giuseppe conte beppe grillo

COME DAGO-RIVELATO, BEPPE GRILLO GODE NEL VEDERE CONTE SPROFONDARE NELLE SABBIE MOBILI: PEPPINIELLO APPULO HA FATTO INCAZZARE L’ELEVATO PER COME HA TRATTATO CHIARA APPENDINO E VIRGINIA RAGGI. E ORA BEPPE-MAO GLI RENDE PAN PER FOCACCIA, PERCHÉ SA CHE L’AVVOCATO DI ALPA NON PUÒ FARE A MENO DI LUI, VERO E UNICO PADRE PADRONE DEL MOVIMENTO - NONOSTANTE I TENTATIVI DI CONVERSIONE DI LUIGI DI MAIO, LA METAMORFOSI DEI GRILLINI NON È ANCORA COMPIUTA…

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

1 - CONTE, UN UOMO SOLO ALLO SBANDO! - GRILLO OSSERVA DA LONTANO PEPPINIELLO APPULO CHE SPROFONDA NELLE SABBIE MOBILI E GODE: L’ELEVATO È MOLTO RISENTITO PER COME L’EX PREMIER HA TRATTATO CHIARA APPENDINO E VIRGINIA RAGGI. E COSÌ SI RIFIUTA DI DARE UNA MANO A “GIUSEPPI” NELLA LOTTA CONTRO I GRUPPI PARLAMENTARI E SI GUARDA BENE DAL VENIRE A ROMA. IL MESSAGGIO È CHIARO: IL PADRE PADRONE DEL MOVIMENTO È LUI E NON L’AVVOCATO DI CASALINO, E USA DI MAIO PER LOGORARLO A FUOCO LENTO…

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/conte-uomo-solo-sbando-grillo-osserva-lontano-peppiniello-289102.htm

 

2 - GRILLO FA SENTIRE IL SILENZIO E L’ASSENZA MENTRE L’EX PREMIER CERCA UN SOSTEGNO

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

Esistono silenzi che dicono più di mille discorsi. Quello di Beppe Grillo sulle vicende del Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte è il modo più comodo di stare seduto sulla riva del fiume, in attesa. L’ex presidente del Consiglio parla più che può. Parla ai suoi parlamentari, in televisione, nelle piazze.

 

giuseppe conte vs beppe grillo meme

E ogni volta deve rispondere alla domanda sui rapporti con il padre e ancora padrone del partito di cui lui è diventato capo unico e indiscusso, almeno sulla carta. Senza poter esimersi dal rispondere che tutto va bene, che c’è un uomo solo al comando con il consenso tacito dell’uomo che per anni ha comandato da solo, al massimo in condivisione con Gianroberto Casaleggio, con la storia a ricordarci che non furono rose e fiori.

 

A Roma lo sanno tutti che è una mezza verità, e già stiamo larghi. Se le cose tra i due filassero lisce come suggeriscono le veline e qualche opportunità fotografica che viene annunciata imminente per carità di patria contiana, allora l’Elevato di Genova si sarebbe già materializzato nella Capitale.

 

La visita, invocata a gran voce da quelli che lui chiama «i suoi ragazzi» e Conte invece gruppo parlamentare, definizione più appropriata ma indicativa di una distanza sentimentale difficile da colmare rispetto a chi c’era prima di lui, doveva avvenire il mese scorso. Grillo era già con il piede sull’uscio della sua villa di Nervi, quando venne fermato dalla richiesta dei deputati più vicini a Conte. Non era il momento giusto per tornare sulla scena, l’epifania avrebbe oscurato il difficile lavoro di affermazione personale dell’altro. Adesso, è l’esatto contrario.

conte grillo ristorante marina di bibbona

 

Sono le truppe più vicine al nuovo corso a chiedere un cenno, meglio ancora una apparizione in carne e ossa da parte di Grillo, anche a costo di rendergli visita a domicilio, in stile Maometto che va alla montagna. C’è bisogno di puntellare una nuova leadership che si vorrebbe assoluta. Ma che in realtà fatica a trovare il giusto di canale comunicativo per fare breccia nei cuori dei peones pentastellati . E così, Beppe Grillo è riuscito a sublimare il suo eterno ritorno semplicemente stando zitto.

VINCENZO SPADAFORA GIUSEPPE CONTE

Lui non c’è, ma è come se ci fosse, al momento vincitore di un braccio di ferro silenzioso senza fare alcun sforzo. Agli altri il vano sforzo di interpretare gli oracoli del suo blog, che siano tematiche marziane il post che si chiede «Perché spendiamo tanti soldi per andare nello Spazio?» o più terrene come l’ultimo intervento sulle fake news «che infestano innegabilmente l’orizzonte contemporaneo».

