TUTTI GLI ABUSI DI LUSI - PARLA LA CASSAZIONE: “PER 4 ANNI HA ORGANIZZATO UN’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE PER DEPREDARE LE CASSE DEL PARTITO, COMMETTENDO APPROPRIAZIONE INDEBITA, RICICLAGGIO, OSCURANDO GLI SPRECHI” - DOMANI IL GIP DECIDE SUI DOMICILIARI, E LA SUPREMA CORTE SOTTOLINEA I “GRAVI INDIZI”, IL DEPISTAGGIO E LA DISTRUZIONE DI PROVE, I RISCHI DI FUGA E REITERAZIONE - LIQUIDATORI MARGHERITA: TUTTI I BENI ANDRANNO ALLO STATO…

1 - CASO LUSI: CASSAZIONE, VALUTARE DOMICILIARI PER EX TESORIERE
(AGI) - Luigi Lusi non va rimesso in liberta', ma il Tribunale del Riesame deve valutare la possibilita' di sostituire la custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. Lo scrive la Sezione Feriale Penale della Cassazione, nella sentenza 31503, rilevando che nell'ordinanza precedente, il Riesame "non ha speso neanche una parola in proposito".

La Suprema Corte che, durante una camera di consiglio svoltasi martedi' scorso, ha annullato con rinvio l'ordinanza del Riesame della capitale del 24 maggio scorso, ha ritenuto fondato solo un punto del ricorso presentato dai difensori del senatore, quello riguardante l'omessa argomentazione sulla "conformita' dell'ordinanza coercitiva ai principi di proporzionalita' e adeguatezza".

I legali di Lusi infatti, avevano chiesto al Tribunale del Riesame la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Sul punto, nell'ordinanza impugnata, osserva la Cassazione, vi e' "assoluta mancanza di motivazione": il Riesame di Roma dovra' ora procedere "al doveroso giudizio di adeguatezza e proporzionalita' della misura cautelare applicata a Lusi" e risolvere anche una "contraddittorieta'" che emerge dall'ordinanza impugnata, risultante dall'affermazione secondo cui "nel caso di specie il reato era reso possibile esclusivamente dalla carica di tesoriere rivestita da Lusi" con il dato rappresentato, e preso in considerazione in riferimento alle esigenze cautelari per i due commercialisti della Margherita' Mario Montecchia e Giovanni Sebastio, anch'essi indagati, ma sottoposti all'obbligo di firma, "dal non ricoprire piu' il Lusi l'incarico di tesoriere del partito".

2 - CASSAZIONE, HA INQUINATO PROVE E DEPISTATO
(ANSA) - A carico dell'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, in maniera corretta, il tribunale del Riesame di Roma ha individuato il rischio di inquinamento probatorio tramite "depistaggio giornalistico e distruzione materiale delle prove". Lo scrive la Cassazione nella sentenza 31503 nella quale spiega le ragioni per le quali ha confermato la sussistenza del rischio che vengano compromesse le indagini.

In particolare, la Suprema Corte ha convalidato il rilievo dato al "depistaggio giornalistico posto in essere dal Lusi per il tramite del mezzo mediatico e concretatosi, tra l'altro, nel sostenere di avere eseguito ordini altrui, senza indicare quali fossero le persone che gli davano gli ordini di saccheggiare le casse del partito".

Inoltre la Cassazione rileva come, sempre in maniera corretta, il tribunale del Riesame abbia evidenziato come "proprio detto 'depistaggio' si sia concretato nella 'copertura', fornita dal Lusi ad esponenti e a persone legate al suo partito politico, che era giunta fino 'al punto da distruggere ogni prova', da ciò derivandone, hanno non certo illogicamente argomentato i giudici romani, una precisa volontà dell'indagato di inquinamento nei confronti dei testimoni a suo carico". Sia "esponenti de La Margherita, o dipendenti della medesima associazione politica, nei confronti dei quali il Lusi aveva evocato una sorta 'patto di spartizione' di cui egli sarebbe stato il garante".

3 - CASSAZIONE, GRAVI INDIZI CONTRO DI LUI
(AGI) - Sussistono gravi indizi di colpevolezza nei confronti del senatore Luigi Lusi, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla appropriazione indebita. Lo sottolinea la Cassazione rilevando che nell'ordinanza del riesame del 24 maggio scorso "non si evidenziano profili di incongruenza nella motivazione in tema di gravita' indiziaria concernente l'ipotesi associativa ascritta" all'ex tesoriere della Margherita".

4 - CASSAZIONE,DA LUI DEPISTAGGIO PER DISTRUGGERE PROVE
(AGI) - Una "precisa volonta' dell'indagato di inquinamento nei confronti dei testimoni a suo carico, vuoi esponenti della 'Margherita', vuoi dipendenti della medesima associazione politica, nei confronti dei quali Lusi aveva evocato una sorta di 'patto di spartizione' di cui egli sarebbe stato il garante". E' quanto si legge nella sentenza numero 31503, della Sezione Feriale Penale della Cassazione, la quale spiega di condividere cosi' le argomentazioni esposte dai giudici del Riesame nell'ordinanza del 24 maggio scorso, con la quale venne confermata la misura cautelare in carcere per l'ex tesoriere della Margherita.

"I giudici del Riesame - osserva la Suprema Corte - hanno da un lato parlato di 'depistaggio giornalistico' posto in essere da Lusi per il tramite del mezzo mediatico e concretatosi, tra l'altro, nel sostenere di aver eseguito ordini altrui, senza indicare quali fossero le persone che gli davano gli ordini di saccheggiare le casse del partito e dall'altro hanno evidenziato come proprio detto 'depistaggio' si sia concretato nella 'copertura' fornita da Lusi ad esponenti e a persone legate al suo partito politico, che era giunta fino 'al punto di distruggere ogni prova'".

