
DRAGHI D’EUROPA! – L’ENDORSEMENT DEL “NEW YORK TIMES” AL PREMIER: “STA FACENDO DELL’ITALIA UNA POTENZA EUROPEA COME NON LO È STATA PER DECENNI” – LA FRASE SU ERDOGAN “DITTATORE” E LA STRETTA SUI VACCINI: SUPER-MARIO HA DATO LA SCOSSA ALL’UE “ADDORMENTATA SULL’INTERRUTTORE”, E SI PREPARA A GUIDARLA DOPO L’ADDIO DELLA MERKEL A SETTEMBRE – JACOBONI: “CURIOSAMENTE, SEMBRA RIPORRE PIÙ FIDUCIA IN DRAGHI CHE NELL’AVVOCATO DEL POPOLO”
L'Italia è tornata a essere "un player di potere in Europa".
— jacopo iacoboni (@jacopo_iacoboni) April 15, 2021
Curiosamente, il New York Times sembra riporre più fiducia in Draghi che nell'avvocato del popolo.https://t.co/wEbsrYsqjY
Nyt, ecco come Draghi ha reso l’Italia un pezzo grosso in Eu
Otto Lanzavecchia per www.formiche.net
MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA
Oltreoceano si sono accorti del cambio di carattere della leadership italiana. Un pezzo a firma di Jason Horowitz uscito giovedì mattina sul New York Times incapsula l’approccio del primo ministro Mario Draghi alla questione vaccini in una frase, concisa ma potente: grazie ai “suoi rapporti europei e alla sua solida reputazione è riuscito a fare dell’Italia una potenza sul continente [europeo] come non lo è stata per decenni”.
L’articolo si sofferma sulla “scossa” data all’Unione da Draghi a inizio marzo, quando quest’ultimo ha deciso di bloccare l’export di una partita di vaccini verso l’Australia. Un doppio movente: arginare la scarsità di fiale nell’Ue e soprattutto lanciare un segnale, volto a immaginarsi un’Europa più “muscolare” sul piano negoziale.
L’azione del premier ha galvanizzato la leadership a Bruxelles che sembrava “addormentata sull’interruttore”, scrive Horowitz, rea di esserci andata troppo piano sulla strategia di ottenimento e distribuzione delle fiale. Nel giro di poche settimane, effettivamente, l’Ue ha autorizzato l’utilizzo di misure più stringenti per limitare l’export di vaccini.
ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SU MARIO DRAGHI
Quella storia si è svolta nel proscenio del Consiglio europeo, formato da tutti i leader delle varie nazioni. Nella prima riunione a cui ha partecipato, il 25 febbraio, Draghi ha criticato la presentazione ottimista della strategia vaccinale della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiamandola “poco rassicurante” ed esprimendo i suoi dubbi sui numeri di fornitura dati da AstraZeneca. Il premier ha poi implorato Bruxelles di alzare il tiro. Angela Merkel ed Emmanuel Macron lo hanno seguito a ruota.
Dietro le quinte, intanto, Draghi chiamava i leader personalmente, scrive Horowitz. Tra tutte le personalità in campo von der Leyen era quella che lui conosceva meno, così si è premunito di mettersi in contatto e non lasciarla fuori dal giro. La scoperta di un lotto in Italia con destinazione Australia è stata per Draghi un’opportunità per complementare le sue critiche con un assist.
“[Il blocco dell’export] è stata apprezzato a Bruxelles, secondo ufficiali nella Commissione, perché ha rimosso l’onere da von der Leyen e le ha dato una copertura politica, permettendole al contempo di sembrare dura per averla approvata”, scrive Horowitz, secondo cui l’episodio è un chiaro esempio di come Draghi costruisca relazioni di mutuo beneficio.
In una successiva riunione del Consiglio, svoltasi il 25 marzo, ha mostrato i risultati. Von der Leyen ha autorizzato una limitazione di sei settimane sull’export di vaccini dall’Europa e Draghi è tornato a un ruolo di sostegno, ringraziandola per “tutto il lavoro svolto”.
Secondo il corrispondente a Roma del NYT “l’esperimento australiano, come lo chiamano gli ufficiali a Bruxelles e in Italia, è stato un punto di svolta sia per l’Europa che per l’Italia. Ha anche dimostrato che Draghi, noto come l’ex presidente della Banca Centrale Europea che ha aiutato a salvare l’euro, era pronto a guidare l’Europa dalle retrovie, dove l’Italia si è trovata per anni, in ritardo rispetto ai suoi partner europei sul dinamismo economico e sulle indispensabili riforme”.
La strategia Draghi è ravvisabile anche nella missione in Libia, scrive Horowitz, e nel duello verbale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Un nuovo protagonismo che contraddistingue un Paese che sta ritrovando la sua statura internazionale sia fuori che dentro l’Europa. Come scrive l’ANSA, oggi a Bruxelles si è appreso che l’Italia è appena rientrata dopo anni nelle riunioni tra le quattro grandi potenze occidentali (Usa, Germania, Francia e Gran Bretagna) attraverso la partecipazione del ministro Luigi Di Maio.
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