williams trump bannon

“PUTIN? UN ALLEATO DEGLI USA NELLA LOTTA CONTRO L’ISIS” - PARLA IL TEOLOGO STATUNITENSE THOMAS WILLIAMS, DIRETTORE ITALIANO DI “BREITBART”, IL SITO DEL BRACCIO DESTRO DI TRUMP STEVE BANNON: "LA GUERRA’ CONTRO TRUMP CONTINUERA’ A LUNGO MA LUI NON SI ARRENDERA’ – LA GESTIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN EUROPA? NON FA BENE A NESSUNO"

GIANLUCA SAVOINI per Libero Quotidiano

 

WILLIAMSWILLIAMS

I nemici di Donald Trump hanno trovato, oltre al presidente americano, un altro personaggio da descrivere nel peggior modo possibile, dipingendolo come consigliere molto influente (quale effettivamente è) in grado di influenzare il successore di Obama con idee estremiste, razziste e para-fasciste. Il suo nome è Steve Bannon, fino a poco tempo fa responsabile del magazine conservatore Breitbart ed oggi una delle persone più vicine a The Donald. Ma chi è veramente Steve Bannon? Ne parliamo con uno che lo conosce bene, essendo stato da lui nominato responsabile di Breitbart in Italia: Thomas Williams, teologo che risiede a Roma nelle vicinanze del Vaticano.

 

Da quanto tempo vive in Italia, a Roma, e di cosa si occupa per Breitbart?

«Sono qui a Roma dal lontano 1991, quando sono arrivato da studente. Ma lavoro con Breitbart solo dal 2014, quando hanno aperto il nostro ufficio a Roma di cui sono il responsabile.

I direttori mi hanno dato una grande libertà per scrivere sugli argomenti che mi interessano, e così scrivo sulla Chiesa e il Vaticano, sulla politica italiana ed europea, sulla libertà religiosa, sull' immigrazione e sulla persecuzione dei cristiani, sui temi dell' attualtà».

 

La figura di Bannon ha scatenato, fra gli oppositori di Trump, non solo negli Usa ma in tutto il mondo, una serie di critiche e attacchi molto duri. Lo accusano di essere razzista, di flirtare con ambienti vicini al Ku Klux Klan, di avere simpatie fasciste, di farsi ispirare dai teorici del suprematismo bianco, di essere un antisemita. Lei che lo conosce bene, ci puo dire chi è veramente Steve Bannon?

TRUMPTRUMP

«Trovo sorprendente come certi mezzi di comunicazione si permettano di dire sciocchezze simili su una persona che nemmeno conoscono.

 

Io sono amico di Steve Bannon dal 2003, è lui che mi ha assunto da parte di Breitbart quando volevano aprire un ufficio in Italia. Quando leggo gli insulti su di lui nei giornali, mi viene da ridere, perché quello che dicono non ha niente da vedere con la realtà.

 

Certo, Steve ha delle opinioni molto chiare ed è talvolta un po' brusco nella maniera di esprimere le sue posizioni, ma non c' è in lui né razzismo, né antisemitismo, né nessun altro "ismo" di cui viene accusato. Il suo socio a Breitbart News, per esempio, è un ebreo di nome Larry Solov. È stato peraltro Steve ad insistere che Breitbart aprisse un ufficio a Gerusalemme. Per quanto riguarda la bufala del "razzismo", sin dall' inizio delle primarie repubblicane dell' anno scorso, Steve favoriva il candidato nero Ben Carson come possibile vice presidente. Purtroppo, nel contesto sociale attuale, l' insulto viene usato sempre di più al posto dei veri argomenti. È molto più facile eliminare un avversario affibbiandogli una etichetta denigratoria piuttosto che cercare di capire i suoi argomenti e offrirne una risposta persuasiva».

donald   trumpdonald trump

 

Come si spiega questa avversione senza precedenti per un presidente americano?

