“E’ UNA ZOCCOLA!” - LA PROCURA DI SULMONA RICORRE IN CASSAZIONE CONTRO L’ASSOLUZIONE DELL’EX SINDACO, BRUNO DI MASCI - PER IL GIUDICE DI PACE, L’EPITETO RIVOLTO ALL’EX CONSIGLIERA COMUNALE ROBERTA SALVATI NON ERA DIFFAMATORIO MA RIENTRAVA NELLA NORMALE LOTTA POLITICA - PER I PM INVECE NELLE PAROLE DI DI MASCI C’ERA "SCONVENIENZA PLATEALE E VOLGARITÀ”, CHE HANNO DENIGRATO LA SALVATI VISTO CHE POI LE OFFESE SONO CIRCOLATE IN MODO INCONTROLLATO SU WHATSAPP…

-

Condividi questo articolo


ROBERTA SALVATI ROBERTA SALVATI

INSULTO IN SENSO 'POLITICO', PROCURA RICORRE IN CASSAZIONE

 (ANSA) - SULMONA, 11 GEN - La Procura della Repubblica di Sulmona ricorre in Cassazione per la vicenda delle presunte offese sessiste tra l'ex sindaco, Bruno Di Masci e l'ex consigliera comunale, Roberta Salvati. Il giudice di pace di Sulmona aveva assolto Di Masci dall'accusa di diffamazione considerando l'epiteto utilizzato una metafora poiché riferita nell'alveo della sfera politica.

 

Nelle motivazioni che hanno indotto la Procura a promuovere l'impugnativa, vi è la "sconvenienza plateale e la volgarità dell'offesa, atta a denigrare gratuitamente la persona e realizzata dinanzi a terzi, incontrollatamente circolata su whatsapp". 'Ho vissuto la sentenza del Giudice di Pace di Sulmona - ha commentato la Salvati - come un'intollerabile ingiustizia".

BRUNO DI MASCI BRUNO DI MASCI

 

L'ex sindaco si e' sempre difeso al riguardo spiegando di aver proferito quelle parole solo in riferimento alla sfera politica e non sul piano personale, per giunta in un contesto assolutamente privato cioe' nel locale in quel momento chiuso al pubblico, senza sapere di essere ripreso. Il video, diffuso in in consiglio comunale il 12 settembre 2018, era stato girato da una donna presente alla riunione politica oggetto della presunta diffamazione.

 

ABRUZZO, ASSOLTO IL CONSIGLIERE COMUNALE CHE DEFINÌ «ZO***LA» LA COLLEGA: «NON È DIFFAMAZIONE»

Da https://www.open.online del 13 ottobre 2023

 

ROBERTA SALVATI ROBERTA SALVATI

Apostrofare una donna come «zo***la» non configura necessariamente il reato di diffamazione. A stabilirlo – racconta oggi Il Messaggero – è una sentenza pronunciata nei giorni scorsi da Gianna Cipriani, giudice di pace di Sulmona, in Abruzzo. Tutto ha inizio cinque anni fa, quando la consigliera comunale Roberta Salvati si presenta in aula mostrando un video su WhatsApp in cui si vede il collega Bruno Di Masci, anche lui consigliere ed ex sindaco della città, insultare la donna usando termini non eleganti durante una conversazione telefonica privata.

 

Dall’aula del consiglio comunale il caso si sposta presto nelle aule giudiziarie. E nel frattempo la frattura tra Di Masci e Salvati non si ricompone. Anzi, quando Di Masci decide di cambiare casacca politica e si unisce al gruppo consiliare di maggioranza, la donna – che già sedeva tra quei banchi – decide di passare all’opposizione. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, ieri è arrivata la sentenza di primo grado, con il giudice di pace che ha assolto Bruno Di Masci perché il fatto non sussiste. Il motivo? In quell’occasione, apostrofare la collega usando il termine «zo***la» aveva un significato più politico che diffamatorio.

 

BRUNO DI MASCI BRUNO DI MASCI

Un’interpretazione che a Salvati non è piaciuta affatto. «Lo sconcerto per la pronuncia resa si accresce se si considera che proviene da una giudice donna – commenta L’ex consigliera comunale di Sulmona -. Non è forse violenza verbale riferirsi a una donna con simili espressioni? Cosa ci dice questa sentenza? Ci dice che una donna impegnata in politica, da oggi, potrà essere insultata con termini sessisti e denigratori senza conseguenze, il che è grottesco, oltreché inaccettabile».

