinque Stelle, ma un passo di trasparenza di tutto il governo». Nessun battibecco è il diktat. Solo Alessandro Di Battista sottolinea - in una dichiarazione all' Adnkronos rimbalzata poi sui diversi siti - come la vicenda Siri «serva da lezione a tutti».

 

Poi precisa: «Chi fa parte di un governo ha il dovere di lavorare esclusivamente nell'interesse della collettività». Scatta, come lo definisce un esponente dei vertici, «il dovere della tregua». Il Movimento 5 Stelle sceglie un basso profilo per rispondere alle parole di Matteo Salvini sulla chiusura dei negozi che vendono cannabis.

 

matteo salvini luigi di maio

(«Nei canapa shop non si vende droga», sottolinea il ministro Giulia Grillo). Ed evita polemiche quando inizia a circolare la voce (non confermata) di una ripicca leghista, ossia l'inserimento di emendamenti del Carroccio sulla Tav nello «Sblocca cantieri», passo che includerebbe la Torino-Lione nell' elenco delle opere «da fare». L' idea di Di Maio è quella di riallacciare i rapporti su tavoli che siano a doppio binario: ecco perché ieri il leader ha messo sul piatto flat tax e salario minimo. Un'offerta per lavorare congiuntamente a quelli che sono i due cavalli di battaglia dei due partiti di governo.

 

Salvini Di Maio

Un' idea da replicare anche per altre proposte della maggioranza. «Dobbiamo fare, non battibeccare», è il nuovo mantra dei vertici. Ecco allora in rampa di lancio un progetto più articolato sulla lotta all' evasione fiscale, con l' idea di far confluire su un conto speciale i soldi recuperati in questa battaglia.

 

Ma la vicenda Siri ha comunque sancito un altro tassello molto importante nelle vicende tra Lega e Cinque Stelle. Il Movimento - conscio anche dei battibecchi che ci sono stati su una possibile conta per un voto nel consiglio dei ministri - ha l'intenzione ferma di non mutare assetto o equilibri dopo il voto per le Europee.

 

«L'esecutivo è lo specchio dell' esito delle Politiche e un voto per un altro Parlamento non può cambiare gli assetti». Insomma, comunque vada, a detta dei pentastellati non ci sarà nessun rimpasto di governo e c'è chi ricorda che «è una posizione ribadita più volte anche dalla Lega».

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

Le Europee rimangono in ogni caso un punto di snodo e il primo, principale obiettivo del Movimento per tastare con mano la sua forza. L'idea che serpeggia tra i parlamentari è quella di riprendere in modo diretto, «quasi da porta a porta», la campagna elettorale sul territorio. In modo particolare, convincere indecisi o possibili astenuti a tornare alle urne. Il motivo? Si legge nelle pieghe di un doppio sondaggio riservato in mano al Movimento.

 

Con una partecipazione al voto alta, in linea con quella dello scorso marzo, il gap tra Carroccio e pentastellati si ridurrebbe parecchio. La Lega, infatti, faticherebbe a raggiungere quota 30%, mentre i Cinque Stelle sono accreditati di percentuali superiori al 25%. Uno scenario in cui la forbice, quindi, potrebbe ridursi a 4-5 punti percentuali e che di fatto, nel bene e nel male, legherebbe i due alleati di governo a Palazzo Chigi. Nonostante i litigi, a prescindere dai successi della (possibile) tregua.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...