LA VERSIONE DI SIMONE: SCUSATE, MA DOV’è IL REATO? - “SARÀ 25 ANNI CHE DACCÒ FA COSÌ LE VACANZE IN BARCA AI CARAIBI. POI INVITA GLI AMICI, I CONOSCENTI, FORMIGONI, ALTRI POLITICI... SONO VACANZE DI FAMIGLIA E CON QUALCHE OSPITE’’ - ‘’PENSO AI DIECI ANNI CHE SONO STATI DATI A DACCÒ PER IL DISSESTO DEL SAN RAFFAELE. MA È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI CHE IL SAN RAFFAELE NON È FALLITO’’…

Fabio Poletti per La Stampa

Ora che è tornato a casa dopo sei mesi, Antonio Simone - assessore regionale della Dc ai tempi di Tangentopoli, finito a San Vittore ad aprile per le mazzette sulla Sanità in Lombardia - si sente davvero libero: «Adesso posso finalmente divertirmi... Posso aprire un computer. Stare con la mia famiglia...».

Davanti al vecchio carcere di piazza Filangieri, ieri mattina erano in tanti ad aspettarlo ed applaudirlo. Le tre figlie, la moglie, il direttore di Tempi Luigi Amicone che con Antonio Simone divide mezza vita, sin dai tempi di Don Giussani all'alba di Comunione e Liberazione. Non c'era invece Ro b e r t o Formigoni, che di Antonio Simone è amico da sempre e pure coindagato, insieme a Pierangelo Daccò, per quei 60 milioni di euro volatilizzati dalla Fondazione Maugeri. Il Governatore della Lombardia prima via Twitter e poi a Radio 24 fa il soddisfatto: «Gioisco per la sua scarcerazione. Ma non ho tempo di andarlo a trovarlo».

Antonio Simone, non crede che Fo r m i g o n i avrebbe potuto sprecarsi un po' di più? In fin dei conti lei si è fatto sei mesi di carcere e lui non trova nemmeno il tempo di venire a trovarla...
«La sua è un'ottima attenzione, visto che siamo coimputati. Io me lo auguro che non mi venga a trovare, vista l'attenzione che la magistratura ha mostrato su di noi. Io comunque sono un grande amico di Formigoni, da sempre, e continuerò ad esserlo».

E poi sua moglie magari non sarebbe contenta di una visita a casa del Governatore. In un paio di lettere pubbliche, di Formigoni ne ha dette di ogni. Tanto per ricordare: «A Robertino bastava l'onore di essere al centro di feste e banchetti, yacht e ville. Che se ne dovrebbe fare dei soldi uno così narcisista?». Condivide il sarcasmo di sua moglie?
«Mia moglie è una persona molto intelligente. Questo è il suo punto di vista. Dopo tante settimane che stavo in carcere era ovviamente preoccupata. E poi l'avevano infastidita certe affermazioni di Formigoni. Ma io lo capisco: con tutte quelle accuse che gli piovevano addosso si sarà sentito come un leone ferito... Uno che è innocente non può che essere arrabbiato. E nonostante che sia un mio computato, posso dire che Roberto Formigoni è innocente come me».

Lei stamattina uscendo da San Vittore ha detto che adesso è «peggio di Tangentopoli». Stava parlando di tutta Italia, meno che della Lombardia?
«Io non parlo di me. Io continuo a professarmi innocente. Della mia inchiesta non voglio parlare. I miei verbali non sono mai usciti. Io non ne ho nemmeno chiesto copia».

E allora dov'è il «peggio»?
«A febbraio, nell'anniversario di Mani pulite, tutti dicevano che non era servito a niente. Adesso siamo in questa situazione in cui è tutto molto peggio: non c'è più la politica e quella che c'è è peggiorata perchè è peggiorata la società. Io sono stato già processato sei volte e per sei volte sono stato assolto. Ci accusavano di far delle cose per il partito...».

E ora?
«Ora è tutto molto peggio. La politica non c'è più. Io mi sono fatto sei mesi di carcere e i magistrati volevano farmene fare altri tre, se non c'era un giudice a dire di no. E questo grazie pure a leggi del centrodestra, mica del centrosinistra. Anche se devo dire che il carcere è stata una buona esperienza, che però non auguro a nesssuno. Ho incontrato una grande umanità, anche migliore di quella di fuori».

In carcere siete finiti lei e Daccò per questa vicenda. Mai pensato di pagare per tutti?
«E' un timore che ho provato. Penso anche ai dieci anni che sono stati dati a Pierangelo Daccò per il dissesto del San Raffaele. Ma è sotto gli occhi di tutti che il San Raffaele non è fallito».

A proposito di Daccò... Parliamo un po' delle vacanze, le barche, i viaggi aerei, le cene pure con Formigoni?
«Cosa c'è da dire ancora? Sarà venticinque anni che Pierangelo Daccò fa così le vacanze di Natale o quelle in barca ai Caraibi. Anno dopo anno deve prenotare per tempo 4 o 5 camere. Poi invita gli amici, i conoscenti, Roberto Formigoni, altri politici... Sono vacanze di famiglia e con qualche ospite».

Roberto Formigoni dice che dopo le vacanze, si facevano i conti delle spese e ognuno pagava la sua quota. E però non ha più le ricevute.
«Se dice così si vede che è così. Io non c'ero».

Tra voi amici si usava davvero questo sistema? Che uno pagasse anticipando per tutti e poi, dopo le vacanze, gli altri contribuissero?
«Ma perchè, se lei è invitato a cena non porta almeno i fiori?».

 

 

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