ALLA FINE IL PROCESSO DIGITALE L’HANNO FATTO A GRILLO - SUL WEB LA PANCIA DEL M5S ATTACCA IL CENTRALISMO TELEMATICO DI BEPPE MAO: ‘ASCOLTA CHI NON LA PENSA COME TE’ - DI BATTISTA SI LECCA LE FERITE: ‘ABBIAMO STRAPERSO, PER IL CAMBIAMENTO SERVIRA PIU’ TEMPO’

1. DI BATTISTA AMMETTE: "MOMENTO DURO, SERVIRÀ PIÙ TEMPO" - LA CASTELLI: IN ITALIA ANCORA TROPPE LOBBY
Francesco Grignetti per ‘La Stampa'

Dovevano piazzarsi davanti Montecitorio per commentare i risultati. Invece no, l'appuntamento è stato annullato. Non era il caso. Il giorno dopo la sconfitta alle Europee, i parlamentari M5S si leccano le ferite.

Eppure i social network sono lì a disposizione e per i giovani «portavoce» del Movimento la tentazione di sfogarsi è davvero troppo forte.

Laura Castelli: «Da una parte questo è un Paese che fa fatica a comprendere, dall'altra c'è ancora una grande fetta legata a lobby e poteri forti. Non dico che chi non ha votato 5 Stelle sia da condannare, ma non lo giustifico».

Mario Giarrusso: «Secondo me si sono mossi apparati clientelari forti. Questa volta il voto di scambio è stato davvero fortissimo. Anche la tenuta di Forza Italia non ha alcun senso in un paese democratico: tre fondatori del partito arrestati o latitanti all'estero, eppure continua a tenere. Strano».

Nicola Morra: «Sono stati tanti ad accreditare il regime fascista dopo il 1922, ma dopo il 1945 si faticava a trovare un fascista che ammettesse di esser stato sedotto da Mussolini, e tantissimi si scoprirono antifascisti senza esserlo mai stati. Misteri della storia dell'ipocrisia italiana... Al peggio non c'è mai fine e dopo Andreotti, Buttiglione e De Mita ci troviamo ai piedi di un loro degno discepolo: Matteo».

Paola Taverna: «L'Italia sceglie Renzi! Sceglie l'Europa, il fiscal compact, il Mes (il Fondo salva-stati, ndr) e il pareggio di bilancio. L'Italia premia il Pd! Premia il condono alle slot machine, l'acquisto degli F35, 7,5 miliardi alle banche private, i rimborsi elettorali, le pensioni d'oro e i privilegi. Io oggi mi sento italiana al 21,16%».

Giulia Grillo: «Questo il risultato nella speranza che sia legale ovviamente visto che in questo paese di legale c'è ben poco».

Giulia Di Vita: «Penso ai nostri toni eccessivi ma poi mi vengono in mente i vari indagati, condannati, scandali, zero promesse mantenute».

Alessandro Di Battista: «Sono momenti duri e vanno vissuti tutti, fino in fondo. Io sono fiero di quel che abbiamo fatto in questi mesi. Non mollerò certo adesso. Credo fermamente che il M5S andrà al governo. Il cambiamento culturale è più lento del previsto, ma inarrestabile».

Enrico Cappelletti: «Abbiamo imparato a nostre spese che la tecnica di andare in tv ad evocare sogni e raccontare menzogne, resiste ancora. Berlusconi ci aveva campato per 20 anni ed ora Renzi lo sta egregiamente sostituendo... Ma dobbiamo guardare anche ai nostri errori, la nostra comunicazione non é stata probabilmente efficace, in effetti molta gente ci percepisce ancora per ciò che non siamo».

Roberto Fico: «In una guerra di questo tipo si può perdere una battaglia, ma non ci si ferma.».

Carla Ruocco: «Un'Italia prostrata culturalmente prima ancora che economicamente... decide di rispedire al mittente i gioielli che il Movimento aveva messo loro a disposizione».

Maurizio Buccarella: «Senza demoralizzazioni, riprendiamo il percorso correggendo quello che c'è da correggere».

Alessio Villarosa: «Continuiamo a dare il buon esempio, a trasmettere a tutti quella felicità di cui parlava Gandhi (sic, ndr). Non potranno esistere media di regime, propaganda subdola o sondaggi falsati ad abbattere una tale forza d'urto... Nessun passo indietro, nessun sentimento di sconforto, da oggi più forti di prima».

Dalila Nesci: «Il "sistema" si è attivato per istinto di sopravvivenza, ma ora per loro sarà difficile accontentare tutti. È una bolla pronta a scoppiare».

Paola Nugnes: «Senza il M5S in fondo oggi noi tutti saremo astensionisti, o quasi tutti».


