
L'AUTUNNO DEL BANANA - FINCHE' C'E' VERDINI CON RENZI, LA BARCA VA: FININVEST È IN UTILE E GIRA A SILVIONE UNA CEDOLA DA 60 MILIONI - SE POI BOLLORÈ SI ACCHIAPPA LA BARACCA DI MEDIASET+PREMIUM, MEGLIO NON DISTURBARE IL MANOVRATORE E TIFARE SALA E CANDIDARE BERTOLESSI
Fabrizio D’Esposito per il “Fatto quotidiano”
La robbba, con tre "b". Quelle di Berlusconi, Bertolaso, Bolloré, per esempio. Due giorni fa, il sobrio e confindustriale Sole 24 Ore ha tratteggiato così l' attuale fase di Silvio Berlusconi: "In secondo piano nell' agone politico, dove ha tenuto banco per 20 anni, la nuova vita di Silvio riparte dunque dalla finanza".
Merito anche della "montagna di liquidità" piovutagli addosso in questo 2016: un assegno di 59,897 milioni di euro recapitato dalle quattro holding (Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava) con cui controlla il 60 per cento della Fininvest.
Un tempo ventuno, oggi le holding della famiglia sono sette e hanno distribuito una maxi-cedola ai Berlusconi da 77 milioni di euro, grazie al fatto che nel 2015 Fininvest è tornata in utile. Ma le notizie buone per la nuova vita di B., in questo suo crepuscolo politico, non finiscono mai: per la prima volta dopo anni, a gennaio, alla tv è finito il 66 per cento della raccolta pubblicitaria, con un salto del 4,70 per cento rispetto al gennaio 2015. In totale alla tv sono andati 284,76 milioni di euro di cui ben 168,9 a Mediaset, il 59,31 per cento della torta.
Il salotto del capitalismo e il partito d' Oltralpe
In questo quadro florido dell' impero berlusconiano si devono dunque collocare i sospetti di parte della destra ex An (prima Storace, poi Meloni e La Russa) e leghista (lo stesso Salvini) sulla debolezza elettorale di Guido Bertolaso, che sarebbe stato scelto da B. a Roma per favorire il renziano Roberto Giachetti.
Un nuovo Nazareno, insomma, stavolta con il primato assoluto del Condannato imprenditore su quello politico. La ragione fondante di questo sospetto è nell' auspicio del Foglio renzusconiano timbrato dal direttore Claudio Cerasa il 4 marzo scorso: il passaggio epocale in Italia dal capitalismo di sistema a quello di mercato, in cui Renzi "ha una grande occasione: trasformare il governo nel salotto buono del capitalismo italiano".
Non a caso da quelle parti si tifa apertamente per il "partito francese" del miliardario bretone Vincent Bolloré, che potrebbe essere socio e alleato di Berlusconi in un nuovo grande polo mediatico europeo. Il padrone francese di Telecom Italia, salito sei giorni fa al 24,9 per cento del capitale, con la sua Vivendi, sta giocando una partita decisiva nel nostro Paese.
Obiettivo: piattaforma anti-Netflix
Su un fronte ci sono le indiscrezioni su Telecom Italia e Orange, ex France Telecom, e su cui grava come un' incudine la smentita del premier a una frase attribuitagli: "Non ho mai detto che sarei felice per una fusione tra Telecom e Orange". Sull' altro c' è Mediaset, con cui, grazie anche Tarak Ben Ammar, le trattative sono in fase avanzata, dopo mesi di incontri.
Addirittura il modello di governance e la struttura azionaria per il matrimonio tra il Biscione e Vivendi è già all' esame di due studi legali (Chiomenti per Fininvest).
TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA
L' obiettivo è quello di una superpiattaforma per arginare Netflix: contenuti, pay-tv, i diritti di film e calcio. Per B. sarebbe la svolta, anche se le difficoltà non mancano.
Si è parlato di joint-venture e intesa finanziaria ma il forte dislivello di valore tra le rispettive capitalizzazioni (26 miliardi per Vivendi e 4 per il Biscione) non preclude a clamorose sorprese. Quando martedì scorso si è diffusa la notizia dello strappo di Giorgia Meloni e Berlusconi ha subito fatto sapere che non cedeva su Bertolaso alcuni deputati azzurri hanno tradotto così: "Significa che con Bolloré l' affare è chiuso".
Il canone, le frequenze e la quota Mediolanum
PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI
Ancora una volta, quindi, si dimostra vincente il teorema Confalonieri in base al quale le aziende di B. non possono mai aver un atteggiamento ostile al governo, per definizione. Del resto, lo stesso "Fidel", coetaneo del Condannato e suo principale consigliere, sta facendo correre parecchie voci, non smentite.
Quella di una nostalgia di B. per il Nazareno politico e quella di far votare il renziano Sala a Milano anziché Parisi, candidato del centrodestra. In un momento del genere è un peccato demolire le relazioni con il premier. Due settimane fa, il Consiglio di Stato ha accolto l' appello di B. contro l' obbligo di cedere il 20 per cento di Mediolanum, dopo la condanna per evasione. Poi, il Tar del Lazio ha dato ragione a Mediaset contro la proroga sul canone delle frequenze, quasi 12 milioni di euro in meno per il Tesoro. È la nuova vita di Silvio Berlusconi.