premier league mercato soldi

COME SI PUÒ COMPETERE CON UN CAMPIONATO CHE SPENDE QUANTO TUTTI GLI ALTRI MESSI INSIEME? - LA PREMIER LEAGUE CHIUDE IL MERCATO ESTIVO CON UNA SPESA DI 2,16 MILIARDI DI EURO IN ACQUISTI - MENTRE LE SQUADRE DI SERIE A, BUNDESLIGA, LIGA E LIGUE 1 HANNO FATTO SALTI MORTALI PER QUADRARE I CONTI E CHIUDERE IN ATTIVO, LE INGLESI SE NE FOTTONO E SEGNANO UN DISAVANZO DI 1,3 MILIARDI - DEL RESTO È PIÙ FACILE SPENDERE E SPANDERE, VISTO CHE PARTECIPARE AL CAMPIONATO INGLESE CONSENTE DI INCASSARE DI PIÙ CHE VINCERE LA CHAMPIONS…

Stefano Scacchi per “Avvenire”

 

soldi spesi nel mercato dai campionati al 31 agosto 2022

Investimenti sul mercato superiori al montepremi complessivo della Champions League e perfettamente identici alle spese effettuate durante questa campagna acquisti estiva dagli altri principali quattro campionati europei messi insieme. La sessione chiusa ieri ha segnato un altro passo in avanti del predominio incontrastato della Premier League sugli altri movimenti calcistici continentali.

 

SOLDI SPESI NEL MERCATO ESTIVO AL 31 AGOSTO 2022 FONTE TRANSFERMARKT

Il campionato inglese ormai è una SuperLega nazionale. Le 20 squadre partecipanti al torneo d'Oltremanica si sono rafforzate utilizzando la fantasmagorica cifra di 2,16 miliardi di euro in acquisti. Più del montepremi della Champions League 2022-23, pari a 2,02 miliardi. D'altronde il club che solleva la Coppa Campioni incassa dalla Uefa circa 85 milioni.

 

La squadra della Premier che incamera meno soldi in diritti tv si attesta intorno ai 115 milioni. Partecipare al campionato inglese consente di ricavare più che vincere la Champions. Il confronto ormai non esiste più. Gli altri quattro campionati tradizionalmente inseriti nella categoria Top 5 (anche se ormai bisognerebbe parlare di 1+4) messi insieme hanno investito esattamente la stessa cifra della Premier da sola: 747 milioni la Serie A, 482 la Bundesliga, 479 la Ligue 1, 461 la Liga. Il parallelo diventa ancora più impressionante prendendo in considerazione i saldi attivi e passivi. Serie A, Bundesliga e Ligue 1 hanno chiuso in attivo, quindi hanno venduto più di quanto abbiano comprato.

 

erling haaland manchester city 1

La Liga invece è in rosso di 66,5 milioni. In totale questi quattro campionati hanno chiuso a +16 milioni. La Premier League ha fatto segnare un disavanzo di 1,3 miliardi. Significa che i club inglesi possono comprare senza alcun vincolo, non devono nemmeno pensare a coprirsi un po' cedendo qualche giocatore. Generalmente gli esuberi vengono piazzati in prestito, poi si vedrà.

La definizione di Top 5 andrebbe rivista perché ormai la distanza tra Premier League e gli altri quattro campionati principali è nettamente superiore a quella tra Serie A, Bundesliga, Liga e Ligue 1 con chi segue.

 

antony 3

I primi in ordine di spesa, dopo le cinque posizioni di testa, sono Olanda, Portogallo e Belgio con 177, 167 e 114 milioni. Quindi sono più vicini al gruppo di coda dei Top 5, di quanto non lo siano Italia, Francia, Spagna e Germania con l'Inghilterra. Secondo i dati di Transfermarkt, il West Ham ha speso 182 milioni e il Nottingham Forrest 159, più di Barcellona e Bayern Monaco. Nelle prime 10 posizioni ci sono otto club inglesi: gli unici intrusi sono appunto catalani e bavaresi.

 

wesley fofana 2

La Serie A cerca di tenere testa grazie alla capacità di tanti direttori sportivi che riescono a pescare buoni giocatori da valorizzare e rivendere a cifre superiori. Le uscite, infatti, sono pari a 749 milioni, appena 154 in meno della Premier che però spende 1,4 miliardi in più per le entrate.

Il solco nasce altrove. Dalla qualità degli stadi, colpa soprattutto della burocrazia del Paese. E dalla differenza abissale della commercializzazione dei diritti tv esteri.

darwin nunez al liverpool 1

 

La Premier League incassa da questa voce 2 miliardi a stagione. Quasi dieci volte di più della Serie A che viaggia intorno a quota 230 milioni, meno rispetto al triennio precedente (2018-21). Qui entrano in gioco le incrostazioni che hanno bloccato la crescita del campionato italiano negli ultimi 15 anni, impedendo il passaggio dal calcio delle grandi famiglie a quello delle aziende che devono saper competere su scala globale.

 

KOULIBALY CHELSEA

I vertici della Lega stanno cercando di rimediare, come dimostrano alcune iniziative positive: ad esempio, la valorizzazione della finale di Coppa Italia o l'apertura del centro di produzione tv a Lissone. Sono i veti tra club a impedire di marciare insieme verso gli obiettivi necessari, in uno scenario politico condizionato da più di un decennio dalla figura di Claudio Lotito che ogni volta a coalizza intorno a sé consensi variabili.

 

gianluca scamacca west ham

Le nuove proprietà americane potrebbero essere fondamentali per modernizzare le strategie economiche e commerciali, portando un vento di sport business Nba, Nfl o Mlb. Ma finora non sono riuscite a diventare protagoniste della politica calcistica, appoggiandosi talvolta a referenti italiani che non incarnano esattamente una prospettiva di svolta rispetto al passato. Per citare l'esempio più recente, il neoproprietario del Milan, il fondatore di RedBird Gerry Cardinale, ha tra i componenti della sua cordata di investitori Riccardo Silva, l'imprenditore milanese che ha gestito per quasi un decennio i diritti tv esteri della Serie A, nella fase in cui ha iniziato a crearsi il solco con la Premier League.

 

casemiro

 O con la Liga che attualmente incassa 897 milioni da questa voce. Non a caso i club spagnoli sono gli unici che tengono testa alle squadre inglesi in Champions. Anche la Bundesliga, che a differenza di Premier e Liga non può basarsi sul vantaggio della lingua (inglese e spagnolo parlati in tutto il mondo), incassa comunque più della Serie A dai diritti esteri: 360 milioni. È una questione di politica condivisa. Il vero grande fiore all'occhiello della Premier League che ha saputo confezionare un prodotto unico fino a recitare la parte del tiranno, diventando qualcosa di più di un campionato nazionale

Articoli correlati

LA PREMIER LEAGUE STA PER CHIUDERE UN MERCATO DA RECORD, CON PIU DI 2 MILIARDI DI EURO SPESI IN...

LA SUPERLEGA GIA\' ESISTE E SI CHIAMA PREMIER LEAGUE - MENTRE LE BIG DI SERIE A SI RITROVANO SENZA...

sasa kalajdzic manuel akanjiKOULIBALY CHELSEAantony 2soldi spesi nel mercato dai campionati al 31 agosto 2022erling haaland manchester city 2antony 1wesley fofana 3wesley fofana 1

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...