
IL PD SI SPACCA, TANTO PER CAMBIARE, SUL PIANO TRUMP: L’ALA RIFORMISTA ESCE ALLO SCOPERTO E CHIEDE ALLA SCHLEIN CHE AVEVA PRESO TEMPO (“PRIMA VEDIAMO I FATTI”) UNO SFORZO DI UNITÀ CON LA MAGGIORANZA: “SOTTRARCI ALLA SFIDA SAREBBE UN ERRORE IMPERDONABILE. ANCHE L’UE CHIEDE DI COLLABORARE AL PIANO TRUMP” - DELRIO È CONVINTO CHE IL PD E I SUOI ALLEATI DEBBANO STARE ATTENTI A NON REGALARE ANCORA TERRENO A GIORGIA MELONI: "LA FAREMO DIVENTARE UNA NUOVA MERKEL" - DIETRO LA PRUDENZA DELLA SEGRETARIA PD ANCHE LA SPINTA PRO PAL DEL M5S. MA INSEGUIRE I PENTASTELLATI STA PORTANDO SOLO DANNI AI DEM…
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera" - Estratti
La segretaria del Pd preferisce non rilasciare dichiarazioni sul piano Trump, se si eccettua un generico «prima vediamo i fatti». Ma nel Pd l’ala riformista ieri è uscita allo scoperto. E ha chiesto al partito uno sforzo di unità con la maggioranza di governo su quel progetto.
Domani in Parlamento si voterà su questi temi. Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche di chi sostiene si sia puntato troppo su Gaza nella campagna, regionale, per le Marche.
Anche per inseguire l’alleato 5 Stelle, più schierato con i pro Pal. Ecco perché a un pezzo dei dem — al momento della votazione sul Medio Oriente — non dispiacerebbe un impegno congiunto, quanto meno su alcuni, basilari punti.
giorgio gori lorenzo guerini filippo sensi marianna madia pina picierno lia quartapelle
«Sottrarci alla sfida, lasciar cadere tutto, rientrare nelle vecchi logiche destra e sinistra, sarebbe un errore imperdonabile», è il ragionamento che viene fatto.
(...)
Lia Quartapelle è netta: «Giovedì il Parlamento si riunisce per discutere di crisi in Medio Oriente e iniziative di pace. Sarebbe il colmo fronteggiarci per dividerci qui, quando il ruolo di Italia ed Europa dovrebbe essere quello di favorire il cessate il fuoco. Si faccia tutti uno sforzo di politica».
L’appello della deputata dem, ovviamente, è rivolto anche al centrodestra, ma è soprattutto a Schlein che punta.
(...) Delrio è convinto che il Pd e i suoi alleati debbano stare attenti a non regalare ancora terreno a Giorgia Meloni. «La faremo diventare una nuova Merkel. Lei vuole fare un partito di ispirazione cristiana come la Cdu», avverte il senatore.
Poi c’è Filippo Sensi, da sempre attento a certe tematiche.
Ieri, tra i dem, è stato tra i primi a lanciare il segnale: guai a lasciar cadere il piano Trump e ogni possibilità di interlocuzione su questo fronte con il governo. «Se si voterà in Parlamento sul piano di pace sul Medio Oriente — è l’appello di Sensi — mi auguro che si mettano da parte le naturali, ovvie contrarietà tra maggioranza e opposizioni e si faccia uno sforzo di unità. Una volta tanto.
Ma su una cosa importante».
Dall’europarlamento interviene Giorgio Gori: «Non sarà perfetto, il piano Usa, ma se contiene anche solo una minima possibilità di porre fine al massacro di Gaza, di condurre alla liberazione degli ostaggi e assicurare l’accesso agli aiuti umanitari, allora va sostenuto.
La priorità è oggi». E oggi, o meglio stasera, i gruppi Pd di Camera e Senato si riuniranno con la segretaria per decidere il da farsi.
elly schlein cernobbio forum ambrosetti
carlo calenda lia quartapelle giorgio gori maria elena boschi benedetto della vedova
fratoianni schlein conte bonelli al monk