5 - LUSI:CASSAZIONE,RISCHI PERICOLO FUGA E REITERAZIONE REATI
(AGI) - Non va escluso un pericolo di fuga ne' il rischio di reiterazione dei reati nel valutare le esigenze cautelari nei confronti del senatore Luigi Lusi, in carcere dal 20 giugno scorso. Lo sottolinea la Cassazione, spiegando che sul punto "i giudici del Riesame hanno fatto correttamente riferimento non solo ai cospicui investimenti fatti in Canada da Lusi e alle solide radici familiari che la moglie ha in tale paese, ma anche al 'dispendiosissimo stile di vita' dell'indagato, elemento caratterizzante ed incentivante nel 'proseguire nella strada gia' intrapresa e pertanto rilevante anche ai fini del reputare concreto il pericolo di reiterazione di altri reati della stessa specie'".

Condividendo la tesi del Riesame, la Suprema Corte evidenzia "la struttura dell'associazione a delinquere facente capo" a Lusi, il quale "aveva provveduto a distribuire a ciascun associato i rispettivi compiti, non senza aver prima messo al corrente i sodali che, avendo ricevuto illimitata fiducia da parte dei componenti del partito 'Democrazia e Liberta' - La Margherita' ormai prossimo all'estinzione, era in grado di operare del tutto indisturbato sul conto corrente aperto dalla predetta associazione politica presso l'agenzia della Bnl ubicata all'interno del Senato".

Non "un accordo occasionale ed accidentale", sottolinea la Suprema Corte, ma "una vera e propria "affectio societatis protrattasi per ben 4 anni (e destinata a proseguire finche' nessuno si fosse accorto di nulla)" e la "necessita' della 'schermatura' costringendo gli associati per delinquere a ricercare sempre modi differenti per oscurare gli sprechi e per acquisire immobili prestigiosi, oltre che per investire nelle polizze Alliance, modi non coerenti con il patrimonio di cui Lusi poteva legittimamente disporre quale 'avvocato di provincia' e neo senatore da poco piu' di un anno".

6 - CASSAZIONE, QUATTRO ANNI DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
(ANSA) - "Per ben quattro anni", destinati "a proseguire finché nessuno si fosse accorto di nulla", l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, ha organizzato, con i suoi complici, una "vera e propria" associazione a delinquere per depredare le casse del partito, "oscurare gli sprechi, acquisire immobili di prestigio, investire in polizze", il tutto al di sopra dei suoi mezzi di "avvocato di provincia e neo-senatore".

Lo scrive la Cassazione confermando la sussistenza dell'accusa più grave mossa dalla Procura di Roma a Lusi, quella di aver "promosso un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti di appropriazione indebita, riciclaggio, fraudolenta intestazione di valori strumentali alla realizzazione di una serie indeterminata e sistematica di sottrazione di risorse dai conti della Margherita, di cui Lusi era tesoriere da destinare ad impieghi privati". Lusi, ricorda la Cassazione, è indagato anche per concorso in appropriazione indebita pluriaggravata di 23 milioni di euro della Margherita insieme alla moglie Giovanna Petricone, a due commercialisti e a due amministratori di società di comodo.

7 - LUSI: DOMANI LA DECISIONE DEL GIP SU RICHIESTA SCARCERAZIONE
(ANSA) - La decisione del gip Simonetta D'Alessandro sull'istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Lusi all'indomani dell'annullamento, con rinvio, dell'ordinanza di custodia cautelare, è prevista per domani. In sostanza, per la procura non sussistono i presupposti per la rimessione in libertà del parlamentare, ma Lusi può andare ai domiciliari purché siano tenute in considerazioni le residue esigenze degli inquirenti di ultimare gli accertamenti senza pericoli di inquinamento delle prove.

I magistrati titolari dell'inchiesta stanno infatti cercando di ricostruire il percorso di un ulteriore milione di euro che si sospetta essere stato prelevato illecitamente dal senatore Lusi. In carcere dal 20 giugno scorso dopo il via libera del Parlamento al suo arresto, Lusi, difeso dagli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, è accusato di essersi appropriato di almeno 25 milioni di euro dalle casse del partito all'epoca presieduto da Francesco Rutelli.

8 - EX MARGHERITA, CASSAZIONE CONFERMA SUO DEPISTAGGIO
(AGI) - A quanto si apprende in ambienti della ex Margherita, i suoi esponenti hanno accolto il pronunciamento della Cassazione come "la piena conferma dell'accertamento delle appropriazioni indebite dell'ex-tesoriere e della sua strategia di depistaggio mediatico e di tentato inquinamento dell'inchiesta giudiziaria".

9 - LIQUIDATORI MARGHERITA; TUTTI BENI RESIDUI ALLO STATO
(ANSA) - "Il sequestro giudiziario dei beni del senatore Luigi Lusi è stato disposto dalle autorità competenti a tutela dalle pretese creditorie vantate dalla stessa associazione e l'assemblea del partito, nella delibera di messa in liquidazione, ha disposto che tutti i beni residui, compresi quelli derivanti dalle azioni risarcitorie, saranno devoluti allo Stato senza alcuna discrezionalità".

Lo affermano in una nota i liquidatori della Margherita Roberto Montesi, Salvatore Patti e Walter Ventura. Le precisazioni prendono spunto dalle dichiarazioni di Esterino Montino, capogruppo Pd alla Regione Lazio, in merito alla destinazione della villa di Genzano acquistata e ristrutturata dall'ex tesoriere della Margherita con danaro prelevato dalle casse del partito. L'immobile, ha annunciato oggi Montino, si avvia a diventare un bene della collettività.

 

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