2. E LA PANCIA M5S SUL WEB ATTACCA "IL POPOLO DI PECORONI"
Mattia Feltri per ‘La Stampa'

La colpa, scrive uno che su twitter si firma Regan McNeil, è degli anziani: «Ricordate che ci accusavano di non avere ideali? Sono gli stessi che ci hanno venduto per 80 euro». La colpa, più in generale, è degli italiani che si «sentono rappresentati da Pinocchio dato che loro stessi sono disonesti», scrive Fortunato Corigliano. E al «78 per cento di loro va bene il sistema del finanziamento pubblico, della corruzione, della disonestà», scrive LatinaGaia.

È colpa di un «popolo di pecoroni», scrive Desiree Maiorino. È colpa di quelli a cui «proprio la politica non interessa ma sono convinti di dover votare lo stesso», scrive Stefano Ghisalberti. È colpa naturalmente di Matteo Renzi che «ricorda quei bei ragazzi che in giacca-cravatta vanno a truffare le vecchiette», scrive Vale Mameli. Dunque, scrive Raffaele Candela, «vince la mafia». E «vince Licio Gelli», scrive Garibaldi Eroe. Vincono i brogli, come scrive Lea De Luca, ieri idolo del web poiché non le tornavano i conti: «Se l'affluenza è stata sotto al 50% come mai la superiamo? Il Pd 40%, il M5S 21%, Forza Italia 16% poi c'è la Lega Nord poi tutti gli altri...», e la somma va curiosamente oltre la percentuale di affluenza.

Il giorno dopo non è facile. Gli elettori del Movimento non ce la fanno proprio a rimettersi in piedi con un colpo di autoironia, com'è il video di Beppe Grillo. Rimettersi in piedi è dura se si scopre che cambiare l'Italia è impossibile se «non si cambiano gli italiani». Durissima, se ci si aspettano «tagli da 50 miliardi di euro» e quindi «ora sappiamo con chi prendercela». Letteralmente impossibile se ci si figura - come fa Francesco Presti - «i banchieri, gli evasori etc... Possono brindare a champagne e aragoste». La ricerca è lunga e complicata: qui di gente che ipotizza di aver sbagliato qualcosa - i conti, i toni, la strategia - ce n'è poca.

In fondo «siamo la coscienza morale di questo paese», scrive Federico Fabbricatore. E siamo «5.804.810 patrioti», scrive Giacomo D'Angelo. Dunque si ripartirà perché «abbiamo troppe cose da fare per demoralizzarci. Andiamo in Europa e facciamo quello che abbiamo fatto nel Parlamento italiano», scrive Marco Acquapendente. Leggete quanto poco basti a uno che si firma Pat Garret: «Ero triste e arrabbiato, poi ho letto "Ora Casaleggio è in analisi per capire perché si è messo il cappellino". Beppe mito».

È sufficiente un sorriso e un «sì, #vinciamopoi», e «non ci arrenderemo mai! Ci vediamo alla prossima», scrive Luca Orazi. «È dalle cocenti sconfitte che si impara qualcosa», scrive Sioux. «Prima o poi la vittoria sarà dei cinque stelle, è soltanto questione di tempo», scrive Mirko Andrina. E anche se non si vincesse mai pazienza: «Me ne sbatto di percentuali vittorie e sconfitte, mi sento bene perché il mio voto è andato a persone come me», scrive William Lacalamita. Pare esserci la casistica completa per studiare gli elementi che muovono questo popolo. Persino quando spunta quello critico: «Beppe ti voglio bene però adesso fatti da parte e lascia fare ai ragazzi, il problema sei anche tu», scrive Samuele Quadri.

Fantastico: spuntano le critiche. Ne è pieno il blog di Grillo. «Beppe una critica va fatta al M5S. Occorre scegliere meglio tra i candidati», scrive Marco B. «Una forza politica per me deve essere in grado di cooperare e lavorare anche con chi non ti piace», scrive Dario. «Ecco perché non si deve parlare di successo prima del voto: tenersi bassi, poco baldanzosi e soprattutto con meno promesse di gogna processuale mediatica», scrive Guido Ligazzolo.

Nel frattempo, grazie comunque: «Grazie Beppe di averci fatto sognare che un cambiamento era possibile, che da un giorno all'altro gli italiani, che pensavo per lo più corrotti e servi, si fossero risvegliati con la voglia di riscattarsi dopo un ventennio di corruzione», scrive Loretta Pasquini. E comunque, tutti sempre con le antenne dritte come Luigi Costanzo: «Attenzione non rispondete al falso sondaggio dopo il post è una truffa mi hanno appena rubato 5€!».

 

 

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