 

Salvati ha già annunciato che ricorrerà in appello. E nel frattempo ha incassato la solidarietà della Lega, il partito alla quale si è unita da qualche anno a questa parte. «Che un giudice, peraltro donna definisca un epiteto che ha una chiara connotazione come una metafora riferita alla sfera politica ci lascia quantomeno perplessi. La nostra solidarietà alla collega Roberta Salvati», ha commentato il coordinatore regionale della Lega Luigi D’Eramo. Ma Di Masci si è difeso anche dopo la sentenza: «Nessun attacco sessista, dal momento che nel linguaggio politico quella parola viene spesso coniata anche per il genere maschile».

ROBERTA SALVATI ROBERTA SALVATI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MA DOVE STA ZHANG ZHANG? - IL 32ENNE IMPRENDITORE CINESE, DAL 2018 AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’INTER, NON SI VEDE IN GIRO DA UN ANNO. NON ERA A MILANO NEMMENO PER LA FESTA SCUDETTO. LA VERITÀ È CHE ZHANG NON PUÒ LASCIARE LA CINA DA OLTRE UN ANNO PER LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI HONG KONG A RISARCIRE CHINA CONSTRUCTION BANK E ALTRI CREDITORI DI 320 MILIONI - A QUESTO PUNTO, NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER SCOPRIRE IL MOTIVO PER CUI IL MEGA-FONDO AMERICANO PIMCO SI SIA RITIRATO DAL FINANZIAMENTO DI 430 MILIONI DI EURO A UN TIPINO INSEGUITO DAI TRIBUNALI, A CUI PECHINO NON RILASCIA IL VISTO PER ESPATRIARE, COME MISTER ZHANG…

DAGOREPORT - LORO SI' CHE LO SANNO BENE: SECONDO IL "CANALE 12" DELLA TV ISRAELIANA RAISI È MORTO - DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO TEHERAN CHE AFFERMA CHE L'ELICOTTERO CON A BORDO IL PRESIDENTE IRANIANO HA AVUTO UN "INCIDENTE" IN AZERBAIGIAN A CAUSA DEL ''MALTEMPO'' (UN CONVOGLIO DI TRE ELICOTTERI E SOLO QUELLO CON RAISI E' ANDATO GIU'?) - I MEDIA IRANIANI, PER ORA, PARLANO DI "VITA IN PERICOLO" - L'IRAN NON E' DECAPITATO FINCHE' CI SARA' SARA' L’AYATOLLAH KHAMENEI CHE SCEGLIERA' IL SUCCESSORE DEL FEDELISSIMO RAISI. E PER ORA SI LIMITA A DIRE: "SPERIAMO CHE TORNI, MA NON CI SARANNO INTERRUZIONI" - COME E' ACCADUTO CON L'ATTENTATO ALLA SEDE DIPLOMATICA IRANIANA IN SIRIA, DIETRO L"INCIDENTE" C'E' NETANYAHU? (FINCHE' C'E' GUERRA, C'E' SPERANZA DI RESTARE AL POTERE) - PROPRIO IERI IL MINISTRO DEL GABINETTO DI GUERRA BENNY GANTZ, VICINISSIMO A BIDEN,  DOPO UN INCONTRO IN ISRAELE CON IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA USA JAKE SULLIVAN, AVEVA AVVISATO IL PREMIER NETANYAHU: "PIANO SU GAZA ENTRO L'8 GIUGNO O LASCIAMO IL GOVERNO"

DAGOREPORT - FERMI TUTTI! SECONDO UN SONDAGGIO RISERVATO, LA CANDIDATURA DEL GENERALE VANNACCI POTREBBE VALERE FINO ALL’1,8% DI CONSENSI IN PIÙ PER LA LEGA SALVINIANA. UN DATO CHE PERMETTEREBBE AL CARROCCIO DI RESTARE SOPRA A FORZA ITALIA - A CICCIO TAJANI È PARTITO L’EMBOLO. COSÌ QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SI È TRASFORMATO IN PIRANHA: HA MESSO AL MURO LA MELONI, MINACCIANDO IL VOTO DI SFIDUCIA SE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, LEGGE SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, NON VIENE APPROVATA PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE...