"LO SCHEHERAZADE NON E' DI PUTIN" - DA GIORNI IL MISTERO AVVOLGE LO YACHT PIU' GRANDE MONDO, ORMEGGIATO A MARINA DI CARRARA, E IL "NEW YORK TIMES" AVEVA TIRATO IN BALLO IL PRESIDENTE RUSSO IN PERSONA - MA LA SOCIETA' DI COSTRUZIONE, THE ITALIAN SEA GROUP, HA SMENTITO: "ALLA DATA ODIERNA, E' IN ESSERE SOLTANTO UN CONTRATTO CON UN CLIENTE RUSSO, CHE NON RIENTRA TRA QUELLI COLPITI DA SANZIONI INTERNAZIONALI" - MA ALLORA DI CHI E'?...

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Veronica Curis per ilmessaggero.it

 

Scheherazade Scheherazade

Lo yacht più grande del mondo, ormeggiato in Italia a Marina di Carrara, lungo 140 metri e del valore stimato in circa 700 milioni di dollari non apparterebbe al presidente Putin, come invece aveva fatto intendere il New York Times.

 

Lo Scheherazade - così si chiama il mega yacht - è «al vaglio della polizia italiana». Il suo capitano, il britannico Guy Bennett-Pearce, ha riferito che gli inquirenti sono saliti a bordo venerdì scorso e ne hanno esaminato la documentazione ma The Italian Sea Group, la società di costruzione, smentisce che il proprietario sia il presidente russo: «In funzione della documentazione di cui dispone e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, lo yacht di 140 metri Scheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del Presidente russo Vladimir Putin».

 

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Chi è il proprietario

Ma allora di chi è questo gigante dei mari? Il proprietario sarebbe comunque un cliente russo ma il nome resta ancora un mistero. Su Vesselfinder, sito web che – unicamente a scopo informativo – traccia e fornisce la posizione delle imbarcazioni nel mondo attraverso il sistema AIS (sistema di identificazione automatica)  si legge che lo yacht è stato costruito nel 2020 e naviga attualmente sotto la bandiera delle Isole Cayman. 

 

Il proprietario registrato è Bielor Asset Ltd, società con sede nelle Isole Marshall.  «Alla data odierna - si legge ancora in un comunicato di The Italian Sea Group - è in essere soltanto un contratto con un cliente russo. In particolare, la Società deve ancora incassare  6 milioni di euro relativi al saldo consegna nave, prevista nei primi mesi del 2023. Si evidenzia comunque che il soggetto contraente non rientra tra quelli colpiti da sanzioni internazionali».

 

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Dunque chiunque abbia la fortuna di poter navigare su questo gioiello non sarebbe uno degli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni avviate in seguito al conflitto in Ucraina. Tanto che The Italian Sea Group «conferma che la produzione delle commesse in progress e le attività di refit proseguono senza alcun rallentamento, nonostante le sanzioni introdotte dall'Unione Europea nei confronti della Russia. Alla data odierna, nessun ordine è stato cancellato e non si è manifestato alcun ritardo nei pagamenti degli Stati di Avanzamento Lavori contrattuali in essere. Si rammenta che TISG lavora esclusivamente su commessa per armatori con il supporto di società di broker internazionali, con contratti che prevedono pagamenti anticipati relativi ai SAL, e in caso di inadempienza, è prevista in estrema ratio per il cliente la perdita degli acconti versati; nel merito, la proprietà della nave resterebbe di TISG, dando alla Società l'opportunità di rivendere immediatamente lo yacht e realizzare interessanti plusvalenze».

 

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Com'è lo yacht

L'interno del yacht è progettato da Zuretti Yacht Design. È in grado di ospitare almeno 18 ospiti e un crew di 40. Secondo quanto si legge sul sito Superyachtfan ha una piattaforma di atterraggio per elicotteri, una piscina con copertura a scomparsa che si trasforma in una pista da ballo, la palestra attrezzata e gli infissi dorati nei bagni. Oltre a un cinema e diverse aree di intrattenimento. Ha anche un sistema di crash dei droni, che letteralmente schianta i droni dall'aria.

 

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Il capitano della nave, Guy Bennett-Pearce, cittadino britannico, ha negato allo storico e prestigioso quotidiano di New York che Putin possedesse o fosse mai stato sullo yacht: «Non l'ho mai visto. Non l'ho mai incontrato». Ha aggiunto, in un’intervista telefonica dallo yacht, che il suo proprietario non era in nessuna lista di sanzioni. Non ha escluso che il proprietario potesse essere russo, ma non ha voluto fornire altri dettagli sulla sua identità, essendo vincolato a un accordo di riservatezza.

 

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