renzi burattino obama

SE OBAMA CHIEDE ALL’ITALIA UN RUOLODI GUERRA IN IRAQ, RENZI PUÒ MAI SFILARSI? - CERTO CHE NO. ECCO PERCHÉ LA PINOTTI IERI HA CONFERMATO CHE IL GOVERNO VALUTA I RAID CONTRO LE POSTAZIONI DELL’ISIS. MA INIZIARE A FARE FUOCO SUGLI UOMINI DEL CALIFFO

1 - PINOTTI CONFERMA: VALUTIAMO I RAID SERVIRÀ UN «VAGLIO PARLAMENTARE»

Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

renzi obama renzi obama

Davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, riunite ieri sera in seduta congiunta a Palazzo Madama, il ministro della Difesa Roberta Pinotti scandisce bene le parole, leggendo la sua relazione, quando arriva al punto che tutti, deputati e senatori, stanno aspettando da ore: l’impiego futuro dei nostri Tornado per bombardare le postazioni dell’Isis in Iraq. Sono le 21.30. Il silenzio in aula è assoluto.

 

Dice il ministro: «In ordine alla situazione operativa sul campo, alle richieste della coalizione internazionale e alle necessità del governo iracheno, si stanno valutando possibili ulteriori ruoli per i nostri velivoli impegnati in teatro e quando avremo preso un preciso orientamento, com’è scontato - fatemelo dire - che sia, il governo riferirà in Parlamento».

obama - renzi- POSTATA DA SENSI obama - renzi- POSTATA DA SENSI

 

La conferma, dunque, è arrivata: «Si stanno valutando possibili ulteriori ruoli» per i nostri cacciabombardieri, finora impiegati nei cieli iracheni solo per la ricognizione e «l’illuminazione» - come si dice in gergo - degli obiettivi jihadisti. Comunque sia, la decisione finale dovrà passare «al vaglio del Parlamento», ribadisce il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. «Non si può non passare dal Parlamento», le fa eco il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il governo di certo non prenderà decisioni «di nascosto», conferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, anche lui ieri sera davanti alle Commissioni riunite in seduta congiunta.

renzi in afghanistan con la mimeticarenzi in afghanistan con la mimetica

 

Così, l’anticipazione del Corriere - i cacciabombardieri italiani pronti ad entrare in azione - ha avuto l’effetto di accelerare i tempi. E il dibattito, in Parlamento è iniziato già ieri sera, a Palazzo Madama, dopo le relazioni dei ministri, con Sel e M5S molto critici nei confronti della politica «mai così aggressiva» del governo.

renzi lagarde obamarenzi lagarde obama

 

La riunione era stata programmata una settimana fa per occuparsi di missioni internazionali (temi in scaletta: Afghanistan, Libano, Balcani). Fatalmente, però, l’agenda è cambiata e il ministro Pinotti l’ha riconosciuto subito, all’inizio del suo intervento in diretta streaming su Senato Tv: l’Iraq prima di tutto. Le opposizioni, però, annunciano battaglia. Il leader dei Cinque Stelle, Beppe Grillo, durissimo sul suo blog: «L’Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un’approvazione da parte del Parlamento e da parte del Presidente della Repubblica».

 

renzi e obama fotografati da filippo sensirenzi e obama fotografati da filippo sensi

E ancora: «Mattarella dove sei? Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti? A girare le frittelle con Verdini e il Bomba (in nomen omen) alle feste dell’Unità?», si legge nel post. Il presidente della Repubblica, in realtà, ha indicato giusto ieri la strada maestra da seguire contro la minaccia del terrorismo fondamentalista: «È necessaria la collaborazione di tutti - ha detto il Capo dello Stato, intervistato dall’agenzia di stampa russa Tass -. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere e ad affrontare adeguatamente il problema. Occorre una collaborazione internazionale con strategie e azioni comuni. Perché il pericolo è molto grande...».

 

E il leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir (il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) non nasconde la sua preoccupazione: «Se i caccia italiani iniziano a bombardare in Iraq occorrerà elevare ulteriormente il livello di allerta ».

 

2 - MA PALAZZO CHIGI NON PUÒ DIRE DI NO ALL’AZIONE MILITARE CHIESTA DAGLI ALLEATI

Alberto D’Argenio per “la Repubblica”

 

RENZI  OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCA RENZI OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCA

Ventinove settembre, New York. Matteo Renzi e Barack Obama si appartano nel cuore del Palazzo di Vetro. Hanno appena partecipato alla riunione a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata al terrorismo. Ed è in quel momento che il presidente degli Stati Uniti avanza al capo del Governo italiano due richieste. La prima, mantenere il contingente italiano in Afghanistan.

