LA MIA VITA CON LA “DIVINA“ – GIOVANNA LOMAZZI RACCONTA LA SUA AMICIZIA CON LA CALLAS: "E’ MORTA A SOLI 53 ANNI DI DOLORE. NON SI E’ TOLTA LA VITA, COME DICONO. ONASSIS? NON AMAVA LEI, MA LA DIVA - MARLENE DIETRICH? UNA CUOCA FORMIDABILE; DICEVA DI CONQUISTARE I SUOI MOLTI AMANTI PRENDENDOLI PER LA GOLA" - E POI RIVELA PERCHE’ LA CALLAS INIZIO’A PERDERE LA VOCE COSI’ PRESTO - VIDEO

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Andrea Zaupa per Chi

 

 La prima volta la incontrai al ristorante Biffi di Milano. Era il 1952. Ero a cena con i miei genitori, dopo la prima della Gioconda di Amilcare Ponchielli; era già una grande cantante, ma non ancora la Divina».

 

Giovanna Lomazzi, conosciuta nel mondo della lirica come “la signora Lomazzi”, così inizia a raccontare a “Chi” la storia della sua lunga amicizia con il soprano. «Proprio al Biffi iniziammo a incontrarci spesso e diventammo molto amiche». Classe 1935, Giovanna Lomazzi vive a Milano e porta meravigliosamente i suoi 83 anni; viaggia ancora molto e si occupa di teatro; è vicepresidente del Teatro Sociale di Como e di Aslico (associazione lirica e concertistica italiana).

 

«Ho tanti ricordi che mi legano a Maria. Nel 1956 andai a New York con lei e a suo marito Giovanni Battista (Meneghini, ndr) per tre mesi in occasione del suo debutto al Met con Lucia di Lammermoor. Incontrai molti volti noti del jet set; ricordo che passava spesso da noi Marlene Dietrich, donna magnetica, cuoca formidabile; diceva di conquistare i suoi molti amanti, ed erano veramente tanti, prendendoli per la gola. Maria, invece, era una donna pacata nella vita, tutto il suo impeto lo riversava nell’arte.

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A Milano andavamo insieme a fare compere, passeggiate, era una donna semplice. Sul palco tornava impetuosa, istintiva, geniale. Non si era mai vista, prima di lei, una cantante che fosse così bella, così profonda, così “personaggio”. Ero alla Scala per la Traviata di Luchino Visconti nel 1955. Il pubblico trasalì, appena si aprì il sipario».

 

Nel racconto di Giovanna Lomazzi c’è naturalmente anche Aristotele Onassis. «Un giorno stavamo pranzando sul ponte del Christina, il panfilo di Onassis, io, lei e lui, quando improvvisamente Maria scoppiò in lacrime: non si sentiva capita da lui e questo la rendeva profondamente triste. Aristotele amava la diva, era innamorato del mito, non di Maria», dice la Lomazzi.

 

«Maria è morta a soli 53 anni, di dolore», continua. «Non si è tolta la vita, come dicono. Aveva avuto tutto, ma d’un tratto il destino le portò via tutto: la voce, l’amore, il figlio». Le chiediamo: il figlio avrebbe potuto salvare la Callas? «Difficile dirlo», risponde la signora Giovanna.

giovanna lomazzi giovanna lomazzi

 

«Onassis non voleva il bimbo, Maria sì. Certo, durante la gravidanza la Callas non rinunciò alle sue diete estreme e chissà quanto male le fece. Sarebbe stato per lei forse un motivo per vivere, ma il neonato non sopravvisse al parto; venne seppellito in un cimitero fuori Milano».

 

Giovanna Lomazzi spiega anche il motivo per cui, a suo dire, la Divina cominciò a perdere la voce così presto. «Onassis le faceva frequentare un mondo da favola; viaggi, party, sregolatezza. E lei cominciò a non ritro- vare più le note di un tempo. Ricordo una Lucia di Lammermoor a Dallas. La gente l’applaudiva, ma lei non era riuscita più a prendere i sovracuti. A fine recita mi prese la mano, me la strinse talmente tanto da conficcarci le unghie e guardandomi mi disse: “La mia carriera finisce qua”. Pianse tutta la notte»

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