
IL VECCHIO ORDINE MONDIALE È FINITO, FATEVENE UNA RAGIONE. PAROLA DI CONDOLEEZZA – ALL’ASPEN SECURITY FORUM, L’EX SEGRETARIA DI STATO AMERICANA SOTTO BUSH JR, CONDOLEEZZA RICE, HA RIFILATO UNO “SPIEGONE” SULL’ERA TRUMP: “IL MONDO DEL DOPOGUERRA, FATTO DI LIBERO SCAMBIO, ALLEANZE SOLIDE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, È STATO DISTRUTTO” – LA STRATEGIA CHE PROPONE RICE: SFRUTTARE LE CREPE TRA CINA, RUSSIA, IRAN E COREA DEL NORD, IL QUARTETTO CHE SFIDA L’OCCIDENTE: “FORZARLI A SCONTRARSI” – IL PENTAGONO HA RITIRATO I SUOI RELATORI DA ASPEN, DEFINENDO IL FORUM UN “COVO DI GLOBALISTI”
Estratto dell’articolo di Giorgio Laici per www.ilsussidiario.net
CONDOLEEZZA RICE - ASPEN SECURITY FORUM
Apprendiamo, principalmente da Politico, che ad Aspen, sotto il cielo limpido delle Montagne Rocciose, si è chiuso l’Aspen Security Forum. Un’arena dove le élite della sicurezza degli Stati Uniti si sono confrontate con una verità cruda: Donald Trump, nei sei mesi del suo secondo mandato alla Casa Bianca, sta riscrivendo l’ordine globale con una furia che non ammette repliche.
Condoleezza Rice, 66^ Segretario di Stato con Bush Jr e co-chair dell’Aspen Strategy Group, leale, ma critica, lo afferma senza giri di parole: “Non torneremo a quel sistema”. Il mondo del dopoguerra, fatto di libero scambio, alleanze solide e cooperazione internazionale, è stato distrutto. Il futuro, che piaccia o no, è marchiato “America First”, e il forum, tra i prati verdi dell’Aspen Meadows Resort, cerca di decifrare cosa resta.
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN
Trump ha preso a martellate le istituzioni. Ha smantellato l’USAID, tagliato il personale di intelligence, Pentagono e Dipartimento di Stato, e dichiarato guerra al multilateralismo. Gli attacchi aerei contro le strutture nucleari iraniane sono un triste monito: gli Stati Uniti colpiscono senza esitazione. In Ucraina, il suo ultimatum a Putin – cessate il fuoco entro 50 giorni o sanzioni devastanti – è definito da Rice un “punto di svolta”.
[...] Rice rimprovera Biden per i ritardi negli aiuti all’Ucraina nel 2022, quando una vittoria netta era possibile. Ora, insiste, serve un impegno costante, con sanzioni secondarie per distogliere Cina e India dal petrolio russo a buon mercato.
La strategia di Rice è un classico: sfruttare le crepe tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, quel quartetto che sfida l’Occidente. “Forzarli a scontrarsi”, dice, modernizzando la logica del “divide et impera” per sconfiggere i nemici dividendoli.
Condoleezza ci dice che Putin non rivuole l’URSS, ma l’Impero Russo di Pietro il Grande, un’ossessione confessata in una conversazione privata. Questo rende l’Ucraina un campo di battaglia d’altri tempi, quasi ottocentesco, dove la storia si ripete in tragedia.
CONDOLEEZZA RICE - ASPEN SECURITY FORUM
Eppure, Rice non abbandona l’ideale del soft power. Ma il soft power è in crisi: la chiusura di USAID e i tagli alle agenzie federali sono un colpo mortale all’influenza attraverso gli ideali. Di soft power hanno discusso ad Aspen, per ricostruirlo.
Il Pentagono ha fatto parlare di sé per la sua assenza. Ha ritirato i suoi relatori, definendo il forum un “covo di globalisti” estraneo ai valori dell’amministrazione Trump. Un gesto che urla la frattura interna: vecchio isolazionismo USA contro leadership globale. Solo Adam Boehler, inviato speciale di Trump, partecipa, parlando di ostaggi liberati con la forza di un presidente deciso. Ma il silenzio degli altri funzionari è un ruggito che echeggia.
XI JINPING VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP - ILLUSTRAZIONE THE NEW YORK TIMES
La Cina, nel frattempo, è la minaccia che domina le discussioni. Il rischio di un conflitto su Taiwan è “senza precedenti”, avvertono i partecipanti. Il ministro di Singapore, Vivian Balakrishnan, parla di un “interregno” tra due ordini mondiali, un limbo di incertezza plasmato da Trump.
Ma Il protezionismo di Trump – condiviso anche da Biden – nota Robert Zoellick ex presidente della Banca Mondiale, sta ridisegnando il commercio globale. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Biden, resiste debolmente: “Gli americani credono in un impegno di principio con il mondo”.
Il Congresso, inceppato, frena la difesa con ritardi nei bilanci, mentre le élite del forum accusano la politica di piegarsi a Trump, evitando di sfidarlo sull’impatto delle sue politiche sulle istituzioni democratiche. Alcuni vedono opportunità, come ricepartnership in Africa per contrastare la Cina sui minerali critici, ma la sensazione dominante è di smarrimento.
Rice, con la sua pragmatica lucidità, non si nasconde: il vecchio ordine è morto. La Cina è il nemico, le alleanze rivali sono il bersaglio, e Trump e l’autoproclamato artefice di un mondo nuovo, incerto, brutale. Le élite, costrette a scegliere tra adattarsi o resistere, guardano al futuro con un misto di rassegnazione e timore. Questo è il 2025: un mondo che non tornerà indietro.