 

La seconda, alzare il livello della presenza italiana in Iraq dando ordine ai nostri quattro Tornado di stanza in Kuwait, finora utilizzati solo a supporto delle missioni aeree della coalizione internazionale contro l’Is, di bombardare le postazioni del Califfato. Il premier prende nota, pubblicamente nei giorni successivi si limiterà a confermare la disponibilità italiana a restare a Kabul.

RENZI E OBAMA  RENZI E OBAMA

 

Sottotraccia però le pressioni americane perché l’Italia bombardi in Iraq proseguono, la richiesta torna pressante da Washington, da ambienti Nato e dal governo iracheno per deflagrare in questi giorni, in coincidenza della visita in Italia del capo del Pentagono Ash Carter che ieri ha incontrato Roberta Pinotti a Sigonella e oggi farà visita al presidente Mattarella. E sembra difficile che alla fine il governo, nonostante le preoccupazioni di Palazzo Chigi e di diversi ministri, potrà dire di no agli alleati.

 

In queste ore Renzi insieme ai suoi consiglieri e ai ministri interessati — a partire da Pinotti, Gentiloni e Alfano — sta valutando i pro e i contro della scelta. Da un lato pesano i timori. Primo, da quasi un anno, sin dall’inizio della sua attività, l’Italia è parte della Coalizione internazionale anti-Daesh in Iraq. Ma nessun nostro militare, tanto meno i piloti, ha mai premuto il grilletto. Finora i Tornado si sono limitati a “illuminare” i bersagli dell’Is poi colpiti dai cacciabombardieri dei partner.

iraq isisiraq isis

 

Passare ad un ruolo attivo, si ragiona nel governo, esporrebbe il Paese già più volte minacciato dai terroristi di Al Baghdadi a ulteriori rischi attentati, a maggior ragione con il Giubileo alle porte. Oltre al rischio terrorismo, nell’esecutivo ci sono perplessità di carattere politico sulla compattezza della maggioranza di fronte a una simile scelta, con la minoranza Pd che potrebbe sfilarsi mettendo in grave imbarazzo Renzi, tanto più a pochi giorni dalla strage shock dell’ospedale di Medici senza frontiere in Afghanistan.

 

IRAQ - JIHADISTI DELL' ISISIRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS

Anche per questo il governo, confermando che il tema è sul tavolo, ieri non si è sbilanciato, coprendosi di fronte al fatto che la richiesta formale da parte della Coalizione e di Bagdad non è ancora arrivata. Per non agitare le acque si punta a rinviare la decisione, da portare in Parlamento, più in là possibile, quanto meno dopo l’approvazione della riforma costituzionale in Senato.

 

A quel punto però i nodi verrà al pettine. E dire di no, confermano dietro le quinte diversi membri del governo, «sarebbe difficile». Mentre sulla Siria al contrario della Francia l’Italia mai si muoverà autonomamente, «sull’Iraq non possiamo affatto escludere un intervento», aggiungeva una fonte dell’esecutivo impegnata sul dossier.

 

La posta in gioco è alta, con numerose crisi aperte, Libia in testa, l’Italia non può permettersi di isolarsi. «E’ un prezzo da pagare per avere un importante dividendo politico», spiegava ieri un esperto del governo. Già, perché i treni che l’Italia non può permettersi di perdere stanno partendo proprio in questi giorni.

 

IRAQ - JIHADISTI DELL' ISISIRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS

L’Italia sta combattendo una battaglia diplomatica per non essere esclusa dal nuovo format sulla Siria che la diplomazia internazionale sta faticosamente cercando di costruire, un 5+1 (membri permanenti del Consiglio di sicurezza e Germania) del tutto simile a quello formato dieci anni fa sull’Iran dal quale Berlusconi si autoescluse. E proprio sull’Iran, Renzi vorrebbe riprendersi quel ruolo di primo piano dilapidato dall’ex Cavaliere al fianco di Usa, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania.

 

C’è poi la Libia: a breve la situazione potrebbe sbloccarsi con la nascita di un governo di unità nazionale che aprirebbe a nuovi scenari nei quali l’Italia deve giocare in prima fila, a partire dal comando della missione di pace a Tripoli. E infine la partita che si giocherà a giugno, centrale per restare in prima fila su tutto lo scacchiere mediorientale: l’Italia è in corsa per tornare nel 2017-2018 nel Consiglio di sicurezza dell’Onu.

iraq   l'avanzata dei jihadistiiraq l'avanzata dei jihadisti

 

Se la gioca contro uno tra Svezia e Olanda (l’Europa ha a disposizione due posti a rotazione) e sfilarsi dall’Iraq non sarebbe una buona mossa in piena “campagna elettorale” per la votazione al Palazzo di Vetro. Tanto più per un paese che è stato nel Consiglio appena sette anni fa, nel 2006-2008, e che per bruciare i tempi di un suo rientro deve utilizzare tutte le credenziali possibili.

 

 

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…