carolina crescentini

SEGNATEVI 'STA CHICCA DI CAROLINA CRESCENTINI: "COSA GUARDO IN UN UOMO? LE CLAVICOLE” - L'ATTRICE SI RACCONTA, DAL DOPPIO MATRIMONIO CON MOTTA AGLI SCATTI PER PLAYBOY - “LE SCENE DI SESSO? SE POSSO LE EVITO” - LE BORSE SOTTO GLI OCCHI? IO CI CONVIVO, GLI ALTRI GLI DANNO UN’IMPORTANZA INCREDIBILE…” - “MIO MARITO HA 6 ANNI IN MENO DI ME. ALL’INIZIO NON MI FIDAVO POI CI SIAMO SPOSATI A NEW YORK E PER RIFARLO IN ITALIA ABBIAMO DOVUTO DIVORZIARE SENNÒ ERA BIGAMIA. IN TOSCANA ABBIAMO FATTO TRE GIORNI DI FESTA. UNA FRICCHETTONATA CON UN AMICO CHE SI FINGEVA SCIAMANO” 

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

carolina crescentini 7

Carolina Crescentini (esuberante, spumeggiante, parla regalando bollicine di champagne), vive la vita che voleva: «Non conformista, libera... vabbé non so se sono totalmente libera. Ma intendo che ho la libertà di non giudicare. Mi piace farmi contaminare, amo accogliere le persone, sono molto materna anche se non ho figli».

 

E le pesa non averne?

«Mi piacerebbe. Se dovesse non accadere, l'accetterei. L'insistenza con cui me lo chiedono è un disagio degli altri. Io sto bene, sono felice».

 

Ha sposato «una volta e mezzo» il cantautore Francesco Motta.

carolina crescentini e francesco motta 6

«La prima volta a New York, la seconda è stata una cerimonia simbolica durata tre giorni in Toscana, perché ci hanno spiegato che, per complicate questioni burocratiche con gli Usa, per risposarci in Italia dovevamo prima divorziare sennò sarebbe stata bigamia.

 

È uno strano limbo sposarsi a New York, città che amo, il melting pot, le gallerie d'arte... Ci ho vissuto quando dovevo rimettermi in asse e trovare la mia via».

 

Tre giorni di festa è un happening...

«La cerimonia in Toscana è stata una divertente fricchettonata con tanta musica, gente che recitava. Un amico regista si fingeva sciamano, ha dovuto sottostare a dei riti, c'erano nuvole nere e io gli dicevo: "Dimmi che non pioverà".

 

Gli amici erano mescolati alle nostre due famiglie che si sono scoperte simili. Il matrimonio è una tale botta emotiva che la prima volta sola soletta è stata meglio. La seconda, ce la siamo goduta».

 

carolina crescentini 6

Ma a New York come andò?

«Vai al Municipio e ti danno un bigliettino, fuori compri le fedi, il bouquet, i testimoni. La tradizione vuole che nell'abito ci sia un punto di blu, così ho trovato una tee shirt degli Aerosmith bianca punteggiata di blu».

 

Lei sembra uscita da Woodstock.

«Al cinema ho fatto la trilogia del crimine di Massimiliano Bruno che è un viaggio nel tempo. Io sogno gli Anni 70 in California, e di rotolarmi nel fango del concerto a Woodstock».

carolina crescentini e francesco motta 5

 

Ha conosciuto veri hippy?

«Sì, Bob Car con i suoi occhiali arancioni, vive di baratto in un caravan nel deserto americano. Ha un capannone dove costruisce ragnatele e mondi in miniatura che sembrano i presepi di San Gregorio Armeno a Napoli. Ecco, una libertà estrema come la sua non riuscirei...».

 

Si mette in ascolto degli altri, cosa rara per un'attrice.

«Come potrei ascoltare solo me stessa se devo raccontare le vite degli altri? Sono curiosa, prendo appunti, scrivo a valanga. L'egocentrismo lo tengo a bada, anche se per fare questo lavoro devo essere egocentrica».