«C' è una grande spaccatura nella popolazione americana fra una grande massa di gente che ha perso fiducia nel sistema ed è delusa per la direzione che da tempo ha preso il Paese e un altro gruppo, pure questo grande, che è favorevole a una liberalizzazione sempre più totale dei costumi e ad un governo grosso e potente che si prenda cura della società. Questa forte divisione non segue la tradizionale divisione fra Repubblicani e Democratici o persino fra conservatori e progressisti.

 

Trump ha vinto le elezioni anche perché ha ricevuto il sostegno di un grosso gruppo di semplici operai e lavoratori che non si sentivano ascoltati da nessuno dei due partiti politici. Sono i cosiddetti "dimenticati". Mentre le proposte di Trump trovavano eco in una grande parte degli Stati Uniti centrali, causavano all' opposto orrore fra i benpensanti a Washington, a Hollywood e nei grandi mezzi di comunicazione. Dopo la vittoria elettorale di Trump è sembrato che finisse il loro mondo e questi hanno immediatamente dichiarato guerra contro la sua amministrazione».

 

Una parte del Paese quindi non accetta il risultato democratico delle elezioni dello scorso novembre?

TRUMP E LA BOMBA ATOMICATRUMP E LA BOMBA ATOMICA

«Mi sembra che ci sia una reazione del tutto smisurata contro la persona del presidente e attribuisco questa reazione a una paura enorme da parte della sinistra internazionale che sia finalmente arrivato qualcuno in grado di rovesciare piani e azioni che sembravano sicuri e invulnerabili».

 

I mass media occidentali ipotizzano scenari apocalittici per l' immediato futuro, parlando di fine delle relazioni tra Stati Uniti ed Europa. Le stesse manifestazioni di piazza negli Usa sono finanziate da importanti magnati oppositori di Trump. Lei pensa che si tornerà a una situazione normale in breve tempo oppure Trump rischia grosso?

«Non sono profeta, ma non credo che le forze potenti e ben finanziate schierate contro Trump si arrenderanno così facilmente. Mi sembra più probabile che questa "guerra" contro Trump continuerà a lungo. Ma per fortuna nemmeno lui si arrenderà facilmente. E per questo hanno tanta paura di lui, e tanta rabbia in corpo».

 

Il convitato di pietra alla Casa Bianca si chiama Vladimir Putin.

 

STEVE BANNONSTEVE BANNON

La Russia, e il presunto sostegno del Cremlino al neopresidente americano, sono diventati lo strumento d' accusa principale contro Trump. Eppure non dovrebbe essere visto con sollievo il desiderio del presidente di superare le tensioni create da Obama con Mosca e cercare di collaborare contro i grossi problemi globali, primo fra tutti il terrorismo di matrice islamista?

«A mio parere, i nemici di Trump useranno qualsiasi argomento contro di lui. Se Hillary Clinton fosse stata eletta e facesse esattamente quello che sta facendo Trump, i media avrebbero parlato di lei come di una leader brillante e saggia. Criticano Trump per la sua vicinanza alla Russia non perché non sia una buona idea, ma perché è Trump che sta seguendo questa strada. Ovviamente, dopo decenni di Guerra Fredda fra gli Usa e l' Unione Sovietica, è molto positivo che ci sia uno sforzo di ravvicinamento fra le due potenze. Inoltre, pochi hanno capito la profondità del problema del terrorismo islamico meglio di Putin, che potrebbe essere un alleato importante nella lotta contro questo grande pericolo».

 

Breitbart ha dato ampio risalto alle parole di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara, che ha parlato di «pressioni enormi» subite da Benedetto XVI per portarlo alle dimissioni. Cosa ne pensa?

«Penso che non ci sia motivo per non credere allo stesso Papa Benedetto quando ha esposto le ragioni delle sue dimissioni. Ciò non toglie che qualcuno abbia cercato di esercitare pressione contro di lui. È stato duramente attaccato sin dal momento della sua elezione come Papa».

 

Stiamo assistendo da anni alla progressiva scristianizzazione della società europea, i valori tradizionali vengono considerati inadatti e superati dai cosiddetti maître-à-penser in voga su giornali e tv, per non parlare dello «star system» (attori, cantanti, stilisti di moda, i padroni dei social). Come ovviare a questo fenomeno sempre più diffuso?

