“IL PD DEGLI ULTIMI TEMPI E’ STATO ARROGANTE E STRAFOTTENTE” - DARIO CORALLO, CANDIDATO ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO: “IL PD E’ MORTO, BISOGNA FARLO RINASCERE - MINNITI? UN VECCHIO ISCRITTO DEL PCI - ZINGARETTI? SI PRESENTA COME IL NUOVO MA COME LUI CE NE SONO TANTI - LA CANDIDATURA DI CESARE DAMIANO? UNA BOUTADE - RENZI HA GIA’ PRONTO UN SUO PARTITO - IL MIO PROGRAMMA? NAZIONALIZZARE TUTTI I SERVIZI ESSENZIALI”

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Da “Un giorno da pecora”

 

DARIO CORALLO DARIO CORALLO

Il giovane candidato alla segreteria ospite di Un Giorno da Pecora Radio1: prima tessera Ds a 18 anni, ho avuto infanzia infernale coi miei genitori sempre in sezione; amo Anna Oxa e Calcutta. “Il Pd è morto, bisogna farlo rinascere dopo le europee e proverò a farlo io. Se non ci sono donne candidate alla segreteria c'è un motivo: siamo un partito maschilista”. Ospite di Un Giorno da Pecora Rai Radio1 Dario Corallo, il più giovane tra i candidati alla segreteria del Pd, ha dimostrato di avere le idee molto chiare su cosa proprio non va nel suo partito. Come definirebbe – hanno chiesto i conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari - il Pd degli ultimi tempi? “Arrogante e strafottente”.

 

In quale esponente Dem ritrova di più queste caratteristiche? “Mi vengono in mente Carbone col 'ciaone', Renzi col 'Fassina chi?' ma anche D'Alema”. Lei si candida a guidare il partito: ci dia un giudizio sui suoi rivali a partire da Marco Minniti. “Sono tutti la stessa roba. Minniti è un vecchio iscritto del Pci, di quelli pesanti che hanno confuso il comunismo con il conservatorismo. E lui è un conservatore”. Nicola Zingaretti è l'uomo nuovo del partito “Ecco un altro che si presenta come il nuovo...ma chi l'ha governata la regione Lazio? E' di una sinistra moderata, come ce ne sono tanti...“.

 

DARIO CORALLO DARIO CORALLO

Come giudica la candidatura di Cesare Damiano? “Una boutade – ha detto a Un Giorno da Pecora Corallo -, mi pare curioso che un candidato vada a presentare il proprio programma a Zingaretti. Io non presento il mio programma ad un avversario....” E di Maurizio Martina cosa dice? “Ha appena detto che bisogna inchinarsi agli iscritti e dargli la parola. Giustissimo. Ma avrebbe dovuto farlo lui in questi anni insieme a Renzi, a Minniti e a molti altri”.

 

Matteo Renzi non si candiderà ma avrà probabilmente un suo candidato. “Renzi, che è un liberale, secondo me ha due candidati, Minniti e Richetti”. Cosa vede nel futuro dell'ex sindaco di Firenze? “Un suo partito, che credo abbia già pronto, ma che presenterà dopo le europee per avere qualche europarlamentare”.

dario corallo dario corallo

 

Come crede che potrebbe chiamarlo? “Non so, penso mettendoci qualcosa di liberale”. Lei per candidarsi deve raccogliere 1500 firme... “Dovremmo già averle”. Quanto pensa di prendere? “Il 5% o anche di più”. Ci racconti della sua storia politica: quando ha avuto la sua prima tessera? “A 18 anni, mi iscrissi ai Ds. Ho avuto un'infanzia terribile, da figlio dei militanti - ha detto a Un Giorno da Pecora - che vivono dentro la sezione tutta la vita... ”.

 

Qual è il suo pantheon? “Marx e Gramsci illuminano il mio cammino, ogni giorno. Ma è variegato: si va da Platone ad Homer Simpson”. Come inizierebbe il suo discorso al Congresso del Pd? “Dicendo 'Compagni e compagne'”. Ma sono dei termini che rimandano ai tempi di 'Bandiera Rossa'. “Una canzone che conosco a memoria”, ha spiegato a Un Giorno da Pecora Corallo, che ha poi cantato l'inno in diretta. Non ama musica, come dire, più attuale? “Per mesi e mesi sono impazzito per Anna Oxa e la sua 'E' un'emozione da poco'. E ho avuto anche la fase di Calcutta”.

DARIO CORALLO DARIO CORALLO

 

Lei è atteso da una lunga campagna elettorale: qual è il suo budget? “Zero. Domani andrò a Parma, dormirò a casa di qualche compagno”. Quale potrebbe essere il suo primo provvedimento se diventasse segretario Pd. “Nazionalizzerei tutti i servizi essenziali: salute, trasporti, anche locali, acqua, istruzione”. Ultima domanda: se mai diventasse leader del Pd alleerebbe col M5S? “Dipende su che basi. Con un pezzo del M5S si, è gente che votava noi. Con quella parte di 'fascisti liberali' come dice Di Battista no, con i fascisti liberali ho chiuso i rapporti, dal 25 aprile 1945, a testa in giù tendenzialmente”, ha concluso Corallo a Rai Radio1.

 

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