“SULLA TERRA SIAMO TROPPI, LA NATURA SI VENDICA” - DIECI ANNI DOPO IL BESTSELLER “IL MONDO SENZA DI NOI”, NEL QUALE IMMAGINAVA IL MONDO SENZA ESSERI UMANI, ALAN WEISMAN LANCIA L’ALLARME: “7,5 MILIARDI DI PERSONE, IL PIANETA NON PUÒ REGGERLE. DOBBIAMO DIVENTARE MENO” - ELON MUSK: “RESTARE RILEVANTI NOI UMANI DOVREMO ACCETTARE DI DIVENIRE ESSERI IN PARTE CIBERNETICI”

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ALAN WEISMAN ALAN WEISMAN

Jaime d’Alessandro per “la Repubblica”

 

«Non avevo capito quanto i cambiamenti climatici fossero irreversibili e ormai non si può più tornare indietro». Alan Weisman, scrittore e saggista americano oggi settantenne, snocciola le sue considerazioni mentre è in transito all' aeroporto di Los Angeles. La linea è disturbata, la voce metallica. Fa spesso delle pause per soppesare le parole. Dieci anni fa pubblicò Il mondo senza di noi (Einaudi), tradotto in 34 lingue, dove raccontava con minuzia maniacale come la Terra cambierebbe se l'umanità di colpo non ci fosse più.

ALAN WEISMAN - IL MONDO SENZA DI NOI ALAN WEISMAN - IL MONDO SENZA DI NOI

 

«Le metropolitane ad esempio verrebbero allagate dopo due giorni, l'asfalto inizierebbe a creparsi al primo inverno, le tubature prenderebbero ad esplodere l'anno successivo imbarcando solai e finendo per sgretolare i palazzi. Rose e garofani morirebbero di fame. Mentre altre specie comincerebbero a colonizzare le città. I nostri resti? Scomparirebbero nel giro di qualche mese. Ma per far sparire la plastica che abbiamo prodotto servirebbe più tempo. Circa centomila anni».

 

Un videogame ad alto budget fatto in Olanda, Horizon (Sony), ha costruito un mondo digitale partendo dal quel saggio con i resti della nostra civiltà a secoli di distanza dalla sua fine. Non è il primo, ci sono stati già Tokyo Jungle ed Enslaved per non parlare della New York di Io sono leggenda tratto dal romanzo di Richard Matheson. «Se mi avessero pagato ogni volta che hanno preso ispirazione dal mio libro oggi sarei ricco», dice Weisman.

ALAN WEISMAN ALAN WEISMAN

 

«Nel frattempo da quando ho pubblicato quelle pagine la popolazione mondiale è aumentata quasi di un miliardo di persone, fino ai 7,5 miliardi di oggi. È una pressione enorme che il pianeta non può reggere. Se verranno applicate le politiche di Donald Trump con il ritorno ai combustibili fossili, ai dieci miliardi non ci arriviamo. Il mondo finirà prima». È il tema di Conto alla rovescia, che Weisman ha scritto quattro anni fa.

 

Al quale Horizon aggiunge una vendetta inedita della natura. Racconta di una Terra popolata di nuovo da animali selvaggi, ma fatti di metallo, cavi, sensori. Dinosauri evoluti per proprio conto dai robot. Elon Musk al World Government Summit di Dubai, pochi giorni fa, ha spiegato che per restare rilevanti dovremmo accettare di divenire esseri in parte cibernetici. Consiglio che l'umanità di Horizon non ha seguito evidentemente.

 

HORIZON ZERO DOWN HORIZON ZERO DOWN

Weisman nel 2011 tenne una lezione a Roma. La chiamò: La fine del mondo, una guida all'uso. «E sei anni dopo devo dire che ce la stiamo mettendo tutta per arrivarci», commenta. «Tanti colleghi di Musk, come Raymond Kurzweil (uno dei pionieri del riconoscimento digitale dei caratteri e della vista digitale, ndr.), parlano della necessità di una nostra migrazione verso le macchine. Ma ci sono troppe variabili nella natura perché si possa replicarla. È vero però che la tecnologia può aiutarci a ridurre il nostro numero sostituendoci come forza di lavoro. Perché non c' è altra strada: dobbiamo diventare di meno».

 

elon musk elon musk

Viene in mente un passaggio di una serie tv. «La coscienza umana è un tragico passo falso dell' evoluzione (...). La cosa più onorevole sarebbe smetterla di riprodurci e procedere mano nella mano verso l' estinzione». È l' antinatalismo ai tempi di True Detective nelle parole del poliziotto Rustin Cohle (Matthew McConaughey), mentre viaggia in macchina con il suo collega nella Luisiana degli anni Novanta. Rievocando la posizione assunta da Arthur Schopenhauer, Emil Cioran, Sir David Attenborough.

«La natura si sta già vendicando », conclude Weisman prima di salire sul suo volo. «Pensi ai flussi migratori, pensi ai cataclismi. E non vedo come le cose possano migliorare nel prossimo futuro se non facciamo qualcosa».

 

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