«Ritengo che le forze della secolarizzazione stanno cercando di mettere in imbarazzo chi ha fede, chi crede in Dio e si fida di Lui, come se fosse un essere ignorante e poco moderno. Invece di offrire argomenti, però, tante volte cercano di ridicolizzare i credenti e le loro convinzioni. Di fronte a questo fenomeno bisogna avere un grande coraggio per tenere alta la fronte e proclamare la propria fede anche nella pubblica piazza. La fede cristiana dà solidità alla società. Un mondo dove tutto è relativo e non c' è niente di assoluto o di vero, non è in grado di sostenere la vita delle persone».

 

putin trumpputin trump

Altrettanto variegato e potente è il fronte di chi sostiene l' immigrazione senza freni. Ma cosi facendo, oltre a rinforzare il rischio di infiltrazioni terroristiche islamiste, non si vanno a distruggere le radici culturali dei popoli europei? Come scrive Houellebecq nel suo famoso romanzo, l' Europa (non solo la Francia) debole e un po' vigliacca dei nostri giorni è ormai pronta a «sottomettersi» all' islam?

«Senza demonizzare le persone, bisogna essere onesti e coerenti. La società occidentale è costruita sulla base di una certa concezione dell' uomo, della donna, della famiglia, della società, del rapporto fra Chiesa e stato e, ultimamente, anche su Dio. Le nostre supposizioni che sostengono lo stesso stato democratico moderno-come l' uguaglianza delle persone, ad esempio anche se le chiamiamo "evidenti", in realtà non lo sono. Provengono da una visione giudeo-cristiana del mondo e per questo non le troviamo in altre culture. Se dimentichiamo o rinunciamo alla nostra identità e alla nostra storia, non saremo in grado di rispettare le altre culture. Saremo invece vulnerabili e manipolabili di fronte a qualsiasi proposta alternativa che ci si presenta.

Peggio ancora, non sapremo perché un valore è superiore a un altro».

 

STEVE BANNON STEVE BANNON

Una delle più abusate frasi di propaganda dei filo-immigrazionisti è la seguente: da noi non si fanno più figli, quindi se vogliamo mantenere in piedi il sistema produttivo servono gli immigrati. È davvero così?

«Ci sono tanti problemi dietro questa affermazione. In primo luogo, se non facciamo più figli, la soluzione logica sarebbe di farne di più. Eppure troviamo che ogni tentativo di agevolare la formazione di famiglie più grandi incontra una forte resistenza ideologica. In secondo luogo, guardando da una prospettiva meramente economica, questa proposta è incoerente. Le ondate di immigrati che stanno arrivando non portano una forza- lavoro con capacità di assicurare il futuro del "sistema produttivo", poiché in genere mancano loro le qualità e la formazione specifiche che occorrono per l' industria moderna.

trump putintrump putin

Se i recenti rapporti sono veritieri, il governo italiano ha speso intorno a 3 miliardi di euro - tutti presi dalle tasse dei cittadini - per il sostentamento degli immigrati. L' immigrazione come avviene adesso non fa bene a nessuno. Venire in Italia per finire mendicando monetine o, peggio, prostituendosi per strada non è un beneficio. Accettare queste situazioni non è un atto di giustizia né di carità».

A proposito di populismo. Lo hanno inventato i suoi avversari, dandogli connotazione negativa.

 

Lei come giudica questo termine?

«Riconosco che certe persone possono avere una impressione negativa del populismo, perché può far pensare alla demagogia o a movimenti radicali, estremisti, ispirati più dalla passione che dall' intelligenza. Per me, il populismo sembra più quello che chiamiamo in inglese i movimenti "grass roots", cioè provenienti dalla base. Eppure, quando il popolo riesce a diventare protagonista del suo destino, del suo futuro, della direzione del paese, ebbene, a me questo sembra un fenomeno assolutamente positivo».

DONALD TRUMP VLADIMIR PUTINDONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

 

Ultimi Dagoreport

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…