 

E qui per altro bisogna mordersi la lingua, soprattutto quando l’ex comico scrive che la lotta contro la disinformazione è diventata ormai una priorità assoluta. Nella sua testa, non può esistere una guida politica in leasing, su questo non ha certo cambiato idea. Come una specie di Jep Gambardella del M5S, non gli interessa partecipare ad alcuna festa, ma vuole conservare il potere di rovinarle, fosse anche solo con il suo silenzio. Non c’è nuovo Statuto che possa limitare questa facoltà, derivante da una comprensione profonda delle viscere della sua creatura.

 

Che sia arbitro super partes dei Cinque Stelle o convitato di pietra sempre felice di esserlo, al cofondatore dei Cinque Stelle non dispiace affatto questo ruolo da grande vecchio titolare di un filo diretto con Mario Draghi, quando invece il suo successore comunica con l’uomo che lo ha sostituito a Palazzo Chigi quasi esclusivamente a mezzo stampa. Conte non può stare con lui ma neanche senza di lui. Qualunque cosa succeda, sarà sempre obbligato a ricucire un rapporto personale mai decollato.

grillo conte

 

 E allora perché sforzarsi, meglio limitarsi a tacere, osservando lo spettacolo d’arte varia di un leader che ha preteso da lui i pieni poteri e ora non riesce a eleggere il proprio capogruppo nel Senato che doveva essere il suo feudo. Non è un mistero che Grillo sia molto attento alle sorti del ricorso intentato a Napoli da un gruppo di attivisti della prima ora contro la legittimità della consultazione che lo scorso 6 agosto ha eletto l’ex premier capo assoluto del Movimento. Se dovesse essere accolto, il nuovo corso verrebbe azzerato. In quel caso, Grillo tornerebbe per forza di cose a essere parlante. E i sostenitori del nuovo corso potrebbero finire con il rimpiangere i bei tempi andati del suo silenzio .

 

3 - IL TENTATIVO DI ACCELERARE LA METAMORFOSI DEL GRILLISMO

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

Le cautele residue del Pd sull'inserimento dei grillini nel gruppo parlamentare socialista europeo vanno lette in parallelo con le vicende del M5S in Italia. L'ipotesi di un'accelerazione, spuntata ultimamente come riflesso e proiezione dell'alleanza con la sinistra, in embrione a livello nazionale, non è inverosimile.

 

Dopo la sconfitta alle Amministrative di ottobre, il vertice grillino ha fretta di voltare pagina; e il partito di Enrico Letta, che le ha vinte e oggi sarà a Bruxelles, è pronto ad assecondare l'ingresso in un gruppo già piuttosto eterogeneo. Il problema è che il M5S teme di perdere il pezzo di potere strappato nell'Ue; e di ritrovarsi minoranze interne ulteriormente in subbuglio. In più, al di là della fama di movimento estremista guadagnata in questi anni, non risulta ancora definita la sua vera identità: perfino rispetto al Covid e alle vaccinazioni.

 

vincenzo spadafora e luigi di maio

Dal 2019 al febbraio scorso il M5S è stato alleato col Pd, ma appena un anno prima andava a braccetto con la Lega di Matteo Salvini: entrambi in chiave anti-sistema e euroscettica, con un'area impregnata anche di cultura antiscientifica. È vero che su questo, come sulla politica estera e la giustizia, si sono registrate conversioni da una posizione all'altra. Forse, però, non si sono avuti un'elaborazione e un ripensamento degni di questo nome.

conte grillo

 

La partecipazione al governo di Mario Draghi è un ulteriore passaggio nella ricerca di una legittimazione che alleggerisca queste zavorre ideologiche. Ma, come per la Lega, ristagnano i pregiudizi. D'altronde, i tormenti che il grillismo sta vivendo raccontano una transizione incompiuta.

 

Non è chiaro se il dualismo tra il nuovo leader Giuseppe Conte, ex premier, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, farà esplodere o stabilizzerà il Movimento. Ma potrebbero complicare la trattativa in incubazione. La disponibilità del Pd deve fare i conti con quanti chiedono di capire quale M5S sarà l'interlocutore; e soprattutto con quale livello di affidabilità e di tenuta.

 

conte grillo

È probabile che la situazione si chiarisca. L'insistenza con la quale Di Maio colleziona «mea culpa» per gli errori del passato va in questa direzione. Basta pensare al «gesto sconsiderato», parole dell'ex ministro grillino Vincenzo Spadafora, della visita di Di Maio vicepremier ai «gilet gialli» francesi con Alessandro Di Battista, nel febbraio del 2019: un Di Battista tuttora contrario, ad esempio, al green pass.

 

Eppure c'è grande attenzione al modo in cui il grillismo di governo cerca di cambiare profilo: sarebbe un'evoluzione positiva. Il problema è che sia anche una metamorfosi credibile e irreversibile. Per quanto disastrato e diviso, fino al voto il gruppo del M5S rimane il più numeroso nel Parlamento italiano.

 

conte spadafora

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?