berlusconi salvini tajani

SALVINI A BERLUSCONI E MELONI: ‘ANDIAMO UNITI AL QUIRINALE’ - COME DAGO-ANTICIPATO, IL PRIMO GIRO È UN MANDATO PIENO AL CENTRODESTRA: A QUESTO PUNTO, BERLUSCONI E MELONI INSIEME SONO SOPRA SALVINI. E IL PREMIER È TAJANI, GRADITO A MATTARELLA E ALL’EUROPA E DIFFICILMENTE SCHIFABILE DAL "PARTITO DEL PRESIDENTE" DENTRO IL PD (FRANCESCHINI, ORLANDO, GENTILONI) - SE NON ANDASSE IN PORTO, TOCCA AL M5S TROVARE I NUMERI PER RAGGIUNGERE IL 51%

 

Antonella De Gregorio per www.corriere.it

 

Sì al dialogo con i Cinque Stelle («Chi dice di no sbaglia»). No ai veti. Dopo il primo giro di consultazioni - concluse con un nulla di fatto - Matteo Salvini ribadisce che un governo è possibile solo con «un centrodestra unito con il M5S». E per questo il leader della Lega anticipa che chiederà a Berlusconi e a Meloni di andare al Quirinale insieme «per avere un'unica voce, per partire dal nostro programma, dal voto degli elettori».

tajani salvini

 

Il Cav fa in un primo tempo ha fatto trapelare che ci avrebbe «riflettuto nei prossimi giorni sulla proposta» di andare al Colle con la coalizione unita, per il secondo giro di consultazioni. Successivamente, in una nota, Berlusconi ha ufficializzato: «Alle prossime consultazioni il centrodestra si presenterà unito con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi». Una scelta, quella offerta da salvini e raccolta da Berlusconi, che rimette in discussione la posizione finora centrale di Luigi Di Maio con M5S.

 

Meloni: «Governo M5S-centrodestra possibile»

Anche Fratelli d'Italia accoglie positivamente la proposta del segretario della Lega, ricordando che è stata la stessa Giorgia Meloni a proporre, al termine del suo colloquio con Sergio Mattarella, mercoledì scorso, che il centrodestra si presenti con delegazione congiunta . «Basta con i veti. Bisogna dialogare con i Cinque Stelle e chi dice di no sbaglia», aveva detto poco prima Salvini al Tg2. «Un governo centrodestra-Cinque Stelle è possibile, non vedo l'ora di cominciare a lavorare. Con i veti, con i no, con le antipatie non si va lontano, c'è un Paese che deve ripartire. Noi non facciamo capricci, vogliamo solo passare ai fatti». Salvini puntualizza poi: «Non con il Pd» e «piuttosto che inciuci o governicchi, la parola torni agli elettori».

tajani renzi buonanno

 

Toti: «Nessuna fronda»

Immutata anche la posizione dei 5 Stelle, con Luigi Di Maio che continua a chiudere a Forza Italia, proponendo un contratto con Lega o Pd. Dopo il gelo calato su Forza Italia dopo le parole del M5S, sono arrivate le repliche: il deputato Francesco Paolo Sisto critica la «mancanza di lealtà politica» del Movimento: «Una coalizione non è fatta di "vincoli" ma della condivisione di un progetto e di un percorso per il Paese», ha detto.

luigi di maio salvini

 

Mentre Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione del partito, intervenendo ai microfoni di Rai Radio 1 ha affermato che «per Forza Italia esiste la possibilità di costruire un governo che abbia una piattaforma concordata e metta in sicurezza i nostri conti, viste anche le scadenze a breve, come le clausole di salvaguardia, solo se non si fa prevalere la logica dei veti ma quella dell'interesse nazionale». Mentre a smorzare voci di divisioni interne il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: «Nessuna fronda», dice, commentando le indiscrezioni che lo vorrebbero capo di una corrente pronta a sostenere dall'esterno un Governo Salvini-Di Maio.

 

Divisioni

In casa dem è Graziano Delrio a chiudere la porta in faccia a Di Maio: «Non abbiamo la stessa idea di Paese. Sarebbe trasformismo» dice, liquidando la proposta. Mentre il reggente, Maurizio Martina, aveva ribadito l'impossibilità di un confronto Pd-M5S, affidando a Twitter il suo pensiero: «Caro Luigi Di Maio, noi non ci prestiamo a questi giochetti. Chi tenta di dividere il Pd non ci riuscirà». «Leggo che il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle ritiene il Pd “responsabile del fallimento delle politiche di questi anni”. È chiaro che queste parole dimostrano l’impossibilità di un confronto con noi».

luigi di maio berlusconi salvini meloni

 

 

«Renzi lasci lavorare Martina»

Ma il Pd è tutt'altro che unito, in questo momento. Gli umori traspaiono dalle parole del ministro della giustizia del governo uscente, Andrea Orlando, che parlando con i giornalisti manda a dire a Matteo Renzi di «lasciar lavorare Martina»: «Se ritiene che la colpa di questa sconfitta non sia la sua, che sia la mia o dei cambiamenti climatici, allora deve decidere di ritirare le proprie dimissioni e continuare a esercitare il mandato avuto dagli elettori.

 

Se invece, come ha detto, si assume non dico tutta la responsabilità ma almeno una quota significativa, e ne trae come conseguenza quella di arrivare alle dimissioni, allora deve consentire a chi pro tempore ha avuto l'incarico di poterlo esercitare», ha affermato. Mentre Gianni Cuperlo, commentando a «Omnibus» su La7 l'incontro segreto di ieri tra Renzi e alcuni fedelissimi, come Boschi, Bonifazi e Delrio, senza il segretario Martina, mette in guardia dal rischio di «indebolire ulteriormente il partito», in un passaggio così delicato e «di non fare un servizio a quella persona che è Maurizio Martina, che si è assunto l'onere e la responsabilità di gestire questa transizione. Non possiamo trasmettere l'idea che ci siano due canali paralleli di direzione politica e di scelta».

RENZI MARTINAberlusconi salvini meloni fitto

Ultimi Dagoreport

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…

ignazio la russa enrico pazzali banche dati spioni spionaggio

FLASH! – CON L’INCHIESTA SUGLI SPIONI DI ''EQUALIZE'' FINITA NELLE SABBIE MOBILI MILANESI, ENRICO PAZZALI È POTUTO TORNARE IN CARICA COME PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA MILANO (DA CUI SI ERA AUTOSOSPESO) - DAVANTI A TALE "SCANDALO", IL CDA DELL’ENTE HA PAURA A REVOCARGLI LE DELEGHE, ANCHE SFRUTTANDO LA SCUSA DEL GARANTISMO. ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DEL POTERE A MILANO DI LA RUSSA, GIÀ GRANDE AMICO DI PAZZALI – PS. SI VOCIFERA CHE IL TIFOSO ‘GNAZIO SIA MOLTO INTERESSATO AI GUAI DELL’INTER, DOPO LA BOMBASTICA INCHIESTA DI “REPORT” SUI CONTI DEI NERAZZURRI…