 

Torniamo a suo marito. Cosa la colpì?

carolina crescentini 4

«Oltre a essere molto poetico, la sua sensibilità e ironia, che in una relazione è fondamentale. E poi ha gli occhi buoni. Francesco mi ha dedicato più di una canzone. Ci siamo incontrati in una radio che non esiste più. Mi guardava e riguardava, aveva tutti questi capelli ricci...».

 

È più giovane di lei.

«Sì, di sei anni. La prima volta che siamo usciti, dopo un anno che ci sentivamo al telefono (io sono un po' lenta), lo vedevo così giovane. Mi disse che aveva pubblicato un cd intitolato La fine dei vent' anni . Ho capito, gli risposi, ma quando sono finiti i tuoi vent' anni?».

 

La differenza è lieve, e ormai non ci fa più caso nessuno.

«Abbiamo gli stessi riferimenti culturali. Lo provocavo, gli dicevo che nel mio luogo di riferimento andavo col walkman , gli spiegavo cos' era. E lui: guarda che lo avevo anche io».

carolina crescentini 3

 

Qual era questo luogo?

«Il faro del Gianicolo. Lo portai lì al nostro primo incontro. Non mi fidavo, volevo andare nel mio territorio: se fosse andato male, all'aperto mi sarei sentita libera di tornarmene a casa».

 

Non se ne andò.

«È al Gianicolo che poi mi fece la proposta di matrimonio, mettendosi in ginocchio».

 

Sa che lei, a proposito di Anni 70, ricorda Gabriella Ferri?

«Mi piacerebbe interpretarla in un film. Al programma Dove sta Zazà , la Rai mise problemi perché era incinta; si presentò vestita da clown e riuscì a imporsi. Mia madre è cresciuta a Campo de' Fiori, mi raccontava di quella signora bionda che a un certo punto smise di cantare, strillava come le popolane delle piazze romane, aveva una risata grassa e una enorme fragilità».

 

carolina crescentini e francesco motta 4

Ci parli della sua famiglia .

«Ha presente i Forrester della soap opera americana? Siamo tutti biondi con gli occhi azzurri. I miei genitori e mia sorella Francesca sono commercialisti. Sono cresciuta al quartiere Monteverde. Sono stata un'adolescente irrequieta ma gestibile, un po' rockettara ma non solo, ascolto anche l'elettronica e a volte la classica, mi rilassa, è un modo per andare via pur restando. Ora sono i Podcast che mi aiutano a scappare. Fa parte della fantasia».

 

Ma una volta scappo' per davvero...

carolina crescentini 1

«Fu una fuga ridicola, a 15 anni, durata un giorno, dopo una lite con i miei mi rifugiai nella casa del mio fidanzatino. Non era un grande nascondiglio. Ho avuto anche un periodo masochista, una storiella con un ragazzo che voleva stare con me e contemporaneamente con un'altra ragazza. Oggi gli dico: poverello».

 

Da adolescente, cambiò nome.

«No, da bambina. Ricordo che d'estate al mare gli altri bambini mi chiamavano Carlotta, mia madre non capiva, era la falsa identità che mi ero data. A scuola mi prendevano in giro, c'era la mucca Carolina, poi c'era una bambola maledetta che si chiamava col mio nome. E per l'onomastico mi devo accontentare di San Carlo».

 

L'attrice è quello che voleva fare da piccola?

«Non lo so, all'inizio desideravo diventare insegnante di ginnastica e archeologa. Poi attrice.

 

carolina crescentini e francesco motta 3

I miei non ci credevano tanto e decisi di pagarmi le scuole di recitazione facendo la barista in un pub. Ho conosciuto una bizzarra fauna notturna, è stata una sorta di indagine antropologica che mi è tornata utile, costringevo i clienti a darmi le battute per i monologhi che dovevo portare come prove di memoria».

 

La dipingono come iperattiva.

«Ma no, è che tra i set e il marito che canta siamo sempre in giro. Però ho tante piccole manie, conservo enormi scatole di latta con dentro candele, legnetti peruviani usati nei riti sciamani, quaderni.

 

Ho avuto, fino alla scoperta del calendario Google, un'agenda con i pizzini dove segno tutto quello che devo fare. Annoto pensieri, cose varie, qualche volta mio marito usa le mie frasi nei versi delle sue canzoni. Poi mi compro crisantemi ping pong grigio verdi, è bello coccolarsi. È il fiore dei cimiteri? In India è legato ai matrimoni».

carolina crescentini 2

 

Una disordinata metodica?

«Diciamo di sì. Quando faccio i provini sono stakanovista e penso solo a quello. Ne ricordo uno, prima del Centro Sperimentale di Cinematografia, con Gigi Proietti per Romeo e Giulietta .

 

Arrivai di corsa da Firenze dove ero stata al concerto dei Radiohead. Siccome recitare è respiro, per tirare fuori il pathos mi spezzarono il fiato col gioco della campana. Mi fecero ripetere la scena, Oh Romeo , per avere una reazione emotiva mi dissero: ora immagina di essere in borgata e di urlare a Romeo al palazzo di fronte».

 

La presero?

«No e fecero bene, non avevo capito nulla. Avevo interpretato la cagna maledetta».

 

Un personaggio che poi ha interpretato per davvero in Boris, la serie cult.

«Lì si prende in giro l'ego di registi e attori, ho portato dinamiche vissute e persone incontrate. Ho conosciuto attori dall'ego straordinario che sono persone discutibili».

carolina crescentini e francesco motta 8

 

Nel provino per Martini l'idea era di ricordare Charlize Theron?

«No, affatto. Ero circondata da modelle alte 1 metro e 90, mi presentai in scarpe ballerine, dove potevo andare? Mi divertii, questo sì».

 

Il suo secondo film è «Notte prima degli esami». Il film ebbe un successo travolgente. Lei aveva 25 anni...

«Il mio esame di maturità è stato un incubo ma non rientro nella categoria di quanti continuano a sognarlo la notte. Robe di condotta, andavo allo Scientifico e non capivo nulla di matematica, fisica e chimica. Infatti mi iscrissi a Lettere: ho dato tutti gli esami, mi manca la tesi. Avevo cominciato a lavorare».

 

Ha posato nuda per Playboy.

carolina crescentini su playboy

«In lingerie, non completamente nuda. Il fotografo è un caro amico che mi ha messo a mio agio. Le scene di sesso nei film? Alla troupe e ai tecnici non gliene importa nulla, sono talmente abituati... se la sceneggiatura lo giustifica, okay, ma se posso le evito».

 

La prima cosa che guarda in un uomo?

«Le clavicole, l'incrocio tra il petto e la spalla. Sembra una pazzia ma lo trovo un bel punto».

 

Le sue occhiaie sono il tratto che la distingue, un portafortuna?

«Mah, ci sono giorni che mi guardo allo specchio e dico niente male, altri che porto gli occhiali da sole. È un po' il discorso dei figli, sono gli altri che danno alle mie borse una importanza incredibile. Io, ci convivo».

 

Su Wikipedia si legge che è anche modella .

carolina crescentini e francesco motta 7

«Mai fatto. Vorrei sapere chi compila quelle biografie. Hanno sbagliato anche di tre giorni la data del mio compleanno, ogni volta ricevo un centinaio di messaggi a cui mi tocca rispondere: grazie ma non è oggi».

 

Un'attrice di commedie che tiene a bada il proprio «io» ed è testimonial dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati.

carolina crescentini 8

«Ho conosciuto storie straordinarie. Ci diamo da fare come cittadini, per l'Ucraina abbiamo riempito un camion di latte in polvere e pannolini. È il minimo. E l'Unhcr si occupa di istruzione, una ragazza cresciuta in un campo profughi è in Canada dove ha studiato grazie a loro. Voleva ringraziare, ho fatto da ponte. La sua vita è cambiata. Si chiama Diamond, Diamante».

carolina crescentini e francesco motta 2carolina crescentini occhiaiecarolina crescentini francesco motta foto di bacco (1)

carolina crescentini 5

carolina crescentini foto di bacco (3)carolina crescentini (2)carolina crescentinicarolina crescentini con motta motta e carolina crescentini sposi con didascalie uguali carolina crescentini e francesco motta carolina crescentini francesco motta (2)carolina crescentinicarolina crescentini foto di baccocarolina crescentini mottacarolina crescentini mottacarolina crescentini e francesco motta 1

carolina crescentini e francesco motta 9carolina crescentini 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…